Con Il commissario e l’amor sacro, Doron Velt consegna ai lettori un romanzo che va oltre il tradizionale noir, esplorando temi spirituali, filosofici e metafisici. Uscito in libreria per l’editore Giovane Holden, il protagonista del romanzo è Bruno Delano, un commissario razionale, ma anche profondamente riflessivo, che si trova a risolvere crimini con l’aiuto della chiaroveggente Eugenia Horvat – i quali poteri sovrannaturali restano per molto inspiegabili e fatui agli occhi del commissario.
Tuttavia, Il legame dei due protagonisti, sia personale che professionale, è al centro del romanzo: una relazione che porta con sé non solo la soluzione dei crimini, ma anche una riflessione sulla natura umana. Un legame che sembra nascere dalla casualità – prima in forma epistolare – ma che ha molto ha che fare con l’essenza e il passato di entrambi i personaggi.
Una variegata società di personaggi principali e secondari tra colpa e redenzione.
Ciò da cui prende le mosse il romanzo è prima di tutto il ritrovamento del cadavere di una donna, deceduta diversi giorni prima del rinvenimento, che sembra nascondere qualcosa di più inquietante rispetto all’ipotesi di morte per infarto. Fino a quando la scoperta di una soffitta e di un baule misterioso non rimetteranno tutto in discussione e porteranno Delano a voler vedere più a fondo in una vicenda che tutti i suoi colleghi archivierebbero quanto prima.
La narrazione in terza persona ci permette di seguire sia il commissario che Eugenia, offrendo una visione completa degli eventi e delle dinamiche tra i personaggi. Il punto di vista si alterna con fluidità, passando da Delano, immerso nelle sue riflessioni logiche e nei dilemmi morali, a Eugenia, il cui mondo è governato da visioni e intuizioni – tecnica che permette al lettore di vedere il crimine sia dal punto di vista investigativo che da una prospettiva metafisica, offrendo una lettura stratificata e ricca di sfumature.
Il tema della colpa e della redenzione è uno dei fili conduttori del romanzo. Ogni crimine investigato da Delano è legato a una colpa più profonda, spesso non visibile in superficie. Ma Doron Velt non si limita a raccontare le colpe dei suoi personaggi: il romanzo si interroga anche sulla possibilità di redenzione e di riscatto. Eugenia, con il suo potere di vedere oltre, non è solo uno strumento per risolvere i crimini, ma diventa il simbolo della speranza, della possibilità di un cambiamento.
Lo stile di Doron Velt: una fusione tra concretezza e misticismo
Doron Velt adotta uno stile narrativo che riesce a bilanciare la descrizione concreta degli eventi con un senso di trascendenza. Le indagini di Delano sono descritte con rigore, ma ogni scena è arricchita da riflessioni filosofiche e simboliche che conferiscono al romanzo un significato più profondo. Spesso, infatti, l’autore utilizza spesso il simbolismo per amplificare il senso di mistero e di indeterminatezza che permea la trama. La scena del crimine era spoglia, eppure tutto intorno si percepiva qualcosa di più. Come se il male non fosse solo nella violenza, ma in ciò che la circondava.
Peculiarità stilistiche e influenze letterarie in “Il commissario e l’Amor sacro”
Velt gioca con la sintassi, alternando frasi brevi e incisive, perfette per descrivere i momenti di tensione, con frasi più lunghe e complesse, che riflettono i momenti di riflessione interiore. Le visioni di Eugenia, ad esempio, sono spesso descritte con l’uso di metafore e allusioni. Quando parla di una delle sue visioni, Eugenia dice: il velo tra i mondi si assottigliava, e io potevo vedere al di là. Non c’era più distinzione tra luce e ombra, tra ciò che è e ciò che non è. Questa metafora del “velo” ricorre più volte nel romanzo, simboleggiando il confine sottile tra il visibile e l’invisibile, tra la realtà e l’immaginazione.
Il romanzo richiama alla mente alcune delle opere di autori come Haruki Murakami, dove la realtà quotidiana è costantemente interrotta da incursioni nel surreale e nel metafisico. Come nei romanzi di Murakami, anche in Il commissario e l’amor sacro la linea tra ciò che è reale e ciò che è immaginato è labile, e la narrazione si muove tra questi due mondi con naturalezza. C’è anche una certa somiglianza con l’approccio investigativo e filosofico di Simenon, il creatore di Maigret, anche se tra le pagine di Doron Velt, il misticismo occupa uno spazio ben più centrale.
In conclusione, Doron Velt offre ai lettori un romanzo denso e stratificato, che unisce l’indagine poliziesca con una riflessione profonda sull’essenza del male, della colpa e della redenzione. Il commissario e l’amor sacro è un’opera che invita alla riflessione e che non si limita alla ricerca del colpevole, ma esplora le pieghe più oscure dell’animo umano e della spiritualità.
SCHEDA DEL LIBRO
Titolo: Il commissario e l’Amor sacro
Autore: Doron Velt
Editore: Giovane Holden Edizioni
Genere: Noir, investigativo, esoterico
Link per l’acquisto del romanzo: https://www.amazon.it/commissario-lamor-sacro-Doron-Velt/dp/B0CYNR8WNM