A introdurre i lavori è stato il Referente di Futurpharma Campania, Luigi Bosco, che si è soffermato sull’impegno profuso dall’Associazione nata a Roma con l’obiettivo di valorizzare la figura del farmacista professionista nell’ampio scenario del sistema sostenibile. “In questi ultimi anni in cui si è vista l’introduzione della farmacia dei servizi, la liberalizzazione degli orari di lavoro, l’attenzione si è spostata sul lato prettamente commerciale della nostra professione”, ha detto Bosco. “C’è da dire che chi doveva tutelarci e garantire i nostri diritti, si è letteralmente dimenticato di noi. È tempo per i farmacisti di riappropriarsi del proprio fondamentale ruolo sociosanitario e dimostrare di meritare un riconoscimento adeguato.
Necessari saranno il dialogo con le associazioni di categoria e una partecipazione sempre maggiore dei colleghi”. La Presidente di Futurpharma, Rossana Matera, a riguardo, ha tenuto a precisare quali devono essere i compiti e le responsabilità del Farmacista, evidenziando come ‘il dibattito pubblico sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale, oltre a mantenere un orizzonte a breve termine inevitabilmente legato alla scadenza dei mandati politici, continua a essere affrontato da prospettive di categoria non scevre da interessi in conflitto, mettendo al centro della scena singoli fattori, come i rapporti tra Governo e Regioni, il regionalismo differenziato, gli eventi sociali (rinuncia alle cure e l’impatto della malattia sui familiari).
“Tutti questi approcci”, ha ribadito la Presidente di Futurpharma, Rossana Matera, “per valutare la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale, spesso finalizzati a portare avanti proposte opportunistiche, che fanno perdere di vista il rischio reale per le persone: quello di perdere inesorabilmente, il modello di un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico, conquista sociale invece, irrinunciabile, per l’eguaglianza di tutte le persone. La sanità pubblica – ha commentato, Rossana Matera – è come la salute: ti accorgi che esiste solo quando l’hai perduta”.
Secondo stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il 30/50% dei farmaci prescritti non sono assunti come dovrebbero; inoltre tra il 30% e il 70% dei pazienti commette errori o scambi involontari di farmaci. Secondo il Piano Nazionale delle Cronicità ci sono stati 194.500 decessi nell’Unione europea per mancanza di aderenza o per errori nel dosaggio o assunzione di farmaci, con una spesa di 125 miliardi di euro l’anno per ricoveri. Il monitoraggio della terapia potrebbe essere seguito direttamente da un farmacista. Il paziente potrebbe in tal modo recarsi una volta a settimana per sottoporsi a un controllo.
La presidente di Futurpharma ha concluso, ricordando ai presenti un estratto del codice deontologico: “Un farmacista è tale perché si occupa di farmaci e ha una conoscenza approfondita e riconosciuta in questo settore. Dal decreto ministeriale n.206 del 2007 in poi è evidente che è riservata al farmacista e a lui solo la forma farmaceutica: al medico competono le terapie, all’infermiere la somministrazione dei farmaci, ma al farmacista il farmaco stesso e la sua forma farmaceutica. Ne consegue che l’unico ambito in cui il farmacista è un autorità indiscussa è quello del farmaco”.
È poi intervenuto il Segretario Nazionale di Futurpharma, Nunzio Nicotra che, nel porre una riflessione, ha chiesto ai presenti: “Che senso ha parlare di contratto, quando il problema è nell’attività professionale, che non corrisponde a un pieno riconoscimento del livello di competenza professionale propria del farmacista e dunque non equiparata a una adeguata retribuzione? E che senso ha parlare nel contratto, di previdenza complementare, quando quest’ultima, talmente esigua, non ci assicura una pensione meritevole dopo l’excursus della nostra professione e dopo orari impossibili, che ci tengono impegnati in farmacia per intere giornate e non ci consentono di vivere regolarmente la nostra vita privata? Gli obblighi legislativi, cui sono sottoposti i farmacisti, ivi compresi i criteri di previdenza prevista per noi, in questa modalità, cui sono disciplinati, pensate che garantiscano una vita dignitosa ai farmacisti che dopo andranno in pensione? Chiaramente no! Anche il fatto stesso che il nostro contratto non sia rinnovato da diversi anni, non onora di certo la nostra professione e non ci dà una bella immagine.
Credo che il futuro per un reale sviluppo lavorativo del farmacista sia quello di liberalizzare la professione, dunque consentire al farmacista di avere una propria libertà professionale e indipendenza lavorativa, finalmente con un’adeguata retribuzione professionale. Perché il farmacista possa occuparsi esclusivamente della consulenza medico-scientifica sul farmaco e non anche della vendita dello spazzolino da denti”.
Tra i presenti al convegno, anche Emanuele Tandurella, responsabile dello Sviluppo Professionale in Campania, che ha ribadito come “se da un lato, ci sia stato un miglioramento qualitativo della proposta sanitaria, dall’altro, si è avuto una marginalizzazione del ruolo del professionista farmacista Il futuro della professione deve avere come elemento cardine l’insostituibile intervento del farmacista nell’assistenza al cittadino”.
A chiudere l’interessante dibattito, infine, è stato il Tesoriere dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Salerno, Rocco Somma. “Il Farmacista”, ha detto, “con il suo bagaglio di conoscenze derivanti dal percorso di studi può essere un valido protagonista dell’assistenza territoriale e offre la sua professionalità per percorsi condivisi di presa in carico dei pazienti. È necessario pertanto, che ci sia una rivalutazione della sua figura e delle sue competenze”.
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