Solo così si potrà avviare la “lenta” ripresa. Draghi pone al centro dell’azione del suo nascente esecutivo i giovani. Per dare loro una prospettiva di futuro, è cruciale il rilancio dell’economia – ha spiegato agli interlocutori – attraverso il Recovery plan. L’impegno è non alzare le tasse e rilanciare il tessuro produttivo, non puntare solo sui sussidi, ma anche non smantellare il reddito di cittadinanza. E intanto porre al centro di tutte le politiche l’ambiente.
Il ministero per la Transizione ecologica, caldeggiato da Beppe Grillo e annunciato alle associazioni ambientaliste, è stato oggetto misterioso e ambito da diversi partiti. Per la sua guida veniva citato l’ex ministro, apprezzato dai Cinque stelle, Enrico Giovannini, ma anche Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont. Non si escludeva però un ‘superministro’ politico come il premier uscente Conte o lo spacchettamento delle deleghe, dallo sviluppo economico all’ambiente, tra diversi viceministri.
Si discuteva già anche delle ambite deleghe all’Economia, ministero per il quale veniva ancora considerato ‘in pole’ Daniele Franco, direttore generale di Bankitalia: si facevano i nomi di Ernesto Maria Ruffini per la riforma del fisco e poi di figure politiche esperte, come il leghista Massimo Garavaglia, nelle caselle di viceministri e sottosegretari. Negli ambienti politici c’era grande agitazione tra chi aspirava a entrare al governo, anche da ‘semplice’ sottosegretario. Ma ora la squadra c’è. Ed è pronta per iniziare a lavorare.
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