Il Neocubismo di Isabella von Freiestein per rappresentare la complessità dei rapporti contemporanei (IE)

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the chicken festival

Esplorare le complicate dinamiche delle relazioni interpersonali dell’epoca che stiamo vivendo non è affatto semplice, perché le sfaccettature individuali sono molteplici, così come i punti di vista ormai fuori dalle generalizzazioni e schemi che li avevano regolati nel più o meno recente passato. La protagonista di oggi fa di questa esplorazione la base della sua straordinaria e originale manifestazione espressiva.

Isabella Steindl nasce a Freienstein, in Austria, da qui lo pseudonimo con cui firma le sue opere, Isabella von Freiestein, e arriva tardi all’arte figurativa, pur essendosi mossa per molti anni all’interno del mondo artistico, quello della danza; tuttavia, come spesso accade, ciò che è inconsciamente latente tende a manifestarsi fino a divenire irresistibile, così la pittrice che era dentro di lei è fuoriuscita in modo prorompente inducendola a scegliere l’arte come suo percorso di vita. Lo stile scelto, decisamente poco comune tra gli artisti contemporanei, è quello del Neocubismo, erede dell’importantissimo movimento del Novecento di cui Pablo Picasso è stato fondatore e massimo esponente. Nella seconda fase del Cubismo, quello detto analitico, l’artista tendeva a scomporre la realtà per osservarla contemporaneamente da differenti punti di vista, sovvertendo di fatto tutte le regole prospettiche tradizionali e scomponendo ciò che l’occhio vede per ricomporlo in una nuova forma, distorta perché appunto più poliedrica.

Women and the strange quail
1 Women and the strange quail (Donne e la strana quaglia)

Nelle opere della von Freiestein la molteplicità cubista è evidente, forte e necessaria per il suo percorso esplorativo, anche se nella personalizzazione che ne fa subentrano forme più morbide, tondeggianti, non limitate alla geometricità ma fortemente disorientate e disorientanti nella descrizione della fisicità dei protagonisti delle sue tele.

blue souls
2 Blue souls (Anime blu)

In qualche modo le opere sono contaminate dalla pittura Tangka del Tibet e a quella induista legata alle divinità religiose, in cui alcuni dettagli sono rappresentati come merletti animati, in cui i colori sono vivaci e intensi, seppure irreali, dove la prospettiva è annullata per dare rilevanza alla bidimensionalità dell’immagine e in cui le divinità sono rappresentate con molti volti e molte braccia per narrarne la propria capacità di essere ovunque e di vedere ogni sfaccettatura delle cose.

closed society
3 Closed society

L’opera in cui più di tutte appare evidente l’influenza dell’arte indiana è Closed society (Società chiusa), in cui le donne protagoniste, rappresentante in un momento di svago, sono circondate da piante e da fiori irreali, quasi in movimento, fluttuanti dietro agli stessi personaggi; dal punto di vista psicologico le ragazze lasciano trapelare la noia di un doversi a tutti i costi distinguere e distaccare da chi non ritengono adeguato a entrare nel loro circolo, costituito da oggetti e abitudini, da pettegolezzi e superbia, che spesso servono solo a riempire il vuoto della mancanza di una vera e profonda essenza. L’artista va a indagare sulle difficoltà delle interrelazioni, nelle sue opere ermetiche lo sguardo dell’osservatore si perde per cercare di capire, di scoprire i riferimenti, i concetti che si nascondono all’interno delle scene raffigurate, dove non esiste un sopra e un sotto, dove non esiste un inizio e una fine o un punto di vista chiaro. Isabella von Freiestein si muove sapientemente su un tessuto mobile, quello del mondo contemporaneo che, pur ritenendosi libero, si ingabbia spesso all’interno di schemi e di strutture preconfezionate a cui le persone si conformano.

conflict 2019
4 Conflict

Nell’opera Conflict (Conflitto) affronta il tema della trasformazione di genere, di quel momento di limbo in cui l’essere umano vive la consapevolezza di non sentirsi bene nella sua pelle ma non ha ancora trovato la forza di prendere atto e coscienza della necessità di effettuare il passaggio che lo farebbe sentire a proprio agio. Il conflitto del titolo non è solo quello interiore bensì anche quello del timore del giudizio di una comunità che, nonostante i progressi, non è ancora sufficientemente pronta e aperta verso una terza identità che il protagonista sente forte dentro di sé.

Whaling was the beginning
5 Whaling was the beginning

Anche il dipinto Whailing was the beginning (La caccia alle balene fu l’inizio) cela una riflessione lucida e profonda sulla società attuale, quella in cui tutti gli uomini vogliono pescare i pesci più grandi nello stesso mare, scatenando un meccanismo di causa ed effetto in virtù del quale ognuno deve guardarsi le spalle dal prossimo, costantemente pronto a entrare in competizione per prendersi il posto migliore, il prestigio più alto, il ritorno più vantaggioso anche a costo di danneggiare chi si trova accanto.

nothing is free
6 Nothing is free

E ancora nel lavoro Nothing is free (Niente è gratuito) l’artista sembra legarsi al buddismo attraverso il concetto karmico che ogni cosa ha il suo prezzo nel percorso evolutivo, che tutto ciò che facciamo ha un controvalore nella legge universale con cui prima o poi, nel bene e nel male, siamo chiamati a fare i conti, tutti, nessuno escluso. Nel corso della sua carriera Isabella von Freiestein ha ricevuto la nomination per il Kitzart Award e il Palmart Award; le è stato anche assegnato il premio artistico internazionale Artmaster Australia International e il Premio Michaelangelo presso Palazzo Cardinale Cesi di Roma; le sue particolari e originali opere sono inserite su vari magazine di arte come International Contemporary Magazine, Artsillustrated e Art & Crafts Magazine. Ha recentemente avviato una produzione di t-shirts in cui saranno riprodotte alcune delle sue opere e saranno acquistabili sul sito Unicartem.

ISABELLA VON FREIESTEIN-CONTATTI
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