I bambini dicono sempre la verità… Ma dobbiamo credere a tutto? Il piccolo Karim ci prova: studia poco, impara il giusto, la voglia è quella che è. Dice la verità, ascolta cose vere… e l’amicizia conforta, qualche volta più dei genitori. Soprattutto se anche il suo amico dice sempre la verità. Di seguito il racconto di fantasia a cura di Alice Bunner.
Quando i genitori di Karim furono convocati ufficialmente dal professore di Scienze e Matematica, pensarono di andare al colloquio perché il ragazzo aveva combinato una delle sue – a scuola – e l’ aveva tenuto nascosto.
Il professore li accolse frettolosamente nella sala delle riunioni, e per prima cosa consegnò alla madre di Karim un foglio protocollo: “Signori, mi scuso dell’ insistenza per parlarvi. Mostro la verifica di Scienze che ha fatto vostro figlio la settimana scorsa”.
“Ecco, non è che di per sé ci siano errori di calcolo o definizioni e nomi sbagliati. É peggio: è folle. Leggetela pure. Perché la Scienza è una cosa seria, e Karim – purtroppo – è un burlone nato”.
La madre un po’ intimorita lesse la verifica a voce alta:
“Tema da sviluppare: COSA NELLA SCIENZA MI INCURIOSISCE E COSA MI PIACEREBBE RICERCARE.
Svolgimento:
Tutto quello che dicono a lezione è sbagliato. Infatti in realtà gli asini volano, eccome! Non sono favole.
E poi, gli oceani sono pieni d’acqua perché c’è un tappo in fondo che la tiene tutta, ma se si stappa il tappo, l’acqua va via ed allora addio oceani. La Terra è sospesa nella Spazio perché ci sono degli enormi elastici che la tengono su, ma se si rompono la Terra cade giù giù!”.
Il padre scoppiò a ridere, e la madre fece un sorriso timido verso l’insegnante:
“Vabbè certo è uno scherzo… Ma Karim ha solo undici anni! si sa gli adolescenti…”
“Vede signora non è una cosa grave, deve solo cambiare atteggiamento e prendere le lezioni sul serio…”
“Ok ok, a casa gli diremo di essere serio da ora in poi. Non vogliamo che bocci nella sua materia, professore”.
Nel pomeriggio Karim era triste. Aveva ricevuto un brutto voto nella verifica e rimproveri a raffica dai genitori.
Allora s’allontanò per distrarsi ed andare a trovare un amico.
Sapeva che lui l’avrebbe consolato.
Il ragazzo arrivò nel cortiletto dietro il garage e iniziò a fischiare:
“Bruno, Bruno! Ci sei? ho bisogno di te!”
All’improvviso si sentì uno sbattere d’ali, ed un piccolo asino scuro atterrò dietro il faggio.
L’asino sorrise a tutti denti:
“Ehi, amico, mi hai portato la pizza come avevi promesso?”.