ROMA – “Uno dei temi più rilevanti di cui non si sta parlando è il ritiro degli Stati Uniti dalla convenzione sulla Global Minimum Tax, che dà un colpo mortale all’Ocse, la cui ragione d’essere era quella di creare un forum in cui i grandi attori dell’economia mondiale potessero dialogare su questi temi con gli Stati Uniti. Se gli Usa se ne vanno l’Ocse non serve più a niente”. Lo ha affermato l’economista e deputato della Lega, Alberto Bagnai, nel corso della trasmissione radiofonica “Giù la maschera” (Radio 1 Rai), condotta da Marcello Foa e dedicata al tema “Governance mondiale: come cambiano le regole”.
“A settembre la commissione finanze della Camera dei rappresentanti degli Usa aveva già inviato una lettera per esprimere le proprie perplessità”, ha detto Bagnai. “Di fatto Trump sta già dando una dimensione concreta e pragmatica a cose che erano già nell’aria”. Per quanto riguarda le ripercussioni dell’azione di Trump sull’Unione Europea, Bagnai ha spiegato che “il progetto europeo rischia di mostrare sempre più la corda di fronte al pragmatismo e all’iniziativa di Trump perché è un progetto che si è basato esplicitamente sull’idea che facendo il male delle parti si potesse fare il bene del tutto.
Le politiche fortemente aggressive nei riguardi dei singoli stati, la limitazione della loro capacità d’azione economica, in che cosa si sono tradotti? Nel fatto che l’Europa è riuscita, da quando siamo entrati in Unione Monetaria, a crescere perfino meno del Giappone. Ormai abbiamo 20 / 30 anni di tati che ci dicono che questo modello non funziona. Dall’altra parte abbiamo un paese che sta praticando una politica che attrarrà investimenti e libererà forze produttive. Da questo confronto l’Unione Europea ne esce negativamente”. Alberto Bagnai ha citato quanto avvenuto durante il periodo della pandemia. “Appena è stato sospeso il patto di stabilità e crescita i paesi hanno iniziato a crescere e l’Italia è diventato un paese stabile”, ha detto.
“Il problema è quello. Stiamo parlando della Governance bilaterale versus Governance multilaterale. C’è anche un altro tema. Vogliamo avere una politica basata su regole o una politica basata sul buon senso, tale per cui se una regola diventa contraria al buon senso non la si applica? Questo è il vero problema dell’Unione Europea, quello di aver preteso che basandosi su delle regole si creasse un terreno di gioco paritario per tutti i partecipanti. Non è così. Le regole rispecchiano dei rapporti di forza, consolidano e cristallizzano delle situazioni storiche e non consentono di raggiungere quella convergenza armoniosa che sarebbe un desiderio di tutti. Non credo che il debito comune sia una soluzione”.