Molto spesso lo stile degli artisti contemporanei si inquadra all’interno dell’eredità culturale del paese da cui provengono, testimoniando quanto il passato sia guida e base per un presente che non può fare a meno di collegarsi ma riattualizzato nelle tracce segnate in precedenza per dare vita ad approcci più aperti alla contaminazione tra differenti linguaggi. L’artista di cui vi racconto oggi si lega indissolubilmente a una delle correnti più incisive degli inizi del Ventesimo secolo della sua nazione di origine, andiamo a scoprire come.
Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, l’intera Europa fu investita da un movimento artistico che celebrava il senso estetico, il buon vivere e la bellezza ma soprattutto l’importanza della creatività artigianale sulla meccanizzazione e la riproduzione in serie che in quel periodo andava affermandosi. Quella corrente prese nomi differenti di paese in paese: in Francia venne chiamata Art Nouveau, in Spagna Modernismo, in Germania Jugendstil e in Austria si manifestò sotto il nome di Secessionismo Viennese. L’esigenza del recuperare forme delicate e morbide, sinuose quasi, si diffuse non solo in campo pittorico e scultoreo bensì anche nell’architettura, nell’arredamento, nella gioielleria, nell’illuminazione; in particolar modo in Austria il movimento secessionista teorizzò e auspicò un’arte totale, in cui tutte le manifestazioni creative interagissero e si fondessero escludendo così la settorializzazione delle forme espressive. Massimo rappresentante del Secessionismo Viennese fu Gustav Klimt che con le sue figure delicate e finemente dettagliate, avvalendosi di un tocco pittorico classico eppure incredibilmente moderno nel risultato finale, ebbe la capacità di trasportare l’osservatore in un mondo onirico, sognante, pieno di colore e di luce, come testimonia il suo periodo aureo che lo ha consacrato all’immortalità. L’attenzione al particolare minuziosamente descritto e i colori vivaci stesi in modo netto, quasi senza sfumature, caratterizzano la produzione artistica della bulgara Silvia Guenova, in arte SilvaGe, naturalizzata austriaca e laureata in regia teatrale ma con la passione sempre coltivata per la pittura, che si lega indissolubilmente allo stile secessionista viennese, arricchito dalla contaminazione con il Surrealismo, quello più classico, quello più affine all’inclinazione contemporanea di osservare il mondo esterno e meditare sulle sue relative verità.
Il suo lato più estetico è quello che si svela in opere come Blumen (Fiori) che decorano le calze e la gonna della protagonista del dipinto, di cui non si vede il volto bensì l’attenzione dell’osservatore è diretta da SilvaGe solo su un dettaglio civettuolo, quasi volesse sottolineare che nell’esistenza c’è bisogno anche di leggerezza, di spensieratezza e di attenzione all’estetica a volte fine a se stessa, senza doversi porre troppe domande.
Stesso tema è ripreso anche in Tanz (Danza) in cui l’artista racconta un momento di divertimento, di festa popolare, un frangente giocoso all’interno del quale evadere, non pensare a nulla se non al presente, allacciandosi alla semplicità e all’immediatezza del modo di vivere del passato forse meno pieno di complicazioni esistenziali rispetto all’epoca contemporanea.
Complicazioni e interrogativi che però la sensibilità di SilvaGe non può ignorare e che manifesta apertamente in altre opere in cui il Surrealismo diventa elemento fortemente presente, dominante quasi, pur non escludendo mai il gusto estetico del Secessionismo che pervade la sua produzione artistica.
In questa serie di opere lo stile dell’artista si avvicina più alle linee guida del movimento nato nei primi decenni del Novecento, linee tracciate da André Breton dopo aver letto il trattato di Freud Interpretazione dei sogni, che non all’applicazione che ne fu fatta dai maggiori maestri di questo stile, Salvador Dalì e Max Ernst, tra i principali; SilvaGe al contempo si distacca dal puro onirico per infondere nelle sue tele un concetto, una tendenza più metafisica. Dal contrasto tra figurazione immaginata e meditazione legata alla realtà contemporanea nasce l’approccio del tutto personale di SilvaGe che esplora in maniera lieve e delicata, i dubbi e le perplessità della società attuale.
Nell’opera Augen (Occhi) la sinergia tra i due stili tra cui l’artista si muove emerge in maniera incisiva dando vita a un’atmosfera irreale di cui sono protagoniste due entità, apparentemente due corpi ma in realtà due anime, che si incontrano e si legano nell’incertezza del futuro, nell’insicurezza e nel dubbio di potersi realmente fidare l’una dell’altra, ecco dunque apparire gli occhi della diffidenza, del controllo, della necessità di guardarsi le spalle per non restare feriti. Eppure il colore tenue dello sfondo, un verde acqua la cui uniformità è interrotta solo da elementi decorativi appena accennati in stile Art Nouveau, sembra voler rassicurare i protagonisti della tela, collocandoli in un tempo non tempo che costituisce un rifugio.
E ancora in Mensch (Umano) SilvaGe si interroga sulle mille sfumature, sulle sfaccettature che si assumono davanti a circostanze differenti della vita ma che in realtà appartengono a un’unica, complessa personalità attraverso la quale ci mostriamo al mondo, talvolta con un volto, altre con un altro, confermando il pensiero di Pirandello sulle maschere, su quell’uno nessuno e centomila che possiamo essere sulla base degli eventi e degli interlocutori davanti a cui ci troviamo, fino a dimenticare chi siamo davvero.
L’opera Schnecke (Lumaca) racconta invece di una contemporaneità in cui la lentezza è dimenticata, troppo di fretta è il ritmo di un’esistenza che corre all’inseguimento di obiettivi, di benessere economico, di fini materiali per raggiungere i quali non ci si può permettere di fermarsi, di rallentare per osservarsi dentro in maniera più consapevole e profonda; dunque la tela vuole essere un elogio di un ritmo rallentato in virtù del quale si possono recuperare valori, emozioni, sensazioni che altrimenti fuggono via perdendosi nella corsa della vita.
Nel corso della sua carriera SilvaGe ha partecipato a numerose e importanti mostre collettive a Vienna e in tutto il territorio austriaco.
SILVIA GUENOVA-CONTATTI
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