“Ho avuto occasione di visitare il settore femminile di San Vittore e anche la residenza protetta per le carcerate con figli. Ho visto molte detenute giovanissime, belle, a cui si fa fatica ad attribuire un passato criminale”
È disponibile in libreria e negli store online “Il tocco del piccolo angelo”, il nuovo romanzo giallo/noir di Fiorenza Pistocchi edito da Neos Edizioni. Con il talento che le è proprio di restituire l’umanità e le atmosfere delle situazioni, la scrittrice affronta la metropoli, le sue inquietudini e la molteplicità delle sue relazioni. Dalla penna di Fiorenza Pistocchi nasce una nuova protagonista: Linette, giovane, capelli crespi e occhi abbaglianti, con un passato doloroso. Con lei, l’autrice regala ai suoi lettori una guida sensibile che avvince e scompagina le carte dei luoghi comuni.
Fiorenza Pistocchi ci ha gentilmente concesso un’intervista.
“Il tocco del piccolo angelo” è il tuo nuovo romanzo, di che cosa si tratta?
È un romanzo giallo/noir, con qualche evasione nel mondo dell’irrazionale. Questa è una definizione supersintetica, ma c’è anche altro. L’idea è nata quando ho avuto occasione di avvicinare delle detenute di San Vittore. Infatti, sono stata invitata a una sfilata in cui le detenute indossavano i turbanti che cuciono per le donne sottoposte a chemioterapia dell’Istituto dei Tumori di Milano. Oltre al gruppo di cucito, in carcere c’è un gruppo di cucina e uno di scrittura e la sfilata ha compreso anche la lettura di loro poesie e il rinfresco offerto da loro. Ho scoperto donne e ragazze a cui era difficile collegare un passato criminale, così è nata l’idea della mia protagonista, Linette, che, una volta scontata la pena esce con l’intenzione di rigare dritto perché vuole dedicarsi a crescere la sua bambina, nata in carcere. Alla sua storia si intreccia l’indagine di un giovane commissario, un po’ tormentato, che ha qualche segreto e che è alla ricerca del colpevole di un omicidio. Ma Linette ha delle capacità speciali… e qui non posso dire di più, perché toglierei il piacere della lettura agli appassionati di gialli.
Cosa vuoi trasmettere con questo lavoro?
Spesso i lettori si aspettano da un giallo solo momenti di evasione, ma in realtà un messaggio c’è: prima di tutto quello che non si possono incasellare le persone in un cliché e che ciascuno ha diritto a un suo riscatto dal passato. Un altro messaggio è che l’amore per un figlio può fare tutto, anche cambiare la vita. Inoltre, non tutto è come sembra e l’irrazionale fa parte della nostra vita, e spesso ci costringe a svolte che non avremmo immaginato. Altri messaggi li vorrei lasciare da scoprire al lettore, che spero di avere incuriosito.
Che tipo di accoglienza ti aspetti?
Spero che questo romanzo possa piacere a un’ampia gamma di lettori, anche perché non si colloca rigidamente in un genere collegato al giallo, ma ha tratti di originalità. Spero che piaccia ai lettori non solo milanesi perché, pur essendo ambientato in due quartieri periferici della città, li descrive con affetto e può piacere a chi vive in realtà simili.
Come ti sei avvicinata alla scrittura?
Attraverso la lettura. Chi scrive è spesso un lettore accanito che decide di saltare dall’altra parte del confine. Dalla lettura di classici, romanzi di ogni genere e gialli, è scaturita la voglia di mettermi alla prova. Così, con grande incoscienza ci ho provato, e ho trovato una casa editrice che ha apprezzato la mia “prova di scrittura”, la Neos edizioni di Torino. Tutti i miei romanzi sono pubblicati da Neos edizioni e sono arrivata, con “il tocco del piccolo angelo” al romanzo numero 9. Ormai non mi posso più fermare… ho cambiato anche stile nel tempo e scrivere è diventata ormai una necessità: se non ho in corso un progetto di scrittura sono irrequieta e nervosa, se sto scrivendo mi rassereno.