Svelto e allegro
Ci resta un diario del nano e non è male se riporto quello che ha scritto di se stesso: “Io avevo diciannove anni ed ero alto 89 centimetri e così tutti mi hanno amato subito perché ero allegro, svelto e anche non c’è male come aspetto. Il Duca Nicolai, nonno di Platon che mi prese in Polonia, era alto due metri e mi portò in Russia infilandomi nella manica sinistra del suo cappotto immenso di pelle di orso”.
Visse a Fetinino nella tenuta dei duchi Zubov fino a quando nel 1801 fu affidato al nipote Platon che lo portò a San Pietroburgo. Dormirono diversi mesi nello stesso letto solo che il nano stava di traverso sul fondo.
Grandi privilegi
Platon Zubov era molto bello e divenne quasi subito l’amante di Caterina II. Furono anni molto importanti e il nano godeva di gran privilegi anche perché tutta San Pietroburgo era ai piedi del Duca.
Quando però morì la zarina, Paolo I, nuovo zar, cancellò i trentasei incarichi statali di quest’ultimo favorito di sua madre costringendolo ad allontanarsi dalla capitale e vivere diversi anni nella tenuta di Fetinino e molto altro tempo a Rundale, un magnifico castello che Rastrelli costruì per il primo ministro Biron della zarina Anna e che in seguito Caterina II regalò all’ultimo amante.
Platon Zubov si dedicò soprattutto alla caccia accompagnato sempre dal fedele nano che portava la borsa a tracolla e il fucile. Vestiva in modo trasandato e senza cura, così gli arrivò addosso una vecchiaia precoce.
Un pittore italiano
Qualcuno scrisse che “la sua passione per l’avarizia lo fa vivere male e in modo molto inferiore alle sue possibilità finanziarie”. Tuttavia spesso arrivavano al castello, non lontano da Riga, molti artisti stranieri e probabilmente, come sostengono molti studiosi, il quadro nel museo di Vladimir col Duca e il nano pronti per la caccia fa pensare a un pittore italiano.
Quasi centenario
Il nano visse fino ai novantotto anni. Negli ultimi tempi, specialmente durante i mesi invernali, stava chiuso nella sua cameretta con una vestaglia imbottita di pelli di scoiattolo e costruiva gabbie per uccelli. Ne aveva tante sui muri e insegnava loro a cantare facendogli sentire la musica di un organetto a manovella che lui azionava lentamente.
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