L’arte del Ventunesimo secolo ha assunto, e continua ad assumere, caratteristiche di mutevolezza e di contaminazione tra vari stili che contraddistinguono non solo la pittura e la scultura, considerati ambìti più tradizionali, bensì anche i nuovi approcci creativi nati nel Novecento e che oggi trovano nuove espressioni. Alla luce di questa ricerca le immagini digitali assumono l’aspetto di opere pittoriche, le tele informali introducono oggetti che sembrano riassorbirsi nel contesto generale e così via; esistono altresì anche approcci puramente pittorici che infondono l’illusione di trovarsi di fronte a un elemento materico, sebbene non lo abbiano.
Quando, intorno alla prima metà del Ventesimo secolo, lo scopo principale degli artisti dell’epoca divenne quello di affermare la superiorità del concetto sulla figurazione e l’autonomia della forma sulla fedele riproduzione della realtà, non si prevedeva quale evoluzione quei princìpi avrebbero avuto nel corso dei decenni seguenti. L’Astrattismo decretò quel distacco da tutto ciò che aveva costituito la base dei movimenti pittorici dei secoli precedenti e sottolineò, attraverso vari e differenti linguaggi, quanto non fosse necessario attenersi a immagini conosciute e riconoscibili per emozionare o per avvicinarsi alla purezza estetica. Da un lato emersero correnti più razionali, quasi matematiche, basate su ordine rigoroso e sull’astrazione completa fino a giungere alla sublimazione del colore come unico senso artistico, come nel caso dell’Astrattismo Geometrico, dello Spazialismo, del Cubismo Orfico, dell’Informale e del Suprematismo, dall’altro invece, nonostante l’assenza di forme definite e associabili a ciò che lo sguardo poteva osservare nella quotidianità, emerse l’esigenza di utilizzare l’accostamento casuale di tonalità e l’esecuzione istintiva dell’opera, che caratterizzò l’Astrattismo Lirico e, poco dopo, l’Espressionismo Astratto. Nel proseguire dei decenni queste correnti un tempo ben definite e delineate, si sono mescolate e contaminate, dando vita a evoluzioni pittoriche nuove e affascinanti tanto quanto le basi da cui erano partite stimolando la creatività degli artisti che aprivano queste nuove strade. Dunque l’equilibrio tra uno stile e l’altro diventa elemento fondamentale e distintivo di un approccio pittorico dove si fa strada la libertà espressiva che tanto stava a cuore a Jackson Pollock, lungimirante fondatore dell’Espressionismo Astratto, il quale sottolineò l’importanza dell’emozione, dell’istinto comunicativo, rispetto alla rappresentazione finale sulla tela, accogliendo pertanto nel suo movimento artisti completamente differenti tra loro ma tutti con una straordinaria capacità di far vibrare le corde dell’osservatore. Ružica Skoko sceglie la forza di impatto dell’Espressionismo Astratto pur stemperandola con un’impronta meditativa, di riflessione su temi esistenziali o più semplici, di quelli che scaturiscono dall’osservazione della natura intorno a sé.
Altra caratteristica che contraddistingue questa artista croata, è l’illusione ottica che riesce a generare, usando solo colori acrilici, che nelle sue tele vi siano elementi materici che ne completano l’immagine finale.
La realtà invece è che in virtù del suo approccio meditato e lento, imprime ai dettagli quel senso di profondità e di plasticità in grado di riprodurre la presenza di un oggetto, di un intervento esterno che arricchisce il semplice tocco pittorico, senza di fatto averlo introdotto. Non solo, pur essendo il suo stile decisamente Astratto, la sensazione è quella di trovarsi davanti a opere figurative di cui la Skoko inquadra solo un piccolo dettaglio, come nelle Macrofotografie nelle quali un particolare diviene protagonista assoluto della riproduzione; questa illusione ottica affascina e conquista l’osservatore che si trova coinvolto dal punto di vista emotivo, da quello razionale e, infine, da quello riflessivo che l’artista riesce a suscitare. Quando affronta i temi esistenziali, quelli che appartengono all’animo di ogni individuo, come nell’opera Geborgenheit (Sicurezza),
Ružica Skoko infonde ai colori la funzione di scaldare lo sfondo per evidenziare la sensazione che si percepisce quando ci si trova avvolti da un guscio, un involucro di cui si ha bisogno per proteggersi, e al tempo stesso sembra invitare quel guscio ad aprirsi senza timore verso l’esterno, un luogo di luce e di solarità che è solo lasciandosi andare che si può apprezzare in tutte le sue sfumature.
In Hochzeit (Matrimonio) l’artista sottolinea l’incontro, l’unione, che trova il suo culmine nell’articolata e decorata linea centrale, tra due parti differenti che però decidono e scelgono di fondere le loro esistenze per generarne una nuova, insieme, pur mantenendo la diversità che deve continuare a caratterizzare le personalità di ciascuno; anche in quest’opera la parte centrale sceglie la sembianza del rilievo, come a voler sottolineare la ricchezza che prende vita quando due anime si incontrano e si intersecano, ricchezza che si amplifica proprio in virtù delle differenza che non sono un ostacolo, al contrario, divengono un punto di forza.
E ancora in Verbundenheit (Connessione) lo sfondo scuro è magistralmente usato da Ružica Skoko per mettere in risalto quell’elettricità particolare, quel vibrante attimo in cui si compie lo scambio energetico tra due individui, quella scintilla che cattura l’attenzione dei protagonisti per un istante oppure per sempre, non importa, ciò che conta è quanto forte sia il legame istintivo che si accende e che illumina la mente e l’interiorità per il tempo che resta.
Anche quando descrive realtà quotidiane, come in Sommer Wiese (Prato estivo) e Raupe am Blatt (Bruco sulla foglia) la Skoko confonde lo sguardo dell’osservatore che si convince di trovarsi di fronte a opere figurative malgrado siano in realtà, ancora una volta, manifestazione dell’illusione ottica che attraverso il suo Espressionismo Astratto riesce a infondere nelle tele. Pittrice e filantropa, Ružica Skoko ha preso parte a numerose mostre collettive e fiere internazionali in Germania, Croazia, Italia, Lussemburgo, Austria e Spagna.
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