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Inps: nel primo semestre il saldo assunzioni-cessazioni è +945.000

ROMA – Nel primo semestre del 2017, nel settore privato, si registra un saldo, tra assunzioni e cessazioni, pari a +945.000, superiore a quello del corrispondente periodo sia del 2016 (+719.000) che del 2015 (817.000). Riportato su base annua – spiega l’Osservatorio sul precariato dell’Inps – il saldo consente di misurare la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro.
Il saldo annualizzato – vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi – a giugno 2017, risulta positivo, pari a +548.000 e in crescita continua da inizio anno. Tale risultato cumula la crescita tendenziale dei contratti a tempo indeterminato (+22.000), dei contratti di apprendistato (+50.000) e, soprattutto, dei contratti a tempo determinato (+477.000, inclusi i contratti stagionali). Queste tendenze, in linea con le dinamiche osservate nei mesi precedenti, attestano il proseguimento della fase di ripresa occupazionale.

La piu’ forte crescita delle posizioni di lavoro rispetto al 2016 – si legge ancora nell’Osservatorio Inps – e’ attribuibile interamente all’aumento delle assunzioni. Le cessazioni sono infatti aumentate rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e anche in questo caso l’incremento e’ concentrato sui contratti a tempo determinato, mentre le cessazioni da contratti a tempo indeterminato sono sostanzialmente stabili.

Complessivamente le assunzioni, riferite ai soli datori di lavoro privati, nei mesi di gennaio-giugno 2017 sono risultate 3.547.000, in aumento del 19,4% rispetto a gennaio-giugno 2016. Il maggior contributo e’ dato dalle assunzioni a tempo determinato (+27,0%) e dall’apprendistato (+27,3%) mentre sono diminuite quelle a tempo indeterminato (-3,8%: questo calo rispetto al 2016 e’ interamente imputabile alle assunzioni a part time).

Tra le assunzioni a tempo determinato, appare significativo l’incremento dei contratti di somministrazione (+20,7%%) e ancora di piu’ quello dei contratti di lavoro a chiamata, che, con riferimento sempre all’arco temporale gennaio-giugno, sono passati da 95.000 (2016) a 214.000 (2017), con un incremento del 126,7%. Questo significativo aumento dei contratti a chiamata – come pure in parte anche l’incremento dei contratti di somministrazione e dei contratti a termine – puo’ essere posto in relazione alla necessita’ delle imprese di ricorrere a strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher, cancellati dal legislatore a partire dalla meta’ dello scorso mese di marzo (e riattivati con profonde modifiche normative dal mese di luglio).

Questi andamenti hanno portato ad un’ulteriore compressione dell’incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni (24,7% nel primo semestre 2017) rispetto ai picchi raggiunti nel 2015, quando era in vigore l’esonero contributivo triennale per i contratti a tempo indeterminato. Le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato (ivi incluse le prosecuzioni a tempo indeterminato degli apprendisti) sono risultate 182.000, con un lieve incremento rispetto allo stesso periodo del 2016 (+2.000).

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Redazione L'Opinionista

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