Cultura

Intervista a Claudio Cherubini: un ricercatore, mistico, positivo e fiducioso

Ho scritto per me, per migliorare, capire, approfondire e successivamente per condividere

Si intitola Uscire da Matrix il nuovo libro del bravo e accorto Claudio Cherubini. Della sua genesi, di come si è sviluppato e di molto altro ancora riguardo alla sua opera ci ha parlato l’autore che sul finale fa anche uno speciale augurio…

Come è nata la stesura di Uscire da Matrix, il suo secondo libro?

Il desiderio di scrivere c’era da tempo ma stava procedendo molto lentamente. La pandemia, il dover essere confinato in casa o comunque limitato, mi hanno dato l’opportunità di avere molto tempo a disposizione. Inoltre il dedicarmi alla scrittura e alla ricerca ha rotto la monotonia del lockdown, che alla fine è passato velocemente tra scrittura, ricerche e rilettura.

Il titolo, di sicuro impatto, è nato prima del testo o dopo?

È nato dopo. Il titolo originario era: Tutto ciò di cui ho bisogno è già dentro di me! – Volume II –ma poiché i temi sviluppati erano molto più ampi, completi e diversi e ho ritenuto più opportuno il titolo Uscire da Matrix.

Con quali parole lo descriverebbe e lo presenterebbe a chi non ha ancora avuto il piacere di leggerlo?

Amo definirlo una meta-analisi, ovvero la combinazione di studi condotti da altri e nello stesso tempo un resoconto della mia esperienza personale. È un manuale di crescita personale che porto avanti anche attraverso citazioni, storie e film. Un libro di scorrevole e facile lettura, che fa riflettere e che tutti dovrebbero leggere.

Ci vuole raccontare come ha affrontato questa sua nuova sfida letteraria?

Con gioia e passione. Uscire da Matrix, nato come seguito del mio primo libro, è stata una grande sfida, ma anche una sorpresa e una scoperta, perché, in modo naturale, mi ha portato verso orizzonti nuovi ampliando concetti che, forse, se non ci fosse stato un periodo così duro come quello che abbiamo appena affrontato e che non ci siamo ancora del tutto lasciati alle spalle, sarebbero rimasti marginali. Dunque è stata una sfida che ritengo di aver affrontato e superato e che, a sua volta, mi sta aprendo a nuove possibilità facendomi sentire pronto, al momento giusto, per andare oltre.

Lei ama scrivere di getto o è più riflessivo? A mano o subito al pc?

Tendo a scrivere di getto e direttamente sul pc. Naturalmente poi rileggo, integro e collego i capitoli e le varie parti scritte.

E nella vita- in linea generale- come si descriverebbe?

Mi ritengo un ricercatore, un mistico, positivo e fiducioso.

Si dice che una persona scriva in primis per sé stesso e solo in un secondo momento per gli altri, è così anche per lei?

Sì, è assolutamente così. Lo ripeto spesso nei miei libri: ho scritto per me, per migliorare, capire, approfondire e successivamente per condividere.

Che augurio si sente di dare ai suoi lettori per l’estate ormai alle porte? E a sé stesso?

Auguro a tutti un futuro radioso che sono convinto stia per arrivare, auguro di essere fiduciosi, come lo sono io, circa le opportunità che la vita ci offre e- inoltre – una buona lettura del mio libro, poiché sono convinto se ne possono trarre validi insegnamenti.

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Pubblicato da
Laura Gorini
Argomenti: Intervistelibri

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