Dario Roccavini è un vero sportivo, solidarietà, generosità, disponibilità non sono un’optional per lui. Oggigiorno sono diventate rare queste persone. Credo che tutti noi, testimoni di un calcio autentico, ci siamo accorti che esiste un degrado sportivo preoccupante. Lo sport dovrebbe educare i giovani ed invece spesso diseduca i “ragazzi” di tutte le età, sono frequenti le baruffe tra i genitori e, pure, tra i nonni … alle partite dei bambini. Permettetemi la digressione: ragazzi di tutte le età, perché il Tempo non esiste, Einstein era stanco della gente che si ostina a credere che il Tempo esiste. Siamo in uno Spazio-Tempo. Verità della Fisica confermata da Dario Roccavini, che ha iniziato a frequentare lo Stadio a nove anni e ha mantenuto intatto l’entusiasmo, la vitalità, l’energia, la gioia di quel bambino. É saggio non far morire mai il bambino che è in noi.
Ed ora l’intervista, mi sono state date informazioni preziosissime sulla Triestina, spero di riuscire a riportarle, trasmettendo lo stesso entusiasmo, che è stato trasmesso a me da Dario Roccavini.
A chi è venuta l’idea di realizzare un docufilm sulla storia calcistica della Triestina?
L’idea è venuta a me. Dopo cinque anni di buio per la squadra, la famiglia Biasin-Milanese salva la Triestina dal disastro nel 2016. Nell’estate 2017 espongo la mia idea ai nuovi dirigenti, desidero in particolare ringraziare, oltre ovviamente a Mauro e Romina Milanese, il segretario generale Giuseppe D’Aniello. Dopo un normale primo momento di stupore, c’è stato da parte di tutti loro grande apertura e disponibilità.
Reperire il materiale per il docufilm non deve essere stato facile.
Assolutamente no. Non c’era più un archivio, i disastri societari precedenti avevano fatto perdere le tracce dei vari archivi, che erano esistiti. Nel mio lavoro di ricerca sono stato aiutato dai libri scritti da Luca Dibenedetto e da Dante di Ragogna e Augusto Re David, purtroppo deceduti nel frattempo. Ho contattato Luca Dibenedetto, che mi ha fatto avere ulteriore materiale, il suo libro s’intitola “I Pionieri Alabardati”.
Mi ha aiutato tantissimo un mio amico d’infanzia, Roberto, che aveva conservato una grande quantità di informazioni, giornali, illustrazioni relative alla Triestina. É stato difficile trovare notizie sulla Triestina dal 1918 al 1930, ma in ciò sono stato facilitato dal volume “I Pionieri Alabardati” di Luca Dibenedetto, il quale mi ha messo generosamente a disposizione persino gli originali di foto d’epoca pubblicate nella sua opera. Con grande pazienza sono riuscito ad ottenere informazioni utili, non solo a Trieste ed in regione, ma anche in altre parti d’Italia.
Nel suo docufilm Lei riesce a dare delle emozioni, non si tratta solo di un documentario calcistico, le origini della Triestina nel 1918 sono affascinanti e per Lei raggiungere queste origini sarà stata un’impresa.
Assolutamente non facile. Esistevano due squadre in città: il Trieste Football Club e il Circolo Sportivo Ponziana. Si allenavano su un campo di una caserma austriaca, che era ubicata dove adesso abbiamo la Piazza Oberdan. Spesso i calciatori delle due squadre litigavano e, curiosamente, furono anche gli ufficiali, stanchi di queste liti, a sollecitare un’unione tra le due compagini. In merito all’ubicazione del caffè in cui si incontrarono alcuni dirigenti delle due squadre, nel quale fu concordata la fusione (da cui il nome Unione) c’è stata da parte mia un’attenta ricerca. Si sapeva che la Triestina era nata come associazione calcistica al Caffé Battisti il 18 dicembre 1918. Si pensava che il Caffè si trovasse all’epoca in Viale XX Settembre 43, ma c’era qualcosa che non mi convinceva. Io mi sono recato nel bar ancora esistente al civico 43, vicino al Teatro Stabile Rossetti, ma dai documenti fornitimi, avevo dedotto che non era quello l’indirizzo esatto.
Il ritmo con il quale Roccavini racconta tutte le vicende, che hanno accompagnato le ricerche del numero civico esatto, è emozionante, come il suo docufilm. Sta in questo la straordinarietà del regista, saper dare agli argomenti sportivi delle valenze che arrivano diritte al cuore dello spettatore.
Mi rivolsi nuovamente a quell’amico d’infanzia, che mi aveva fornito così tanto materiale utilissimo sulla Triestina, mi recai alla Biblioteca Civica ed ebbi la conferma che il Caffè Battisti, già Secession, all’epoca era ubicato sul lato opposto di Viale XX Settembre, precisamente al n. 32. In sostanza, il Caffè stava sul piano stradale di un prestigioso edificio risalente al 1902, la Casa Agnani, all’angolo fra il n. 8 di via Rossetti ed il n. 32 di Viale XX Settembre. L’unione fra le due società fu ratificata in un successivo incontro, il 2 febbraio 1919 e nacque la nostra Triestina, che sin dall’inizio venne denominata Unione. Il Caffè al n. 43 di Viale XX Settembre fu momentaneamente una sede della Triestina tra il 1922 ed il 1923. Il Comitato organizzatore delle Celebrazioni del Centenario, il 18 dicembre 2018, ha messo una targa sulla casa Agnani, all’angolo fra Via Rossetti ed il Viale XX Settembre.
Difatti nel docufilm si vede una sorridente Romina Milanese, che scopre tale targa.
Sta scritto:
“Cent’anni fa qui, al Caffé Secession, nacque l’Unione Sportiva Triestina, simbolo e orgoglio di tutta la città, Umberto Saba ieri ed i tifosi oggi “Vi salutano Rossoalabardati”.
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