Sport

Intervista conversazione con Dario Roccavini (2° parte)

Diffusione del docufilm a trieste e in italia, idee per una futura diffusione, identita’ sportiva e professionale del regista dario roccavini, “triestinita’ sportiva”

Immagino che il docufilm abbia avuto ampia diffusione in città.

Certamente, il docufilm è stato proiettato alla mostra sul Centenario della Triestina, che è stata aperta al pubblico il 18 dicembre 2018 e si è conclusa il 3 febbraio 2019. Ogni sabato, e la domenica mattina, il docufilm veniva proiettato. La mostra si è conclusa il 3 febbraio con la proiezione del docufilm, presenti i calciatori Franco De Falco e Tiziano Ascagni, simboli della Triestina degli anni ’80, presenti tutte le autorità. Il docufilm era stato presentato in prima visione al Teatro Salesiani il 21 novembre 2018, presente al completo la società rossoalabardata e la prima squadra, le vecchie glorie, la tifoseria organizzata ed un vasto pubblico.

Conclusa la mostra, ho iniziato a ricevere tante telefonate da parte di persone che avevano libri, giornali, illustrazioni e tante informazioni utili sulla storia della Triestina. Ciò mi ha indotto a realizzare una seconda versione anche integrata del docufilm, ho compreso anche la stagione 2018/2019 ed il titolo è diventato “Triestina Story 1918-2019 – 100 anni e più di storia rossoalabardata”. Nel frattempo il Presidente dell’Associazione Giuliani nel Mondo con sede a Trieste, Dario Locchi, aveva incontrato il Presidente Mario Biasin in Australia, e aveva saputo del docufilm. Venne coinvolta l’Associazione Triestini e Goriziani in Roma, ed il 28 novembre 2019, a Roma, ci fu la prima proiezione della versione integrata del docufilm. A Trieste è stato proiettato il 10 dicembre 2019 al Teatro Salesiani. Nel novembre 2018 c’èra stato un servizio speciale della RAI, anche Tele4 ha dedicato attenzione al docufilm. Devo dire che, sin dall’inizio, sono stato mosso dal desiderio di far rivivere ai sostenitori della Triestina di ogni tempo sequenze rimaste nel cuore o che, per questioni anagrafiche, non tutti hanno potuto vedere. Un collaboratore, il dott. Gianni Slavich, figlio del medico sociale della Triestina dagli anni Venti al 1948, mi ha fornito molte notizie utili.

Come desidera che, nel futuro, venga diffuso il docufilm sulla Triestina?

Premetto che il docufilm non ha mai avuto fini di lucro, perché pensato per le Celebrazioni del Centenario, per l’US Triestina e per un istituendo Museo sulla storia della Triestina allo Stadio Rocco. Confido che si possa realizzare il museo e il docufilm troverà una collocazione in questo ambito. In futuro, magari quando la Triestina andrà in serie B, speriamo presto, la società rossoalabardata, se lo riterrà, valuterà le modalità di una sua diffusione, il cui ricavato, a mio parere, sarebbe bello se venisse devoluto in beneficenza.

Lei ha sempre seguito le partite della Triestina sin da quando era bambino, quali periodi calcistici le sono rimasti particolarmente nel cuore?

Gli anni Sessanta, proprio perché ero un ragazzino che ha cominciato a seguire la Triestina nel 1959. Poi gli anni Ottanta, gli anni del grandissimo Franco De Falco.

Che significato hanno per Lei questi due termini: Valori Sportivi?

Hanno un grande significato, li sento dentro di me.

Il regista di un film ormai deve essere un esperto videomaker, filmaker, che sa lavorare con grande abilità con il computer.

Io sono da tanto tempo un appassionato di tutte le nuove tecnologie, ed ho ricavato filmati da pellicole in super 8, convertito in digitale filmati in formato VHS; è stata un’impresa ed è un continuo lavoro. Mi sto occupando della versione del film in Full HD e poi ci sarà la versione 4K. Del resto, molte sequenze filmate del docufilm hanno dovuto essere convertite in digitale da formati analogici, per non parlare del necessario lavoro di miglioria e restauro.

Il suo interesse per la cinematografia si è espresso anche al di fuori dello Sport?

Sì, ho realizzato nel 2014 una Videoenciclopedia delle Ferrovie Italiane, la Storia delle Ferrovie Italiane dal 1839 al 2014.

Secondo Lei la città sostiene abbastanza la sua squadra?

Sì. secondo me la sostiene, anche se il triestino medio, ha un modo tutto particolare nel supportarla. Questa particolare tipologia di tifosi si esprime così:

“Te disevo mi”

“Guarda, a mi no i me vedi più”

“Per mi, no i voleva andar su”

Poi, nel tardo pomeriggio di una qualsiasi domenica in città, questa particolare tipologia tutta triestina, nel passare davanti ad un bar, si ferma, entra nel locale e chiede al barista:” La scusi, la sa forsi cossa che ga fatto oggi l’Unione?”.

Trieste è davvero una città particolare, ma questo è il suo fascino.

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Pubblicato da
Daniela Asaro Romanoff
Argomenti: CalcioTrieste

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