Intervista a Daniela Carelli: io, la scrittura e la musica

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daniela carelli

Ci ha regalato un nuovo romanzo degno di nota Daniela Carelli. “E Leda inventò il mondo”, così si intitola la sua quinta opera che è disponibile su Amazon sia in formato cartaceo che digitale. Di questo e di molto altro ancora ci ha parlato l’autrice che è un vero vulcano.

Daniela, cantante, scrittrice, vocal coach, disegnatrice e compositrice, di cose ne fai tu! Come è strutturata una tua giornata tipo?

L’unica costante delle mie giornate è il mio lavoro: le lezioni di canto e le letture che non mancano mai. Poi come hai scritto sono una creativa, quindi nelle ore libere seguo l’estro del momento.

Nel tuo nuovo romanzo vediamo una splendida miscellanea di tue grandi passioni. Possiamo dire che “E Leda inventò il mondo” sia il libro da te scritto che ad oggi ti rappresenti di più?

Ogni romanzo è un’autobiografia del profondo. Con Leda abbiamo in comune la passione per la musica e per la scrittura. Ma in questo romanzo un personaggio reale c’è: Milly, la cagnetta che Leda salva dall’abbandono. Nella realtà il suo nome era Minnie, la compagna indimenticabile della mia gioventù. Nel romanzo racconto la nostra storia. Unica differenza tra Milly e Minnie è che la seconda non mi avrebbe mai accompagnata nei miei viaggi, poiché amava stare a casa, l’unico luogo in cui si sentiva al sicuro.

Lei è una musicista che con il suo ukulele lilla conquista chi la ascolta. E tu quando hai capito di aver conquistato gli altri con la tua arte?
Fin dal primo concerto e fin dal primo libro. O almeno spero tanto sia così.

Sii sincera: è più difficile conquistare gli altri o se stessi?
Se stessi. Assolutamente.

Quali sono gli aspetti di Leda che ami di più?

Il coraggio di partire per fare l’artista di strada. Da cantante professionista è l’unica esperienza che mi manca. Forse Leda è nata proprio per questo, per poter vivere quella esperienza, almeno nella mia fantasia.

Lei è cresciuta a Napoli, tu l’hai lasciata da diversi anni. Che cosa ti manca maggiormente della tua città?

Tutto. Anche se in realtà io Napoli non l’ho mai lasciata. Un pezzo del mio cuore è là. E poi chi ha letto i miei romanzi lo sa: Napoli mi vive dentro e attende. Sa che io torno sempre da lei e un giorno, spero, sarà per non andare più via.

Se dovessi scegliere un brano, che magari hai avuto modo tu stessa di interpretare, da dedicare alla tua città quale sceglieresti e perché? E alla tua Leda?

Per Napoli qualche anno fa ho composto “Mare amaro”, un brano scritto in un periodo buio della mia vita in cui stavo combattendo contro il cancro e la lontananza dalla mia città mi pesava enormemente – il video è su Youtube -. A Leda dedicherei “A testa in giù” di Pino Daniele, perché è un brano che potrebbe dirle molto e perché vorrei che le nuove generazioni amassero Pinotto quanto lo abbiamo amato noi.