L’Opinionista ha intervistato l’artista Vitantonio Mastrangelo in occasione del suo ultimo lavoro discografico dal titolo “Daily Life Soundtrack”. L’album è disponibile da venerdì 23 giugno in tutti i digital store.
Cosa puoi raccontarci del nuovo album “Daily Life Soundtrack”?
“Il nome dell’album, Daily Life Soundtrack, è un po’ una dichiarazione di intenti. Sta ad indicare quello che i brani di questo disco vogliono essere. Una colonna sonora alle esperienze di tutti i giorni per chi li ascolta.
L’idea m’è venuta a Salisburgo, in un’esibizione pubblica. Oltre alle persone attorno a me ad ascoltare, ve n’erano alcune che facevano i loro acquisti o le foto. In un certo senso diventavo io pubblico e commento musicale a quello che vedevo. La mia musica faceva da colonna sonora – appunto- alle strade e alle persone attorno a me. Anche quelle che sembravano distratte spesso mostravano poi di aver apprezzato.
I brani sono nati dal desiderio di riprodurre il suono di una band da solo. Per questo alle parti di chitarra ho aggiunto un arrangiamento ritmico con i piedi, tramite l’utilizzo di una stomp box e di una jingle bar da piede.
Nei miei progetti precedenti ho sempre esplorato arrangiamenti ricchi, con l’utilizzo di parecchi strumenti e incisioni. Per questo disco volevo qualcosa di minimale, cercare di trovare degli elementi veramente essenziali per ottenere dei brani comunque completi.
Le idee sono venute in totale naturalezza, ma probabilmente ispirate dall’ascolto di musica strumentale, raramente solistica. Dai gruppi post-rock, alle colonne sonore dei film, alla musica elettronica”.
Cosa hanno rappresentato le esperienze vissute in giro per l’Europa? Quanto hanno contribuito alla tua formazione?
“Credo che il viaggio sia una condizione necessaria per un musicista. Il desiderio di esplorare nuovi territori sonori, ma anche fisici, è sempre acceso quando si cerca l’ispirazione creativa. E le esperienze all’estero, come quelle qui da noi, non possono non influenzare i prodotti artistici. Sicuramente tutti i concerti fatti mi hanno reso quello che sono e mi hanno confermato di volta in volta quanto mi piaccia, appunto, suonare e viaggiare”.
Quando hai capito di volerti affermare nel mondo della musica?
“Ho sempre ascoltato musica, fin da bambino. A 6 anni già ascoltavo i Nirvana, ma anche Michael Jackson e in generale tutta la musica che andava all’epoca. Se mi piazzavi davanti ad una televisione, io mi attaccavo allo schermo a vedere videomusic e non mi scollavo più, mentre i mie coetanei guardavano i cartoni animati.
Credo di aver sempre saputo di non poter fare a meno della musica nella mia vita. E ad un certo punto ho capito di volerla fare proprio come mestiere”.
Cos’hai in programma per il prossimo futuro, oltre all’uscita dell’album, eventi, concerti?
“Suonare e viaggiare, viaggiare e suonare. L’ho già detto suonare e viaggiare? Sicuramente suonerò questi brani dal vivo per un po’ e poi tornerò a comporre. Vorrei anche rimettere su una band mia, magari suonando un altro strumento”.
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