ROMA – La galleria Art GAP, a due passi da Largo di Torre Argentina, è lieta di accogliere la personale “Invisibili Riflessi” di Tatsiana Pagliani, a cura di Federica Fabrizi dal 26 marzo all’8 aprile.
Il 26 marzo, giorno di apertura della mostra, alle 19:00 avrà luogo una performance in cui l’artista realizzerà un’opera in onore e sostegno del popolo ucraino, vittima di una follia omicida, il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza.
Tatsiana Pagliani andando oltre i confini del colore e della tela, conferisce una conformazione tridimensionale alle sue opere andando a definire un ampliamento semantico di ciò che viene definito pittura, eludendo restrizioni linguistiche, spaziali e materiali. Riesce a personalizzare, in maniera del tutto evidente, lo statuto dell’arte pittorica mediante la sua attitudine interdisciplinare e semantica riuscendo ad abbattere gli steccati delle varie forme di espressione artistica. Inoltre, consegue lo slittamento di senso e il cambiamento dei contenuti tradizionali, ovvero ricerca della bellezza e esaltazione della storia e della mitologia. Le sue opere assurgono a una categoria multi comprensiva che si modifica costantemente in ordine ai contenuti, alle forme e ai materiali impiegati.
L’arte di Tatsiana subisce, come in ogni altro linguaggio, quella che è la condizione irrinunciabile della contemporaneità: la trasversalità, la contaminazione dei generi, la compresenza degli stili, dei linguaggi. Tatsiana nelle sue opere esplora la tematica spaziale tra vuoto e pieno, interno ed esterno, opacità e trasparenza, forza e leggerezza, andando oltre la bidimensionalità dell’arte pittorica imposta dalla tela. Questo porta l’artista ad allontanarsi da un’arte scultorea o pittorica legata al cavalletto, accostandosi a una nuova dimensione, non pittorica ma filosofica liberandosi dalle convenzionali dimensioni e orientandosi verso la quarta dimensione del tempo-spazio. Tatsiana Pagliani analizza nelle opere: la bellezza interiore, immutabile nel tempo e salvifica; il concetto di sé, ovvero le caratteristiche d’identità, le qualità e tratti del modo di essere; l’amor proprio e quindi l’apprezzamento e l’affetto che l’uomo prova verso sé stesso (le sue idee, i suoi valori e modi di pensare); la mancata vicinanza emotiva che non permette una relazione autentica e profonda con gli altri; il narcisismo tipico dei social media in quanto, con rammarico, le persone vogliono apparire diverse, forse per riempire un vuoto interiore cercando la felicità al di fuori.
Questo sui social si traduce in una ricerca di attenzione e riconoscimento, che porta alla creazione di una falsa felicità momentanea, in quanto il desiderio di piacere priva la persona della sua stessa identità. Web come specchio ideale, social come casa del narcisismo e quest’ultimo rappresenta l’inclinazione della società virtuale in cui si fa attenzione all’apparenza e non alla sostanza.
Federica Fabrizi
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