Economia

Istat: pausa nella ripresa. Ma Moody’s conferma il rating

ROMA – Dopo il rimbalzo estivo, “le prospettive per i prossimi mesi appaiono incerte” e di fatto la ripresa va in “pausa”. A fotografare i rischi per la ripresa dell’economia è l’Istat, che nella nota di aggiornamento mensile usa la prudenza: i dati finora disponibili su ottobre-dicembre “evidenziano un quadro ancora parziale”. Moody’s però conferma il rating dell’Italia a Baa3 con outlook stabile, prevedendo un “recupero dalla contrazione indotta dalla pandemia nella prima metà dell’anno”. Il recente balzo dei contagi, avverte comunque l’agenzia, potrebbe ritardare la ripresa al prossimo anno. In ogni caso la politica monetaria della Bce e gli aiuti Ue aiuteranno l’Italia nei prossimi anni.

Tuttavia fra le righe è difficile non cogliere rischi per lo scenario dei prossimi mesi, con una fiducia dei consumatori in negativo, e consumi che già a settembre, senza ancora alcun lockdown e dunque per il solo effetto dei contagi, rallentavano su anno (+1,3%) e scendevano rispetto ad agosto (-0,8%) indicando l’esaurirsi del forte rimbalzo del trimestre (+13% rispetto ai tre mesi primaverili). Numeri che raccontano la situazione delle famiglie italiane al rientro dalle ferie, fra contagi che tornavano in rialzo, e dunque grande prudenza a uscire, andare al ristorante, al bar, per non parlare dei viaggi.

Dati “estremamente negativi” e “destinati a peggiorare” ora che si torna a metter mano a restrizioni, secondo il Codacons. Un quadro, secondo Confcommercio, “peggiore rispetto alle attese” e “destinato ad amplificarsi nei prossimi mesi con il riacutizzarsi della pandemia e il ritorno a misure di limitazione della mobilità e delle attività produttive”. Coldiretti mette il dito nella piaga delle nuove misure di contenimento del virus appena annunciate dal Governo: 128.000 fra bar, i ristoranti, pizzerie e agriturismi sarebbero chiusi nelle 6 regioni arancioni e rosse, con una perdita di fatturato mensile che l’associazione stima in almeno 2,7 miliardi, aspettandosi un “effetto a valanga” sull’intera filiera per il mancato acquisto di alimenti e vino.

Nella sua nota, l’Istat evidenzia un “forte peggioramento” delle aspettative sull’occupazione, frutto probabilmente del timore di ciò che accadrà una volta terminata la cassa integrazione che obbliga chi aderisce a non licenziare. E ancora, una tenuta della fiducia nel commercio al dettaglio e nell’industria, ma anche il peggioramento nel terziario, appesantito dal turismo congelato. Sintomi di una “pausa nella ripresa” dopo il rimbalzo di oltre il 16% nel terzo trimestre cui il governo, in parallelo con i Dpcm ‘antivirus’, cerca di rispondere con una nuova tranche di ristori economici alle categorie più colpite. C’è chi è più netto dell’istituto statistico, tenendo conto in particolare di ciò che succede in Europa, con lockdown più pesanti di quello italiano che impatteranno su crescita ed export della Penisola.

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Redazione L'Opinionista

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