“Lo scrupoloso monitoraggio sull’esito quanti-qualitativo del raccolto, promosso annualmente dalla nostra Associazione grazie alla collaborazione delle Aziende associate, sarà completato nel corso delle prossime settimane”, precisa Cosimo De Sortis, Presidente Italmopa. “Le prime proiezioni da noi elaborate indicano un incremento dei volumi produttivi che potrebbe risultare, su scala nazionale, del 10% circa, sebbene le percentuali di crescita risultino disomogenee a livello regionale. A mero titolo esemplificativo, la Puglia, da sempre il principale bacino di produzione del grano duro in Italia, potrebbe registrare un dato produttivo in controtendenza rispetto ai risultati positivi registrati sia in Sicilia, sia nelle altre principali Regioni produttrici del centro nord della nostra Penisola. Occorre, in ogni modo, rimanere prudenti in quanto il dato produttivo è tuttora in evoluzione”.
Desta preoccupazione la persistente debolezza della domanda industriale che sta mostrando da inizio 2021 una accentuata discontinuità. La ridotta mobilità turistica legata all’andamento della campagna vaccinale in alcuni Paesi ma anche la fiammata nel costo dei noli marittimi per le destinazioni più lontane dell’export pasta, inducono a prevedere un recupero dei volumi produttivi lento e graduale che impegnerà tutto il secondo semestre 2021. La produzione nazionale di frumento duro – nonostante l’incremento dell’offerta per l’anno in corso da un lato, e il rallentamento della domanda di semola da parte dell’Industria pastaria dall’altro – permane carente del 30% circa rispetto al fabbisogno dell’industria molitoria, dato che conferma il ruolo di complementarietà delle importazioni rispetto alla produzione nazionale e l’imprescindibile contributo del grano estero ai fini della continuità nell’approvvigionamento dell’Industria italiana della trasformazione.
“Anche sotto il profilo qualitativo”, precisa Francesco Divella, Presidente della sezione Molino a frumento duro Italmopa, “il raccolto 2021 sembra poter presentare dati complessivamente confortanti. Una riduzione del contenuto proteico, principale parametro qualitativo del frumento duro, viene tuttavia riscontrata negli areali della Regione Puglia dove si concentra tra il 25 e il 30% della produzione nazionale di grano duro”.
L'Opinionista® © 2008-2024 Giornale Online
Testata Reg. Trib. di Pescara n.08/08 dell'11/04/08 - Iscrizione al ROC n°17982 del 17/02/2009 - p.iva 01873660680
Pubblicità e servizi - Collaborazioni - Contatti - Redazione - Network -
Notizie del giorno -
Partners - App - RSS - Privacy Policy - Cookie Policy
SOCIAL: Facebook - Twitter - Instagram - LinkedIN - Youtube