ROMA – Si tiene a Roma, nel quartiere Tor Pignattara, dal 24 al 27 novembre 2016, a ingresso gratuito, la quinta edizione del Karawan Fest, primo evento cinematografico in Italia che tratta i temi dell’integrazione e convivenza tra culture con l’ironia e la forza del sorriso.
Il festival si svolge presso la Casa della Cultura di Villa De Sanctis e avrà un’impronta fortemente femminile. Proiezioni di lungometraggi, cortometraggi, una mostra di tavole originali di fumetti, una mostra fotografica e un workshop di fotografia animeranno la quattro-giorni del festival, diretto da Carla Ottoni e Claudio Gnessi, con un programma speciale che prevede anche un dibattito (domenica 27 settembre alle ore 18:30) dal titolo “Dal subcontinente indiano alla periferia est di Roma: diaspore e racconti al femminile”.
Tra gli ospiti i registi Leonardo Cinieri Lombroso ed Elisa Amoruso, ma anche la giovane graphic journalist Takoua Ben Mohamed e il rapper Amir Isaa. Ogni sera, il Karawan Bistrot: un’ora di cibo e chiacchiere con gli ospiti del festival.
I film selezionati in questa edizione del festival, provenienti da dalla Svizzera, Germania, Austria, Italia, Tunisia, India, Bangladesh, Sri Lanka, Pakistan e Iran, ricostruiscono un mosaico di volti e voci femminili da tutto il mondo e raccolgono i sogni, le battaglie e le speranze di tante donne diverse: la rapper afgana e la rocker tunisina che cantano per la libertà, le ragazze di una scuola di aviazione in Ghana che scelgono di fare la cosa giusta, la tranquilla signora svizzera che si è reinventata, con un insolito laboratorio di teatro per rifugiati, insomma, donne che a ogni latitudine del mondo hanno deciso di essere protagoniste delle proprie vite e hanno compiuto piccole, grandi rivoluzioni.
Durante la rassegna, che sostiene la campagna #nonunadimeno, non mancherà l’invito a partecipare alla manifestazione contro la violenza sulle donne di sabato 26 novembre, in particolare con la proiezione del pluri-premiato documentario Girls Don’t Fly, dell’austriaca Monika Grassl, che, seguendo le vicende di una scuola di aviazione femminile in Ghana, indaga in modo il confine tra realtà e apparenza e l’incontro/scontro tra una visione euro-centrica e il sistema di valori africano.
“Ci siamo inventati Karawan – sottolineano i direttori artistici – come espressione del vissuto di uno dei quartieri più melting pot d’Europa: Tor Pignattara. Un laboratorio spontaneo di convivenze e sperimentazione culturale, dove non mancano problemi ma in cui da anni le persone trovano ‘naturalmente’ il modo di capirsi. E questo, soprattutto, per merito delle donne e della rete di solidarietà che sanno tessere”.
La quinta edizione di KARAWANFEST è stata interamente autoprodotta grazie al supporto di oltre 60 produttori dal basso con il patrocinio di: Goethe Institut Rom; Forum Austriaco di Cultura; Istituto Svizzero Roma; MigrArti – Ministero Beni e Attività Culturali e Turismo; Biblioteche di Roma; Municipio V; in collaborazione con: CIVICO ZERO; Ecomuseo Casilino; Scuola Popolare di Tor Pignattara; CdQ Tor Pignattara; Città delle Mamme Onlus – L’Alveare; AssoCina; Asinitas; La Rocca – Fortezza Culturale; media partner: Termini TV.
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