L’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini di Roma con “L’Italia dell’organetto”

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Al via gli appuntamenti della stagione 2017 alla riscoperta delle radici della musica popolare

L'Italia dell'organettoROMA – È in programma “Da nord a sud, l’Italia dell’organetto”, un incontro unico tra Ambrogio Sparagna e Riccardo Tesi, due virtuosi dell’organetto diatonico eccezionalmente insieme sul palco per testimoniare l’importanza delle tradizioni, moderato da Felice Liperi e Tosca.

L’appuntamento è il 6 febbraio alle ore 19 nella sede di Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini di Roma, l’innovativo progetto di alta formazione del teatro, della canzone e del multimediale guidato rispettivamente da Massimo Venturiello, Tosca e Simona Banchi.

Un’occasione preziosa – con due giganti del folk-revival – per capire perché l’Italia sta vivendo un forte ritorno di attenzione verso la musica popolare. Sparagna e Tesi, che durante l’incontro si esibiranno con alcuni brani del loro repertorio, affronteranno un dibattito sul ruolo dell’organetto diatonico come strumento simbolo della musica popolare e del folk revival, ma anche una discussione per valorizzare la nostra tradizione musicale come memoria storica delle diverse Regioni italiane.

lascia-stare-i-santiProiezione del documentario “Lascia stare i santi”:

Legato all’incontro, e più in generale al tema dell’arte popolare sarà anche la proiezione, il 7 febbraio, del documentario “Lascia stare i santi” alla presenza del regista Gianfranco Pannone e di Fabrizio Gifuni, voce narrante nel film con Sonia Bergamasco. Distribuito dall’Istituto Luce Cinecittà e presentato alla passata edizione della Festa di Roma, è un viaggio lungo tutta la Penisola alla riscoperta delle tradizioni religiose popolari del nostro paese.

Nel film, che il regista ha realizzato in stretta collaborazione con Ambrogio Sparagna (musiche e consulenza musicale) prezioso è l’apporto dell’Archivio Luce, da cui sono tratti documentari e cinegiornali d’epoca. Il materiale di repertorio asseconda questo viaggio nel mondo della religione popolare, che con sguardo laico Pannone rimescola in un percorso emozionale tra passato e presente.

Il regista sottolinea la volontà di parlare di un popolo, il nostro, che viveva la religione come magia, strumento utile a rendere la vita quotidiana più sopportabile e a tenere saldo appunto il rapporto dell’uomo con la natura. “Sparagna mi ha aiutato moltissimo. Mi ha guidato in questo universo festoso e mistico in cui non mancano le riflessioni dei nostri padri, i grandi intellettuali, i poeti che ci aiutano ancora oggi a interpretare la realtà – da Silone a Pasolini, da Scotellaro a Soldati, fino a Gramsci – letti da Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni”.