La figurazione di Cecilia Corso, in bilico tra Realismo Pop e Astrattismo figurativo

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la rinascita

L’arte contemporanea ha l’affascinante caratteristica di mescolare stili e movimenti pittorici che, nel momento in cui erano nati, sembravano voler tracciare un confine individuale che non sarebbe mai andato incontro a qualcosa di diverso. Poi però, come è tipico dell’era contemporanea, quegli stessi confini di sbiadiscono e il senso dell’individualità creativa sconvolge le regole assumendo le connotazioni di libertà espressiva.

Cecilia Corso ha una formazione artistica da autodidatta, dunque non mostra le influenze che provengono da studi accademici anzi, si avvicina spontaneamente a un linguaggio che sente suo, affine al proprio personale modo di essere e in grado di far ascoltare all’osservatore la propria voce. In un certo senso si divide principalmente tra il Realismo Pop, da cui prende la capacità di dar vita a ritratti e immagini perfettamente attinenti alla realtà, appunto, ma arricchiti dalle tonalità patinate della Pop Art, e l’Astrattismo, che utilizza per infondere atmosfera all’ambiente circostante necessario a concentrare il focus sull’emozione, sull’intensità della sensazione che desidera raccontare. Il Realismo le è necessario per descrivere volti, prevalentemente femminili, spingendo l’osservatore ad andare oltre il visibile, oltre lo sguardo che sembra voler celare qualcosa di più profondo; come nel vivere quotidiano nel quale l’essere umano tende a indossare maschere, altrettanto nelle opere della Corso viene messa in evidenza un’immagine di perfezione, quasi eccessivamente fascinosa, che però potrebbe nascondere insicurezze, conflitti interiori, o semplicemente pensieri e riflessioni che le protagoniste non vogliono far emergere.

semplicemente io
1 Semplicemente io

L’Astrattismo invece diventa fondamentale quando l’artista vuole sussurrare significati più intimi, più legati a un’interiorità che scalpita per uscire fuori, per liberarsi dalla tela e raggiungere l’emozione di chi si trova davanti al dipinto; in questo caso tutto ciò che è intorno alla figurazione principale, lo sfondo circostante, deve necessariamente essere sfumato e indefinito, quasi silenziosamente ovattato, perché deve essere funzionale a mettere in risalto il senso del messaggio che la Corso vuole imprimere sul dipinto. Ma il suo mezzo espressivo non si ferma alle due principali e più evidenti correnti pittoriche bensì si estende e trasversalizza prendendo qualcosa da molti altri movimenti artistici dell’Arte Moderna – Futurismo, Dripping, e i colori della Pop Art – che danno vita a una sua impronta del tutto personale.

il guardiano dei sogni
2 Il guardiano dei sogni

Simboli, concetti, oggetti nascosti dentro altro che solo a una più attenta osservazione si rivelano; fortemente affine a questa tendenza è l’opera Il guardiano dei sogni, in cui la donna ritratta nella fase del risveglio lascia allontanarsi la Fenice che ne ha vegliato il sonno, a simboleggiare la rinascita che ogni giorno si compie, e nel contempo lascia scivolare via le ombre della notte, rappresentate dalle lievi colate nere che scendono verso il basso del dipinto.

you and me
3 You and me

Anche in You and me, è così forte il desiderio della Corso di esprimere il concetto della necessità di andare a fondo a se stessi, di immergersi nelle pieghe della propria anima, da rendere superflua ogni definizione dei contorni, ogni caratterizzazione dettagliata che distoglierebbe lo sguardo dal significato che l’opera vuole suggerire; all’interno del corpo stilizzato si nascondono immagini e ricordi, tristezza per ciò che è stato ma anche desiderio di metamorfosi, di trasformare il presente senza rinunciare a tutto il percorso precedente, il distacco da cui sembra difficile ma in realtà necessario per evolvere.

latifa
4 Latifa

Nei ritratti invece Cecilia Corso ama esplorare e raccontare la diversità, si lascia affascinare da mondi esotici e lontani ma tuttavia simili nelle emozioni, negli sguardi, nel respirare la vita; Latifa, con i suoi occhi chiusi a testimoniare un momento introspettivo che si libera un attimo dopo aver messo in ordine il lato estetico, dopo essersi preparata per apparire al meglio la donna dedica un istante a ciò che in quel momento sente, un pensiero fugace, l’eco di un’emozione lontana.

jasmine
5 Jasmine

E ancora Jasmine, con il suo sguardo cristallino che sembra andare oltre, sembra voler dimostrare la fierezza di vivere nella sua quotidianità ma al contempo il desiderio nascosto di poter un giorno rompere quei confini e correre verso una realtà differente, un nuovo che potrebbe cambiare tutto, non importa se in meglio o in peggio, ciò che importa è l’aspettativa della scoperta.

bellezza onirica
6 Bellezza onirica

Per giungere poi all’opera assolutamente estetica Bellezza onirica, dove tutto è immagine, tutto è studiato per esaltare il fascino misterioso della protagonista amplificato da una forte femminilità che non ha colore, non ha razza, non ha differenze, suggerisce la Corso, è denominatore comune che annulla ogni confine.

safyra
7 Safyra

Trova tardivamente l’approccio con la pittura l’artista, eppure riesce a raggiungere molto velocemente ottimi risultati, di critica e di pubblico partecipando a numerose mostre in Italia – Milano, Salerno, Venezia, Roma, Firenze – e all’estero – Parigi, Berlino, Londra, Praga, Madrid -, ottenendo menzioni e riconoscimenti.

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