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La forza della natura nelle avvolgenti suggestioni di Roberto Venturoni

Raccontare la natura, il paesaggio, è un’attitudine a cui molti artisti dei secoli precedenti al Novecento non hanno potuto dare molto ascolto proprio in virtù della predilezione dell’epoca, così come dei gusti degli appassionati d’arte, quei benestanti borghesi che investivano il loro denaro nell’acquisto delle opere d’arte, che si concentrava sui ritratti e sulle riproduzioni di immagini e di scene all’interno dei palazzi.

L’Impressionismo prima, e l’Espressionismo subito dopo, hanno liberato ed elevato il paesaggio, il rapporto tra uomo e natura, a protagonista di molti dipinti indimenticabili nella memoria collettiva, più estetico e volto alla gioie de vivre tipica degli anni di fine Ottocento l’intento dei primi, più legato alle emozioni prorompenti derivanti dal contatto con panorami legati alla memoria e agli scorci del mondo intimo dell’artista, nel caso degli espressionisti, forse i più influenzati dall’urgenza di manifestare il sentire individuale che era stata alla base dell’antecedente Simbolismo. Nell’ambito di questa rivoluzione del paesaggio non si possono dimenticare l’intensità e la forza travolgente delle opere di Vincent Van Gogh e di Erich Eckel, o l’inquietudine nascosta nei personaggi persi e travolti dalle emozioni in accordo con l’ostile natura circostante dei dipinti di Edvard Munch; artisti che hanno lasciato un segno indelebile nel tempo e dopo i quali l’arte figurativa non è mai più stata la stessa. È esattamente nel contesto dell’Espressionismo più classico, più puro, che si pone la produzione artistica di Roberto Venturoni, eclettico e travolgente nella sua necessità di sperimentazione di tecniche e stili ma che per tutto il corso della sua carriera non è mai riuscito a distaccarsi completamente dalla corrente pittorica che sentiva più affine alle sue corde, alla sua dinamicità creativa, alla sua necessità di manifestare emozioni profonde e stati d’animo intimi quanto necessitanti di fuoriuscire per essere raccontati sulla tela.

1 Marosi, ceramolle e acquatinta

Incisore, acquarellista, scultore, Venturoni, scomparso nel 2011, ha scelto di essere poliedrico, versatile, di lasciar fluire la propria creatività attraverso tecniche differenti proprio per non porre limiti alla libertà espressiva, vitale quanto necessaria per trovare costantemente nuovi stimoli, nuove sfide; eppure è riuscito a mantenere, nonostante lo spostamento e la continua evoluzione, un suo stile distinguibile e riconoscibile, quel legame intimo e intenso con la natura che emerge dalle opere pittoriche, caratterizzate dalla narrazione di un’impetuosità che il suo sguardo sapeva di poter solo accettare, senza paura, senza resistenza, con la consapevolezza di quanto l’essere umano sia piccolo davanti alla potenza e alla bellezza di quegli eventi. E ancora la natura, con il medesimo vigore e la stessa forza espressiva, di cui Venturoni si pone a volte come semplice interprete per immagini di ciò che i paesaggi di fronte a lui raccontano, è primadonna anche nelle incisioni mentre nelle sculture l’artista sembra voler recuperare il contatto con l’essere umano, raccontandone presente e passato, debolezze nella nudità esterna forse necessaria per indurre l’anima a esplorare la propria interiorità. Il ventennio dal 1974 al 1991 è quello durante il quale Roberto Venturoni si è dedicato di più alla pittura, a quegli oli su tela che lo hanno consacrato alla storia dell’arte come uno dei maggiori espressionisti italiani, insieme al coevo Paolo Salvati, amico con cui condivise molte esposizioni e percorsi artistici.

2 L’ovile

Nelle opere di quel periodo non si può non notare il coinvolgimento profondo della sua sensibilità artistica nell’osservazione di paesaggi semplici eppure complessi proprio per il modo in cui sembrava voler scavare all’interno di ciò che appariva davanti ai suoi occhi, come nella tela L’ovile, in cui la forza dell’albero che resiste al vento è vissuta dall’artista come parabola della vita umana, in cui le avversità accadono forse proprio per far capire quanta forza sia necessaria, e si possa trovare, per resistervi.

3 Notte di vento

O ancora in Notte di vento, lavoro in cui l’amore per il panorama osservato si fonde con l’ammirazione per la forza di quel vento capace di stravolgere ma anche di ripulire dalla polvere, dalle nubi cariche di pioggia, da tutto ciò che non ha ragione di rimanere. Le pennellate sono dense, alternate a sapienti tocchi di spatola per infondere al risultato finale il senso del movimento, rendendolo quasi materico proprio a sottolineare l’energia che da quel fenomeno atmosferico si sprigiona. Emerge il senso della vita secondo il punto di vista dell’artista da queste opere appartenenti alla serie dei Blu, quella precarietà che appartiene all’essere umano e che fa parte del suo cammino ma da cui non può prescindere, può solo scegliere di restarne spettatore o di tuffarvisi per vivere a piene mani tutto ciò che il vivere offre.

4 Paesaggio tonale, 1991
5 Paesaggio tonale, 1990

Nei due dipinti Paesaggio Tonale invece, il suo stato d’animo sembra più tranquillo, più sereno, rilassato, e infatti la luce appare soffusa, meno attorniata da tonalità vivide e veementi bensì più placide, più calme, più rappresentanti quella quiete che viene sempre dopo l’irruenza della tempesta.

6 Campagna d’estate
7 Sardegna Costa Smeralda

Atmosfere pacate, seppure riprendendo la matericità e la consapevolezza della forza della natura, sono rappresentative dei due dipinti Campagna d’estate e Sardegna Costa Smeralda, in cui i colori tornano a essere intensi, in contrasto tra cielo e mare, tra tonalità terrose della campagna e quelle impetuose delle nuvole che stanno per bagnarla, dandole la vita di cui ha bisogno; raccontano costantemente di ammirazione per tutto ciò che è vivo, le opere di Roberto Venturoni, di tutto ciò che l’uomo ha costantemente davanti a sé e che spesso dimentica di osservare con profondità, rendendo così fondamentale il ruolo dell’artista che pone l’accento su dettagli che diversamente sfuggono. Nel corso della sua lunghissima carriera artistica Roberto Venturoni ha esposto in moltissime mostre collettive e personali su tutto il territorio italiano, e all’estero, soprattutto in Giappone, oltre ad aver fatto parte di importanti gruppi artistici e associazioni di maggior rilievo della seconda metà del Novecento.

ROBERTO VENTURONI-CONTATTI
Email: info@robertoventuroni.it
Sito web: http://www.robertoventuroni.it
Wikipedia: https://en.wikipedia.org/wiki/Roberto_Venturoni/

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Pubblicato da
Marta Lock

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