Benchè Nord e Sud siano stati e siano tuttora caratterizzati da molteplici differenze, perchè dopo anni, si insiste ancora a voler dividere l’Italia in due macro-regioni? Ecco lo scenario dopo le ultime elezioni
Ad essere evidente invece, è un’Italia spaccata e nuovamente divisa tra Nord e Sud. Le ultime elezioni hanno evidenziato una nuova divergenza d’opinione tra il Settentrione, dedito al lavoro; ed il Meridione che, “vittima” forse di un pregiudizio secolare, conserva la fama di essere lento, pigro e poco incline al cambiamento.
Quindi, mentre al Nord è prevalsa la Lega, vicina ai lavoratori e alle fabbriche stretti ormai dalla morsa delle tasse; al Sud il voto è andato, nella maggioranza dei casi, al nascente Movimento 5 Stelle. E non si è perso tempo a dichiarare che la scelta sia stata dettata dalla promessa del reddito di cittadinanza.
Senza sosta si continua a sostenere che il Meridione sia ancora legato ad un’ottica assistenzialista; e tipicamente avverso al cambiamento ed alla globalizzazione. Ma è davvero così?.
Di certo dopo le ultime elezioni è venuto meno il sistema ormai corroso del bipolarismo guidato dai partiti tradizionali spodestati da un terzo schieramento, il M5S. Ma a detta di molti quello dei grillini è il partito del malcontento, e il voto dato ai pentastellati rappresenta la “protesta”. Ecco di nuovo ripresentarsi il pregiudizio.
In sua “difesa” la società meridionale dovrebbe apporre la tesi che al contrario, il Movimento 5 Stelle ha sempre professato di essere il partito del cambiamento. L’unico in grado di sovvertire i meccanismi di un sistema clientelare diffuso. Dunque, è certo che il voto unanime del Sud non rappresenti proprio questa voglia di cambiamento? Una volontà di riassetto politico, economico, lavorativo e sociale? Una ventata d’aria nuova che riscatterebbe per sempre il Mezzogiorno dal tabù della società tradizionalista?.
Gli scenari del post voto sono diversi, ma l’unico auspicabile è che possa governare il partito scelto dagli italiani, una classe politica che si interessi onestamente del popolo considerato nella sua unità. Un governo insomma che rappresenti tutta l’Italia, da Nord a Sud.
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