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La juta trova nuova vita nelle opere intense di Giuseppe Trentacoste

L’arte materica ha da sempre la singolare caratteristica di incuriosire l’osservatore e spingerlo non solo a indagare sul significato stesso dell’opera, molto spesso piuttosto ermetica e misteriosa nei suoi concetti filosofici, ma anche su come oggetti di uso comune riescano a essere completamente trasformati per trasformarsi in arte. Il protagonista di oggi riesce a mescolare sapientemente la materia con una figurazione che arriva chiara e diretta e travolge il pubblico.

Nella prima metà del Novecento ha avuto luogo quella rivoluzione artistica attraverso la quale i protagonisti dell’epoca hanno scelto di dire no alle regole imposte dal Classicismo precedente, a decidere di dare una nuova veste all’espressione di un secolo in cambiamento, in continua modificazione, in cui tutto avveniva in velocità e in cui la necessità più impellente era di trovare il linguaggio più adeguato a una ricerca esistenziale, ed essenziale, che doveva necessariamente discostarsi dall’immagine. Il punto focale dunque diventò la materia stessa, la forma indefinita o la sostanza di un rilievo all’interno di monocromi che volevano condurre alla ricerca di certezze laddove nella vita reale sembravano non esservene più; Spazialismo, Concretismo, Dadaismo, Materico, sono tutti movimenti emblematici di quegli anni che hanno lasciato una traccia profonda nella storia dell’arte contemporanea. Giuseppe Trentacoste, artista fiorentino di grande sensibilità, si ispira ad Alberto Burri per l’idea di base di utilizzare la juta come materiale cardine per creare opere che, nel suo caso, non abbandonano la figurazione, tutt’altro, la mescolano con l’importanza della materia, che ha un suo proprio vissuto, una storia da raccontare, dando vita a immagini intense, profonde, dense di significati su cui meditare, che si avvinano al Metafisico.

1 Senza titolo
2 Leonardo da Vinci

La sua tecnica di accartocciare e avvolgere su se stessi i teli di juta riuscendo a lasciarne evidenti le tracce del loro percorso, nomi di città in cui sono stati spostati, timbri, nomi dei prodotti che in essi sono stati contenuti, è in continua sperimentazione ed evoluzione. Il risultato è sorprendente ed emozionante, proprio per l’intensità che riesce a infondere alla figurazione, a quei volti rugosi ma ancora giovani negli occhi e nell’espressione delle proprie emozioni. Il senso del suo messaggio non appare immediatamente, perché lo sguardo è catturato dalla maestria nel dare vita a un materiale che apparentemente non ne ha eppure, suggerisce Trentacoste, nelle sue trame ne è passata tanta di vita, di viaggi, di paesi e di persone. A un’occhiata più approfondita però emerge il messaggio più profondo di ogni opera, quello su cui meditare, su cui riflettere e a cui dare un senso o semplicemente su cui interrogarsi, pur senza avere risposte.

3 Il ricordo

Nell’opera Il ricordo la duplicazione del volto protagonista narra di un passato, quello dei campi di concentramento e dello sterminio della popolazione ebraica, e di un presente più sereno, in cui tutto è superato, in cui la vita è finalmente più semplice e sicura; tuttavia l’uomo non riuscirà mai a cancellare le cicatrici profonde di uno ieri che ha modificato il corso della storia e che non sempre ha dato a chi lo ha vissuto la possibilità di sopravvivere per poterlo ricordare.

4 Occhi blu
5 L’entourage de mes femmes

Anche in Occhi blu l’anziano sembra guardare verso l’osservatore per raccontargli di una saggezza faticosamente raggiunta eppure base dell’equilibrio attuale, quello in cui tutto può essere visto da un punto di vista più ampio, meno impulsivo, con maggiore capacità di dare a ogni cosa il giusto peso. In L’entourage de mes femmes invece Giuseppe Trentacoste sceglie parti di juta decisamente e fortemente marchiate, per raccontare di un percorso di conoscenza di se stesso attraverso il viaggio, un arricchimento interiore e personale proprio perché è grazie a esso che l’uomo si mette in discussione, in correlazione con il non conosciuto e deve, necessariamente, trovare una chiave di dialogo e di apertura per entrare in contatto con culture diverse. In questo viaggio sono molti gli incontri con persone che sono rimaste più o meno a lungo nel percorso, ma tutte sono state fondamentali per lasciare qualcosa di sé e per ricevere qualcosa dall’altro, uno scambio emotivo ed empatico che aiuta a progredire nel cammino verso se stessi.

6 The color of the soul

E ancora in The color of the soul, in cui mescola sapientemente la materia, il mosaico pittorico e la pittura, emerge la tendenza dell’artista a ricercare sensazioni di calma, di armonia, di distensione, fondamentali per un equilibrio che rende migliore l’esistenza, più piacevoli gli eventi e più calme le tempeste della vita. Nel corso della sua carriera Giuseppe Trentacoste ha partecipato a numerose collettive in Italia e all’estero, le sue opere sono state inserite in importanti pubblicazioni sulle nuove avanguardie artistiche contemporanee e sono state esposte in permanenza presso importanti gallerie a Trento, Miami, Barcellona, Londra.

GIUSEPPE TRENTACOSTE-CONTATTI
Email: trentacoste1977@gmail.com
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Sito web: http://www.gallerialivorno.it/artista/giuseppe-trentacoste/

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Pubblicato da
Marta Lock

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