In un’epoca in cui l’esperienza visiva è sempre più contaminata da linguaggi ibridi e intermediali, questo saggio si presenta come uno strumento attualissimo per esplorare la funzione narrativa, di commento, poetico-estetica, attivatrice di emozioni e conativa, della musica nel cinema.
A partire da esempi notissimi – dal tema incalzante di Lo squalo di Spielberg alla potenza evocativa di Unchained Melody in Ghost – Cristina Cano indaga come la musica sia in grado di potenziare il significato delle immagini, di colmare le discontinuità del racconto cinematografico, ma soprattutto di influenzare lo stato d’animo dello spettatore, in modo diretto e profondo.
Il volume affronta il tema in modo tanto rigoroso quanto accessibile, con il supporto di numerosi riferimenti teorici – dalla semantica alla pragmatica della comunicazione musicale – e uno sguardo sempre attento alle sfide poste da un linguaggio cinematografico pluristratificato, dove musica, suono, voce e immagine convivono, si contaminano, e più raramente si uniscono in veri e propri stati sincretici.
Cristina Cano propone un’analisi strutturata ma non didascalica, capace di attraversare con intelligenza e chiarezza un campo ancora poco esplorato della critica cinematografica e musicale. In un panorama editoriale dove i contributi teorici in questo ambito sono ancora rari, La musica nel cinema si candida a diventare un utile testo di riferimento per studenti, docenti, professionisti dello spettacolo, ma anche per cinefili, musicisti e appassionati che vogliano approfondire uno degli aspetti più affascinanti e spesso invisibili del film: la sua colonna sonora.
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