Pubblicato durante la primavera di quest’anno, col romanzo “La Piaga. Un romanzo nell’universo Barocco”, Giuseppe Lapadula dà alla luce un mondo stratosferico e stratificato che vive a cavallo tra il 2500 e il 2600: un mondo che, per le numerose affinità e analogie, ha tanto da spartire con il nostro.
L’esordio di Lapadula si rifà immediatamente al genere della letteratura di fantascienza, ma dietro un’analisi più approfondita è evidente che l’opera ben si confaccia ai topoi e alle strutture proprie di un altro in genere, sempre più letto e amato, ovverossia il weird – un sottogenere della letteratura fantasy che ha come scopo narrativo la paura del lettore pur evitando i cliché tipici dell’horror e del soprannaturale.
Ma è vero anche che, all’interno di “La Piaga” coesistono generi diversi ma complementari: fantascienza, weird, thriller, romanzo storico e distopico; perciò, il romanzo d’esordio di Lapadula va incontro a numerose e differenti tipologie di lettori, certo appassionati di progresso e tecnologia.
Sinossi ufficiale di “La Piaga”
Nel 2600 l’umanità ha imparato a viaggiare tra le stelle. Seppure il vuoto interstellare possa essere attraversato all’istante grazie alla tecnologia di contrazione spaziale, questa avviene molto lontano dal punto di partenza, e questo punto deve essere raggiunto con mezzi tradizionali.
Tra un pianeta e l’altro passano mesi di viaggio, in modo simile alla colonizzazione europea del 1600. In questo contesto, l’umanità sta colonizzando lo spazio divisa in diverse nazioni in feroce competizione. Gli spazi immensi e la lentezza dei trasporti ha prodotto un estremo decentramento e favorito il ritorno di una società assolutistica o feudale e il ritorno della nobiltà. Nonostante l’espansione, per il momento non si sono scoperte altre forme di vita aliena intelligente. La flotta delle Nuove Fiandre sta fondando un avamposto minerario su un complesso di asteroidi investendo una quantità colossale di risorse. Le strutture estrattive sono ultimate, manca poco per tornare a casa. Ma quando da una contrazione spaziale appare una flotta pirata che circonda i vascelli di scorta alla spedizione e offre la resa, il risultato di quella decisione trascinerà i protagonisti in un mistero dimenticato da secoli, la cui soluzione potrebbe cambiare le sorti del genere umano.
La Chiesa di Dio Universale: potere e controllo
Tra le pagine del suo romanzo, Lapadula delinea un futuro in cui la religione non solo esiste, ma domina l’universo umano, giocando un ruolo cruciale nelle dinamiche sociali e politiche. La Chiesa di Dio Universale è il fulcro della spiritualità nell’Universo Barocco, e la sua influenza permea ogni aspetto della vita quotidiana e della colonizzazione spaziale. Lapadula esplora il rapporto tra fede, potere e scienza, ponendo domande sulla natura della religione e sul suo ruolo nella gestione delle grandi crisi dell’umanità.
In un mondo dove le grandi potenze spaziali lottano per il dominio, la Chiesa di Dio Universale emerge come l’autorità spirituale e morale che governa la morale dell’Universo Barocco. Essa non è solo una forza religiosa, ma anche politica, influenzando direttamente le decisioni delle Sette Nazioni Colonizzatrici. Il controllo esercitato dalla Chiesa è simile a quello che, in passato, la Chiesa Cattolica Romana aveva sull’Europa durante il Medioevo, suggerendo che la religione, nel futuro immaginato da Lapadula, ha ripreso il controllo sulle menti e i cuori dell’umanità.
La Chiesa, nel romanzo, non si limita a fornire risposte spirituali. Si posiziona come mediatrice dei conflitti e garante della stabilità interplanetaria, spesso utilizzando la propria influenza per manipolare le decisioni politiche. A centralizzare il potere religioso concorre uno dei grandi personaggi del romanzo di Lapadula, la figura di Padre Frennsen, il cappellano che accompagna l’equipaggio. Egli non è solo una guida spirituale per i membri della spedizione, ma è anche una figura di potere che mantiene l’ordine e cerca risposte morali di fronte alla piaga.
Il culto della missione divina e la piaga come punizione divina
La colonizzazione dello spazio, sotto l’influenza della Chiesa, è vista non solo come un’avventura tecnologica e politica, ma come una missione divina. Gli uomini e le donne inviati nelle profondità dello spazio per colonizzare nuovi mondi non sono solo esploratori, ma emissari della volontà divina. L’idea di base è che l’espansione umana verso le stelle sia parte del piano di diffusione del messaggio di Dio, dove la Chiesa si pone come l’interprete della Volontà. Lapadula sviluppa il tema con grande attenzione ai dettagli, creando un contesto in cui la fede si fonde con la politica e la scienza.
Un tema ricorrente nel romanzo è l’interpretazione della piaga come punizione divina. Di fronte alla sterilità causata dal virus, molti personaggi, tra cui Frennsen e alcuni membri dell’equipaggio, iniziano a interrogarsi sulla causa morale della malattia. La piaga, che rende sterili gli esseri umani, viene vista non solo come una malattia fisica, ma anche come il simbolo e lo specchio del peccato e della corruzione morale. Anche la sterilità viene interpretata alla luce della morale religiosa come un segno della decadenza spirituale dell’umanità, di cui la Chiesa si serve per rafforzare il proprio potere e le sue posizioni.
Stile di scrittura e linguaggio religioso
Lo stile di Lapadula, in numerosi passaggi collegati alla Chiesa Universale è fortemente influenzato dal linguaggio sacro e dalle immagini religiose. I periodi sono spesso lunghi e solenni, con una sintassi che richiama la liturgia e il sermone, quasi a voler dare alla narrazione il tono di una predica o di una profezia. Le descrizioni delle cerimonie religiose a bordo delle astronavi sono ricche di dettagli che permettono al lettore di figurarsi i luoghi in cui il romanzo prende vita: numerose sono le metafore legate alla luce e all’ombra utilizzate per rappresentare la lotta tra il bene e il male, la fede e la disperazione.
Una delle figure retoriche più ricorrenti e di rilievo è la personificazione della piaga, descritta come un’entità oscura e onnipresente, quasi come un demone invisibile che aleggia sui protagonisti. Lapadula riesce a creare un’atmosfera di inquietudine e mistero, mantenendo il lettore in costante tensione.
Il linguaggio di La Piaga è uno degli elementi che rendono il romanzo di Lapadula un’opera di alta letteratura. L’uso sapiente delle figure retoriche, la scelta di un linguaggio tenico-scientifico ma debitamente spiegato, la ricercatezza stilistica e la costruzione dei dialoghi contribuiscono a creare un’esperienza di lettura unica, che va oltre la semplice narrazione di una storia.
Lapadula dimostra una padronanza del linguaggio che lo distingue come autore e che rende La Piaga un romanzo da leggere con attenzione e da apprezzare per la sua complessità stilistica. E a partire dalla moltitudine di scenari possibili offerti dal finale del libro, sembra pressoché impossibile non sperare che Lapadula ci doni presto altri racconti legati all’Universo Barocco.