Egli vive a pieno i fermenti culturali milanesi degli anni settanta, dove entra in contatto con associazioni e gruppi artistici; è un periodo di grande impegno creativo; partecipa a prestigiosi premi di scultura aggiudicandosi numerosi riconoscimenti, come prime risposte al suo operato.
Il suo background si arricchisce a livello internazionale; tra le tante mostre c’è da registrare la personale “Inquietudini del terzo millennio” allestita a Bad Ischl nel museo della Principessa Sissi ed inaugurata del ministro dei beni culturali d’ Austria.
Degna di nota inoltr
Nell’occasione, dunque, ho colto la possibilità di porgli alcune domande:
“Si, sono d’accordo. La bellezza è sempre una tensione costante tra la luce e il nulla, tra caos ed equilibrio e l’eleganza è il modo come si risolve. Ogni evento è destinato all’equilibrio; la fisica è una scienza formidabile per farci comprendere i meccanismi della più grande opera d’arte che è la natura. Ogni opera d’arte autentica ripete e racchiude in se’ tali simmetrie che s’identificano in ogni piccola parte con l’unità dell’opera. La bellezza salverà il mondo, pensava Dostoevskij, forse perché la sua grandezza appartiene all’enigma della vita, la quale si orienta sempre verso la luce nelle sue tortuose vicende storiche”.
“Si, sono stati determinanti. La filosofia nasce grande fin dal suo esordio aurorale greco; Socrate consegna all’uomo il proprio destino: prima, tutto accadeva per volere degli Dei. Il rinascimento italiano nasce dalle macerie dell’arte greca; cosi come ciò che noi identifichiamo per impressionismo, astrattismo, spazialismo, nascono da idee filosofiche maturate nel corso dei secoli. Senza il positivismo di Bacone probabilmente l’impressionismo sarebbe stato diverso, come il concetto d’infinito cantoriano ci conduce ai tagli sulle tele di Fontana; come sarebbe “La scuola di Platone” del sublime Raffaello, senza la geometria euclidea? L’arte è sempre figlia del proprio tempo”.
“La natura ci ha fornito gli strumenti per pensare e noi uomini abbiamo inventato la “cultura” per sopravvivere. Tutti siamo potenzialmente artisti, ma la conoscenza fa la differenza e l’eleganza è figlia delle raffinatezze culturali che bisogna sempre coltivare in quanto non trasmissibili per via genetica. I “consigli” hanno sapore di vecchio, fanno capo a quell’idea di processo culturale lineare e cumulativo; oggi siamo tutti in rete e si ha la sensazione di vivere in un eterno presente, in perenne rivoluzione; io stesso mi sento l’ultimo ponte tra la scultura del passato e le nuove generazioni. Ma le rivoluzioni, almeno in astronomia, ritornano sempre al solco iniziale, “all’eterno ritorno dell’estetica”. Alle nuove generazioni auguro di mantenersi lucidi e di camminare liberi, ma sempre con i piedi per terra: gli errori nella scultura pregiudicano l’opera!”.
“L’Artista autentico è sempre in presa diretta col suo agire mai appagato. La mia ettenzione in questo periodo è rivolta a sviluppare progetti sui Diritti Umani, costante è la mia presenza alle rassegne organizzate alla Fondazione della Campana di Rovereto dal curatore Robeto Ronca; ma la passione per la filosofia e la scienza inducono la mia “poiesi” a scandagliare concetti legati al mistero dell’universo”.
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