Cultura

“La radice quadrata della vita”, intervista a Lorella Carimali

La professoressa, ambasciatrice dell’insegnamento della matematica nel mondo parla del metodo, dei risultati e del suo libro

La professoressa Lorella Carimali, docente di matematica e fisica al liceo Vittorio Veneto di Milano è una figura di eccellenza per il nostro Paese. Nel 2017 è stata selezionata tra i 10 migliori docenti nazionali dall’Italian Teacher Prize mentre nel 2018 tra più di 40 mila candidature ha ottenuto a Dubai dalla Varkey Foundation che ha promosso il Global Teacher Prize, l’incarico onoreficiente di Global Education Ambassador ovvero di ambasciatrice dell’insegnamento della matematica nel mondo per dieci anni. Non paga ha scritto un libro, “La radice quadrata della vita” edito da Rizzoli nel 2018.

Professoressa Carimali, lei è dunque la punta che ha rotto il cosiddetto “soffitto di cristallo” rappresentando all’estero il nostro Paese tra più di 40 mila candidature di 173 paesi. Per cosa è stata premiata?

Per diversi motivi, primo fra tutti l’aver pensato e messo in pratica, a partire dai risultati della psicologia cognitiva, della pedagogia e delle neuroscienze un modello inclusivo, efficace, innovativo, creativo e strutturato, di insegnamento/apprendimento della matematica che insegna agli studenti e alle studentesse a pensare matematicamente non escludendo nessuno. Infatti uno dei fondamenti del mio metodo è “non uno, non una di meno nella matematica e nella vita. Questo perché le società complesse in cui viviamo sono bombardate da una enorme moltitudine di dati che bisogna imparare a decifrare e interpretare, in modo da potere verificare e incrociare le informazioni senza intermediari, evitando gli inganni.

Il suo modello è dunque frutto di una grande ricerca e passione. Quali risultati ha riscontrato a livello di apprendimento sugli alunni?

Gli studenti acquisiscono sicurezza in se stessi, capiscono che sono loro i veri artefici della loro vita e del loro insegnamento e quindi studiano e si impegnano molto. La matematica diventa parte di loro stessi, un modo di affrontare la vita, come mi ha scritto Chiara alla fine del percorso liceale, con spirito critico e fantasia. In questo modo i risultati sono tutti positivi, con votazione anche alte e molti proseguono l’Università studiando materie scientifiche e tecniche. Anche tante ragazze!

Cosa farà o si auspicherebbe di fare in questi dieci anni per diffondere il suo modello pedagogico nella scuola e migliorare la visione della matematica e lo studio?

Ho in mente, da matematica, un piano “d’attacco”, ovviamente la riuscita non dipende solo da me, ma speriamo! Tra poche settimane fondare un’associazione ® evolution..cioè Revolution per l’Evolution, poi diffondere, condividere e perfezionare il modello di insegnamento della matematica che mi è valso la candidatura al Global teacher Prize 2018, insegnare (questo è un sogno….perché in Italia è difficilissimo poterlo fare) matematica alle matricole di Scienze della formazione per abbattere gli stereotipi che la matematica sia per pochi e soprattutto non per donne. Provare a dar vita ad una nuova collana di “libri di testo” che seguissero lo schema della Radice Quadrata della Vita. Fare proposte per il rilancio della Scuola a partire dal riconoscimento della professione docente perché oggi l’insegnante viene considerato o un missionario o un impiegato mentre deve essere “sancito” che è un/una professionista di alto livello. 

Ha scritto un libro che è nella sua forma, un romanzo, “La radice quadrata della vita”. Possiamo leggerlo tutti dunque, non troviamo equazioni o formule particolari.

Certo! È un romanzo agile e scorrevole che accompagna i lettori e le lettrici in un percorso di conoscenza della matematica oltre formule e procedure superando gli stereotipi che la relegano a disciplina arida e noiosa. Perché come dice Donatella, una delle due protagoniste alla matematica bisogna avvicinarsi andando oltre gli stereotipi come si con l’arte con spirito libero e fantasia.

“Nel mondo dei numeri c’è la chiave della felicità” e con questa breve ma coincisa affermazione lei ci dice già che la matematica può esserci di grande aiuto se interiorizzata. E poi continua e dice, “La matematica è una palestra in cui l’errore non è un fallimento ma una tappa nel viaggio che porta alla soluzione. Certo puoi sbagliare, ma puoi sempre recuperare”. Ci faccia un esempio di quanto la matematica possa essere risolutiva per le scelte quotidiane.

Vede Monica, noi in ogni momento decidiamo, una statistica dice che decidiamo in una giornata circa 35000 volte. Ma vi chiedo come prendiamo quelle decisioni? Oppure quelle decisioni sono consapevoli o anche senza accorgerci sono condizionate e non esprimono il nostro sentire? Ecco se il pensiero matematico diventa automatico, cioè parte di noi riusciamo a far in pochissimo tempo un’analisi, dei dati, pensare ad una strategia, provarla, se si sbaglia rivederla e prendere così una decisione che è solo nostra. Una visione più precisa la trovate nel romanzo.

La matematica è per tutti e tutte lei scrive e ne è testimonianza. Questo libro potrebbe essere un buono stimolo per le alunne indecise se affrontare un percorso scientifico universitario imbrigliate dal pregiudizio per cui la matematica sia solo declinabile al maschile.

Sicuramente sì, esiste il condizionamento che la matematica sia per pochi e in particolare non per le ragazze e come ha dimostrato Carol Dweck questo condizionamento mentale limita le ragazze non solo nell’apprendimento ma anche in un’idea di carriera in questo ambito. Vi consiglio oltre al romanzo di vedere la registrazione del mio TEDxwomen Novara Le donne devono contare per contare. 

Concluderei con una domanda. Da dove partì la scelta di studiare la matematica? Sembra proprio ci sia a monte una vocazione a voler essere di giovamento per la società vista la sua grande dedizione, passione ed impegno provati da una lunga carriera, da premi importanti e da un coinvolgente libro.

Dalla realtà in cui sono cresciuta, casa di ringhiera periferia sud di Milano e dai solidi valori che mi hanno trasmesso i miei genitori che come titolo di studio avevano solo la quinta elementare. Desidero cambiare il mondo. Voglio cambiare la società in meglio. Voglio dare gli strumenti culturali a tutti per arrivare ovunque. Per me la laurea in matematica è stata un riscatto sociale, l’insegnamento è il mio modo di fare politica.

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Pubblicato da
Monica Baldini
Argomenti: Intervistelibri

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