“La ragazza delle gardenie”: interviste al regista Olcese e al D.O.P Nervi

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Protagonisti  del cortometraggio sono Marta Gastini e Filippo Patané. Nel cast anche il noto critico cinematografico Steve Della Casa

La ragazza delle gardenie

GENOVA – In occasione del “Premio Quiliano Cinema” sarà presentata oggi, 2 giugno 2024, in anteprima, una scena del cortometraggio “La ragazza delle gardenie”. Un cortometraggio diretto dal giovane regista Christian Olcese (classe 1995), che ha scritto anche la sceneggiatura con Giovanni Robbiano. 

Protagonisti del corto, le cui riprese sono state girate nelle scorse settimane tra Cassano Spinola e Genova, sono Marta Gastini e Francesco Patanè. Due attori giovani che, però, hanno già lavorato al fianco di personaggi cinematografici di rilievo. Marta Gastini con Antony Hopkins, Dario Argento e Leonardo Pieraccioni e recentemente con Neri Marcoré in “Zamora. Francesco Patané, invece, per la sua interpretazione ne “Il cattivo poeta”, al fianco di Sergio Castellitto, ha ottenuto la candidatura ai Nastri d’argento. Nel cast anche il noto critico cinematografico Steve Della Casa.

La ragazza delle gardenie” è una storia è drammatica e, al contempo, romantica e poetica. Noi de “L’Opinionista” abbiamo intervistato il regista Christian Olcese per saperne qualcosa in più.

Come é nata e come si é svilupata l’idea de “La ragazza delle gardenie”?

“Ho sviluppato il soggetto del film dopo una lunga chiacchierata con Sara Ciampi, poetessa genovese da sempre malata di tubercolosi cronica. Sara, con la sua positività e con la sua voglia di lasciare un segno, ha sicuramente ispirato la storia. Mi piaceva raccontare il suo vissuto, la sua vocazione alla vita nonostante le difficoltà. La protagonista è una Ministra di Roma, specificatamente la Ministra dell’agricoltura, interpretata dalla splendida Marta Gastini. Cstretta a tornare dove è nata, in Piemonte, per decidere se vendere o meno la casa di famiglia, ereditata dalla sua prozia poetessa, vissuta nei primi anni del 900. Rientrata in casa, però, trova il vecchio diario della poetessa e, leggendolo, rivive la storia della stessa prozia, di nome Rosa, e di Antonio (interpretato da Francesco Patanè), mezzadro assoldato dal padre di Rosa. Basta, mi fermo qua per non dire troppo”.

A quale fascia di pubblico è rivolto?

“Il film è rivolto a tutti perché tratta sentimenti comuni come ad esempio l’amore, la malinconia. Spero possa essere visto dai giovani. Spero possano trovare modelli da seguire ammirando la recitazione di Marta di Francesco Patanè ma anche di Ettore Scarpa e di Raffaele Barca, Contadini, compagni d’avventure e di disavventure di Antonio”.

Quale è il messaggio più importante che hai voluto comunicare con “La ragazza delle gardenie”?

“Il messaggio del film è: c’è vita anche nella morte, tutto continua e nulla finisce”.

Come e stato l’esperienza di lavorare con Marta Gastini e Francesco Patane?

“Emozionante, accrescitiva, terapeutica, essenziale: devo continuare? Marta e Francesco sono due persone eccezionali, splendide, dall’animo gentile. Francesco lo conosco da tempo, siamo amici da tanti anni. Marta l’ho conosciuta per questo film ma tra noi è nata un’amicizia sincera, profonda. Per me è stato molto facile comunicare le mie sensazioni a loro. A me piace la recitazione attendista, riflessiva, incline al pensiero dell’attore e loro, con la loro professionalità, sono riusciti ad esaudire queste mie richieste. Insomma, siamo un bel trio”.

Direttore della fotografia de “La ragazza delle gardenie” é Edoardo Nervi, amico e già collaboratore di Christian Olcese in più occasioni. É stato il D.O.P. ne “Il volto nascosto del cyberbullismo”, co-regista di “Elia un racconto di mare e per il mare” e autore degli scatti che hanno accompagnato le poesie di Olcese (il regista é anche un poeta apprezzato e pluripremiato) nella mostra allestita presso il Museo della Lanterna di Genova, dal titolo  “L’età della resa”. Abbiamo rivolto qualche domanda anche a lui. Ecco cosa ci ha detto.

Quali sono state le scene più difficoltose da girare a livello di fotografia?

“Sicuramente girare in esterno con i contadini. Arrivando dai documentari so bene quali siano le difficoltà cui si può incorrere nel girare in esterno solo con luce naturale (per mia scelta), soprattutto in orari e in stagioni dove la luce cambia repentinamente, hai poco tempo e devi tenere d’occhio le ombre e la temperatura della luce costantemente. Fortunatamente avevamo una troupe rapida e capace e non siamo incorsi in questi ostacoli. Le scene in esterna sono bellissime e sono più che soddisfatto del risultato”.

Come si e arricchita la tua esperienza lavorativa dopo il set di “La ragazza delle gardenie”?

“Ogni esperienza arricchisce e fa maturare sia professionalmente sia come persona. Con Christian abbiamo iniziato a pianificare tutto con larghissimo anticipo: inquadrature, sopralluoghi, pre light, cose che non sempre si ha la possibilità di fare. Qui ognuno aveva il suo ruolo e niente doveva essere lasciato all’ improvvisazione. Christian mi ha lasciato carta bianca sulla fotografia, però ha sempre avuto le idee molto chiare quindi sapevo benissimo come voleva che visivamente si presentasse il corto. Molte inquadrature fisse curate come quadri, con un occhio attento alla composizione e allo spazio in cui si muovevano gli attori. Abbiamo lavorato in quella direzione insieme a Luca Massa e ai ragazzi di Gexi Media. Sicuramente come sodale è stata una bella prova da affrontare, pochi giorni molto intensi. Ne siamo usciti sicuramente più consapevoli e motivati”.