La reinterpretazione surrealista dell’Art Nouveau di Paolo Rossetto, tra simboli e grido silenzioso della natura

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fior di melo

L’osservazione del mondo che l’essere umano abita, può essere interpretata e rappresentata con modalità differenti sulla base delle caratteristiche espressive di ciascun artista e soprattutto ascoltando la tendenza stilistica che più si adatta all’indole creativa. Alcuni preferiscono un approccio estetico, descrittivo di ciò su cui lo sguardo si posa, altri si mettono in connessione con le energie sottili che si nascondono oltre l’osservato e poi vi sono quelli che trovano una mediazione, un equilibrio tra significato ed estetica dando vita a un linguaggio metaforico e subliminale attraverso cui esprimere le proprie riflessioni su tutto ciò che contraddistingue e avvolge la realtà che circonda l’individuo. L’artista di cui vi racconterò oggi ripercorre linee guida del passando modificandole e adattandole al suo intento pittorico dando vita a immagini evanescenti e armoniche se osservate da lontano ma che svelano tutta la loro simbolicità e vera apparenza quando ci si avvicina a esse.

Intorno alla fine del Diciannovesimo secolo, sulla scia di appena precedenti movimenti che vollero sottolineare l’importanza dell’espressione artistica come contrapposizione all’industrializzazione e alla produzione in serie, si andò affermando in tutta Europa una corrente definita comunemente arte nuova che si diffuse trasversalmente non solo nella pittura e nella scultura bensì anche in altri settori, dall’artigianato all’architettura, dalla decorazione su vetro ai gioielli. L’Arts and Crafts inglese aprì la strada alla rielaborazione estetica che contraddistinse l’Art Nouveau, in cui le linee curve e sinuose e soprattutto l’attenzione alla delicatezza della natura erano elementi essenziali e distintivi di uno stile che doveva in qualche modo permettere all’uomo e alla società borghese, di ritrovare il piacere della bellezza artistica lontana dall’omologazione degli oggetti di uso comune prodotti in fabbrica. I motivi floreali e zoomorfici erano assoluti protagonisti delle opere decorative, oppure fungevano da cornice a una figura femminile eterea e velatamente sensuale, come nei dipinti di Gustav Klimt, caposcuola del Secessionismo Viennese; l’estetica doveva essere predominante nella produzione di questo variegato movimento, accantonando o solo in parte lasciando trasparire quell’interesse verso l’inspiegabile, la connessione profonda tra natura circostante e sensazioni umane che invece erano appartenute ed erano il punto focale del Simbolismo. Con l’inizio del Ventesimo secolo però, tutto cominciò a cambiare, l’arte ebbe una forte spinta a rompere tutti gli schemi precedenti dando vita a due differenti e opposte tendenze: la prima fu quella di distaccarsi completamente dall’immagine e da ogni sentimento del soggetto creatore dell’opera, dando vita all’Astrattismo declinato ed evoluto poi in altri stili, e la seconda invece andò verso l’interiorità, suddividendosi a sua volta tra l’impulso e l’irruenza dell’Espressionismo, e la liberazione di sogni, incubi e inquietudini che ebbe la sua concretizzazione nel Surrealismo. Fu proprio questo il movimento in grado di mostrare quanto ogni realtà, ogni forma, potesse avere un significato e un senso molto più inquietanti di quanto percepibile a un primo sguardo.

maria maddalena
1 Maria Maddalena – tecnica mista su legno, 60x100cm

L’artista altoatesino Paolo Rossetto ha uno stile perfettamente affine all’intento del Surrealismo, quello di confondere le idee e lo sguardo del fruitore introducendo sottili riflessioni che hanno bisogno di una profonda indagine tra le pieghe delle immagini rappresentate; d’altro canto però non si può non notare l’ispirazione armoniosa e sinuosa che contraddistinse proprio quell’Art Nouveau apparentemente antitetica rispetto alle tematiche surrealiste, eppure perfettamente associabile in virtù dell’abilità creativa dell’artista bolzanino. Di fatto le sue opere sono un’indicazione su quanto sia ingannevole la realtà osservata, di quanto tutto ciò che appare possa in realtà nascondere un aspetto differente da quello immaginato a un primo sguardo, portando letteralmente verso le considerazioni sulla realtà contemporanea, su una società che sembra costantemente galleggiare sulla superficie, fermandosi a una maschera esteriore troppo spesso difforme dalla vera essenza di ciò che nasconde.

corvo
2 Corvo – tecnica mista su legno, 62x90cm

Se da un lato dunque Rossetto si appropria di quelle delicate linee grafiche, di quell’elegante estetica che conquista per le forme sinuose, per le tonalità seppia interrotte dal fragore del rosso o dalla discrezione del blu attraverso cui interpreta il grido di una natura troppo inascoltata, troppo lasciata al margine di una vita pragmatica che sembra indurre l’individuo a trovare sostegno e sollievo solo nell’imperante e dilagante tecnologia, dall’altro non può fare a meno di lasciar emergere tutto ciò che resta al margine e che permette all’uomo di continuare a esistere, cioè quella natura che sembra non avere più voce e che solo osservandola con attenzione, ponendosi in stretta comunicazione con lei e con le energie sottili che la circondano, è possibile comprenderne il ruolo fondamentale del ciclo della vita.

foglia
3 Foglia – tecnica mista su legno, 37x60cm

Ecco dunque che avvicinandosi si scorge tutto ciò che da lontano non sarebbe stato possibile percepire, si intravede la reale struttura di quelle decorazioni che compongono l’immagine; rami secchi si arrotolano intorno ai personaggi protagonisti delle opere, ne costituiscono la struttura a cui essi si appoggiano o dentro cui si nascondono, e non sono più silenziosi bensì divengono parti vive in grado di prendersi il ruolo da protagonisti che abitualmente si rassegnano a non avere.

crisalide
4 Crisalide – tecnica mista su legno, 60x100cm

Paolo Rossetto invece si immerge completamente nel loro rumore sommesso, li erge a primi attori e li trasforma in indulgenti protettori di un essere umano fragile, bisognoso di sostegno e molto più ingenuo di quanto non mostri all’esterno; l’opera Crisalide esprime perfettamente questo concetto perché l’uomo, posto di spalle rispetto al punto di osservazione, è avvolto da un groviglio di rami dentro cui si rifugia, quasi come se avesse bisogno della loro coriacea energia per rigenerarsi e trovare la propria vera essenza. Il bozzolo che lo avvolge può avere una doppia valenza dunque, quella del nido sicuro da cui trovare la forza per trasformarsi e lasciar fuoriuscire la sostanza nascosta, oppure della gabbia all’interno della quale restare per il timore di affrontare quell’esterno che spesso spaventa o mette a disagio proprio perché incapace di capire e avere un atteggiamento empatico nei confronti del singolo.

alburna
5 Alburna – tecnica mista su legno, 100x60cm

Anche in Alburna si ripete questo punto di vista bivalente di Paolo Rossetto, quell’essere dentro e voler uscire fuori oppure quel voler restare seminascosta della donna protagonista, protetta dalla ruvidità e dalla forza della corteccia; si trova comoda all’interno di quel guscio protettivo eppure tenta timidamente di affacciarsi verso il fuori, quasi timorosa di aprire gli occhi perché consapevole che pur potendo essere tentata dall’esplorare l’esterno, potrebbe perdere la radice alla quale appartiene provocando un distacco poi inconvertibile. Il colore rosso dell’albero rappresenta la maschera di forza e determinazione con cui molte persone celano la propria delicatezza interiore.

Ipazia
6 Ipazia – tecnica mista su legno, 64×123,5cm

L’opera Ipazia è forse quella che mostra maggiori caratteristiche Art Nouveau, perché nel rappresentare un astrolabio rovesciato Paolo Rossetto sceglie una figurazione decorativa in cui la grande matematica e filosofa della Grecia antica è posta al centro, in una posa estremamente armonica e morbida, quasi replicando la sinuosità delle donne immortalate dai maestri dello Stile Liberty. Da un lato dunque la mente e il pensiero, dall’altro il legame con la terra, con la realtà oggettiva che l’ha vista soccombere, lapidata, a causa della sciocca e infima rivalità tra gli uomini. Il tronco spoglio su cui i suoi lunghi capelli si intrecciano la tiene legata a una materialità che non le apparteneva ma con la quale è stata costretta a convivere, distogliendola da quell’esercizio superiore della mente che la rese una pioniera della conoscenza.

le tre amiche
7 Le tre amiche – tecnica mista su legno, 60x100cm

Usa la tecnica mista Paolo Rossetto per raccontare le sue atmosfere in bilico tra estetica ed essenza, mentre la superficie preferita è il legno che gli consente di infondere alle opere quell’aria retrò e quel tocco Belle Epoque che caratterizza la sua produzione artistica. Paolo Rossetto, Maestro di arte applicata, ha al suo attivo molte mostre personali a Milano, Bologna, Innsbruck, Bolzano, Rovigo, Sanremo, Ferrara, Massa Carrara, Roma, Lecce, Moena (TN), Berlino, Verona, Palermo, New York, Boston, Londra, Venezia,Sassoferrato, Ortisei (BZ), Merate (LC), Piacenza, Castrocaro Terme, Pisa, ha partecipato alla Triennale di Roma presso Palazzo Borghese e nel 2019 ha preso parte alla 58a Biennale di Venezia nel Padiglione di Grenada. Dal 2007 fa parte del gruppo di artisti del Museo della Permanente di Milano e dal 2017 di Unika, gruppo di Artisti della Val Gardena. È inserito nei principali cataloghi e annuari sull’arte contemporanea italiana.

PAOLO ROSSETTO-CONTATTI

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Paolo Rossetto’s surrealist reinterpretation osymbols and the silent cry of nature

The observation of the world that human beings inhabit can be interpreted and represented in different ways according to the expressive characteristics of each artist and above all by listening to the stylistic tendency that best suits their creative nature. Some prefer an aesthetic approach, descriptive of what the gaze rests on, others connect with the subtle energies that are hidden beyond the observed, and then there are those who find a mediation, a balance between meaning and aesthetics, giving life to a metaphorical and subliminal language through which they express their reflections on everything that characterises and envelops the reality that surrounds the individual. The artist I am going to tell you about today retraces the guidelines of his passing, modifying and adapting them to his pictorial intentions, giving life to evanescent and harmonious images when observed from afar, but which reveal all their symbolism and true appearance when approaching them.

Around the end of the 19th century, in the wake of just previous movements that wanted to emphasise the importance of artistic expression as a counterpoint to industrialisation and mass production, began to assert itself throughout Europe a current commonly referred to as new art, which spread transversally not only in painting and sculpture but also in other sectors, from handicrafts to architecture, from glass decoration to jewellery. The English Arts and Crafts paved the way for the aesthetic reworking that characterised Art Nouveau, in which curved and sinuous lines and above all attention to the delicacy of nature were essential and distinctive elements of a style that was somehow meant to enable man and bourgeois society to rediscover the pleasure of artistic beauty far removed from the standardisation of everyday objects produced in factories. Floral and zoomorphic motifs were the absolute protagonists of decorative works, or acted as a frame for an ethereal and veiledly sensual female figure, as in the paintings of Gustav Klimt, the leader of Viennese Secessionism; aesthetics were to be predominant in the production of this variegated movement, setting aside or only partly allowing to transpire that interest in the inexplicable, the profound connection between surrounding nature and human sensations that instead belonged to and were the focal point of Symbolism. With the beginning of the 20th century, however, everything began to change, and art had a strong urge to break all previous patterns, giving rise to two different and opposing tendencies: the first was to detach itself completely from the image and all feelings of the subject creator of the artwork, creating Abstractionism, which then declined and evolved into other styles, and the second instead went towards interiority, divided in turn between the impulse and impetuosity of Expressionism, and the liberation of dreams, nightmares and anxieties that had its materialisation in Surrealism.

It was precisely this movement that was able to show how every reality, every form, could have a much more disturbing meaning and significance than was perceptible at first glance. The South Tyrolean artist Paolo Rossetto has a style that is perfectly akin to the intent of Surrealism, that of confusing the viewer’s ideas and gaze by introducing subtle reflections that need deep investigation between the folds of the images represented; on the other hand, however, one cannot fail to notice the harmonious and sinuous inspiration that characterised that very Art Nouveau, apparently antithetical to Surrealist themes, yet perfectly associable by virtue of the Bolzano artist’s creative skill. In fact, his artworks are an indication of how deceptive reality is when observed, of how everything that appears can in fact conceal a different aspect from that imagined at first glance, literally leading to considerations on contemporary reality, on a society that seems to constantly float on the surface, stopping at an outward mask too often different from the true essence of what it conceals. If on the one hand, therefore, Rossetto appropriates those delicate graphic lines, that elegant aesthetic that conquers with its sinuous forms, with its sepia tones interrupted by the roar of red or the discretion of blue through which he interprets the cry of a nature that is too unheard, too much left on the margins of a pragmatic life that seems to induce the individual to find support and relief only in the prevailing and rampant technology, on the other hand, he cannot help but allow to emerge all that remains on the margins and permits man to continue to exist, that is, that nature that seems to have no voice and that only by observing it carefully, by placing oneself in close communication with it and with the subtle energies that surround it, is it possible to understand its fundamental role in the cycle of life. And so it is that by getting closer one can see everything that could not have been perceived from afar, one can glimpse the real structure of those decorations that make up the image; dry branches coil around the protagonists of the works, they constitute the structure to which they lean or within which they hide, and they are no longer silent but become living parts capable of taking on the role of protagonists that they usually resign themselves to not having.

Paolo Rossetto, on the other hand, immerses himself completely in their subdued noise, elevates them to the role of leading actors and transforms them into indulgent protectors of a fragile human being, in need of support and much more naive than he shows on the outside; the work Chrysalis expresses this concept perfectly because the man, placed with his back to the point of observation, is enveloped by a tangle of branches within which he takes refuge, almost as if he needed their leathery energy to regenerate himself and find his true essence. The cocoon that envelops him can therefore have a double valence, that of the safe nest from which to find the strength to transform and let out the hidden substance, or of the cage within which to remain for fear of facing that outside which often frightens or makes one uncomfortable precisely because it is incapable of understanding and having an empathetic attitude towards the individual. This bivalent point of view of Paolo Rossetto’s is repeated in Alburna as well, that of being inside and wanting to go outside, or that of the protagonist woman’s desire to remain half-hidden, protected by the roughness and strength of the bark; she is comfortable inside that protective shell and yet she timidly attempts to look outwards, almost afraid to open her eyes because she is aware that although she might be tempted to explore the outside, she might lose the root to which she belongs, causing a detachment that is then inconvertible. The red colour of the tree represents the mask of strength and determination with which many people conceal their inner delicacy.

The painting Hypatia is perhaps the one that shows the most Art Nouveau characteristics, because in depicting an inverted astrolabe Paolo Rossetto chooses a decorative figuration in which the great mathematician and philosopher of ancient Greece is placed in the centre, in an extremely harmonious and soft pose, almost replicating the sinuosity of the women immortalised by the masters of Stile Liberty. On the one hand, therefore, the mind and thought, on the other the link with the earth, with the objective reality that has seen her succumb, stoned, because of the foolish and petty rivalry between men. The bare trunk on which her long hair intertwines keeps her tied to a materiality that did not belong to her but with which she was forced to live, distracting her from that superior exercise of the mind that made her a pioneer of knowledge. Paolo Rossetto uses mixed media to narrate his atmospheres poised between aesthetics and essence, while his preferred surface is wood, which allows him to infuse his artworks with that retro air and Belle Epoque touch that characterises his artistic production. Paolo Rossetto, Master of Applied Art, has to his credit many personal exhibitions in Milan, Bologna, Innsbruck, Bolzano, Rovigo, Sanremo, Ferrara, Massa Carrara, Rome, Lecce, Moena (TN), Berlin, Verona, Palermo, New York, Boston, London, Venice,Sassoferrato, Ortisei (BZ), Merate (LC), Piacenza, Castrocaro Terme, Pisa, he took part in the Rome Triennale at Palazzo Borghese and in 2019 he took part in the 58th Venice Biennale in the Grenada Pavilion. Since 2007 he has been a member of the group of artists of the Museo della Permanente in Milan and since 2017 of Unika, a group of artists from Val Gardena. He is included in the main catalogues and yearbooks on italian contemporary art.