La richiesta di Fioramonti: “Sanificare l’aria nelle classi delle scuole”

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ROMA – “Anche oggi mi è arrivata l’ennesima lettera di genitori che si lamentano del fatto che i figli devono indossare in classe il giaccone (oltre alla mascherina) perché le nuove regole obbligano all’apertura delle finestre anche in pieno inverno e i riscaldamenti, in genere, funzionano poco e male. La sanificazione dell’aria è un processo ormai conosciuto da tantissime famiglie, soprattutto quelle che – come la mia – hanno avuto la sfortuna di avere figli con problemi respiratori congeniti. Oggi esistono apparecchiature come quella che presenta l’amico Michele Dotti di Ecofuturo, che possono ridurre l’incidenza del virus Sars-Cov-2 nell’aria di oltre il 90%. Non solo, queste apparecchiature sono utili anche per eliminare altri germi, ridurre la trasmissione dell’influenza stagionale e limitare le assenze per malattia (sia tra gli studenti, sia tra il personale). Perché non dotare ogni classe di un apparecchio del genere?”.

Così su Facebook l’ex ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti (foto), che aggiunge: “Abbiamo speso centinaia di milioni per banchi che restano inutilizzati ed ora costringiamo gli studenti ad indossare la mascherina costantemente, e per di più al freddo. Quando ero Ministro ricevetti i risultati di una ricerca che dimostrava come la qualità dell’aria (dovuta a vari fattori, come la concentrazione di CO2 e vari tipi di polveri) incideva molto sull’apprendimento degli studenti. Inutile ricordare poi che l’inquinamento da particolato, che respiriamo sia all’esterno sia all’interno degli edifici, causa oltre 80mila morti l’anno”.

Fioramonti, poi, conclude con queste parole: “Allora, non vi pare una proposta ragionevole? Con meno di 400 euro a classe, si possono ottenere ottimi risultati, come dimostrato anche da una recente certificazione del Dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova. Che facciamo, Roberto Speranza e Lucia Azzolina? Proviamo a pensare, una volta tanto, a misure che migliorino la qualità della vita anche dopo che sarà finita l’emergenza?”.