“Auguri a tutte le donne! – scrive – Un omaggio al loro valore e un pensiero speciale a tutte coloro che stanno affrontando situazioni difficili con coraggio e determinazione”. I podcast sono disponibili all’indirizzo https://giovani.camera.it/podcast e ripercorrono, attraverso documenti d’archivio della Camera, atti parlamentari, materiali bibliografici, fotografici e audiovisivi, il lungo cammino compiuto per la conquista del suffragio femminile. Nel complesso sono dieci, sono visibili anche attraverso la piattaforma Spreaker e possono essere ricercati con vari tag: Camera deputati, donne, voto, 1946, emancipazione.
Le risorse audio/video sono scaricabili e narrano la storia a partire dalle prime petizioni inviate al Parlamento da Anna Maria Mozzoni, instancabile paladina dei diritti delle donne e, in particolare, dell’estensione del suffragio. Il podcast racconta anche le voci che da più parti si levarono in Parlamento contro il riconoscimento del diritto di voto alle donne, ritenuto un pericoloso “salto nel buio” e quelle di deputati, primo fra tutti il mazziniano Salvatore Morelli, autore di una proposta di legge contro l’abolizione della schiavitù domestica e per l’estensione del suffragio a tutti i cittadini del Regno.
Anche in Italia la lotta per il suffragio si rafforza all’inizio del Novecento e subito dopo la fine della prima guerra mondiale le donne sono ad un passo dal riconoscimento del voto. La Camera dei deputati approva l’estensione del suffragio nel 1919, ma la fine anticipata della legislatura impedisce al Senato di approvare in via definitiva la legge. Le donne italiane dovranno aspettare fino al febbraio del 1945, a guerra non ancora conclusa, il decreto che riconosce loro l’elettorato attivo. Potranno così votare per la prima volta alle elezioni amministrative della primavera del 1946 e poi alle elezioni del 2 giugno.
In questa data gli italiani furono chiamati a scegliere tra monarchia e Repubblica ed elessero i loro rappresentanti all’Assemblea costituente, che avrebbe dato la nuova Carta fondamentale alla neonata Repubblica. 21 donne furono elette all’Assemblea costituente e tutte seppero dare prova di compattezza, a prescindere dalle contrapposte posizioni politiche degli schieramenti di appartenenza, per l’affermazione del principio di eguaglianza e della parità dei diritti.
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