La giovane Mira accetta di lavorare come babysitter presso alcuni parenti. Le tragedie nella sua vita sembrano terminare davanti al bel rapporto col nipotino, e all’ armonia di quello che lo circonda. Ma i guai si avvicinano lo stesso e la salvezza arriverà da una cosa che non avrebbe mai immaginato. Ecco il nuovo raccondo di Alice Brunner.
Mira suono’ al citofono del fratello come concordato, alle quattro del pomeriggio. Era una chiara giornata di settembre: aria leggera, dolcemente mescolata a pensieri leggeri.
Un uomo di mezz’ età aprì il battente e le sorrise:
“ Ehi. Puntualissima! Te la senti di fare da baby sitter?”
“ Per il mio nipote preferito questo ed altro! Dov’è Gus?”
“ È con sua madre a prepararsi. Quando l’ accompagni ai giardini, che Gus non dimentichi il suo pupazzo, quello che tiene appiccicato a sé giorno e notte. Se no, ne farebbe una tragedia”.
“ Tranquillo. Andrà tutto ok”.
“ Ma tu come stai, Mira? No… te lo chiedo solo perché hai avuto un passato disordinato e…”
“ Ma quale passato? Ho venticinque anni! E poi è la vita ad essermi arrivata già disordinata: io l’ho lasciata com’era”.
Il fratello Attilio non poté replicare perché in quel momento era sceso dal piano di sopra il piccolo Gustavo.
“ Zia Mila zia Mila!” e saltò al collo della ragazza.
“ Ecco l’ometto. Ma dove lasci la erre eh? Uh come sei grande per avere sei anni! Pronto per la giostra?”
“ Si. Guarda il mio nuovo peluche, lo metto nello zaino. Si chiama Nuvolina” e mostrò un voluminoso coniglio rosa.
“ Ma è rosa? È da femmine!”
“ Infatti. Me lo ha regalato la mamma. Visto che non ho sorelline la mamma mi ha detto di tenere Nuvolina come sorella!”
“ Va bene andiamo.”
E partirono per i giardini dell’ isolato confinante. Gus si lanciò subito alla giostra, e trattava il peluche come compagna di giochi.
“ Vieni qui Nuvolina, ecco sta’ attenta mettiti a sedere sul seggiolino ti reggo io se no cadi ti fai male brava sorellina…” e presero il via con velocità. Mira li guardava sorridendo, poi cominciò ad agitarsi dopo aver letto un messaggio sul cellulare.
Col volto rabbuiato s’alzò di scatto dalla panchina e raggiunse la giostra. Bloccò il giro con le mani:
“ Gus, tesoro, scusa devo fare una cosa urgente. Farai il bravo vero? Ascolta la zia: mi allontano per un paio di minuti di pochi metri: ecco guarda, laggiù alla fontana. Devo vedere un amico e faccio due parole. Poi ritorno subito qui da te. Va bene?
“ Va bene zia. Io non ho paura. Ci sono altri bambini ed anche Nuvolina. Lei mi protegge.”
“ E non ti allontanerai vero? Starai sempre qui sul seggiolino?”
“ Siiiii…”
“ Bravo sei proprio un bel bimbo. Arrivo subito. E… non c’ è bisogno di raccontarlo questo piccolo segreto?!”
Gus annuì e riprese frenetico il giro, con Nuvolina in braccio. Mira raggiunse correndo la fontana all’ imbocco del giardino. Dopo poco s’ avvicinò un ragazzo magrissimo alto che camminava lentamente, dinoccolato. Mani in tasca e sigaretta. Sputò la cicca appena vista la giovane.
“ Allora…” iniziò con la voce strascicata il nuovo venuto.
“ Ascolta te lo dico subito: ho chiuso e non faccio più nulla ecco. Te l’ ho anticipato per telefono e basta.”
“ Senti amica del sole: ma con i cinquemila eh come la mettiamo “ e strusciò le dita della mano destra a indicare le banconote.
Mira si liscio’ i capelli nervosamente:
“ Che c’ entrano i soldi ora, basta è basta ho ripreso a lavorare e…”
Il ragazzo rise cattivo:
“ A lavorareee?? Tu??”
“ Lavoro sì sfigato topo di fogna! Vattene!”
“ Non penserai che mi rassegni a non averti nel giro e non riprendere il malloppo? Io rispondo a degli amici…”
Nel frattempo Gus si era accorto della discussione. I due avevano alzato la voce e qualche parola qua e là era arrivata anche al bimbo. Che non attese più, scese dalla giostra col coniglio rosa in mano ed insieme a Nuvolina s’ avvicinò alla fontana.
“ Zia Mila?!”
A quel suono il ragazzo spostò Mira e s’ avvicinò a Gus:
“ Ma guarda guarda chi c’è qui. Un piccolo. Hai detto zia eh. È tuo nipote, bello!”
“ Lascialo stare topo!”
“ Bene bene, chissà se il nipotino varrà cinquemila euro sul mercato…”
Mira gridò a perdifiato, scansando il bambino e colpendo il ragazzo con la propria borsa. Ma non bastò perché lui era più forte; e dopo un sonoro schiaffo in faccia Mira cadde a terra sbattendo la testa sulla fontana. Il giovane, alla vista del corpo esanime, afferrò la borsetta e scappò a gambe levate. Gus rimase fermo. Con Nuvolina in braccio e gli occhi sul corpo immobile della zia.
Fu Nuvolina a scuoterlo:
“ Gus Gus fratello guardami. Degli uomini cattivi stanno tornando per farti male. Nasconditi, ti prego”.
Ma Gus era pietrificato. Si avvicinarono due uomini con gli occhiali scuri:
“ Muoviti prendilo è lui il bambino. Glielo dobbiamo portare”.
Fortunatamente Nuvolina era stata preposta a proteggere Gus. Saltò dal braccio in terra affrontando i due malviventi: “ Sono un maleficio! Vi porterò all’inferno!” e strabuzzò gli occhi che diventarono enormi e fiammeggianti. I due erano esterrefatti. Imprecarono e si bloccarono per la sorpresa.
Nel frattempo si stavano avvicinando altre persone, avventori del giardino attirati da tutto quel trambusto. Vista la mala parata, i delinquenti sparirono com’erano arrivati. Gus fu trovato dai soccorritori sempre immobile, con il peluche in braccio e gli occhi grondanti.
La moglie Cora gli pose una mano sulla spalla:
“ Attilio, ha telefonato l’ ospedale. Tua sorella è fuori pericolo. L’ hanno ri- presa per i capelli, ora non è in prognosi riservata. Va’ a trovarla, caro.”
“ Ma dico sei pazza? Dopo tutto quello che ci ha fatto le bugie lo spaccio
I furti e soprattutto aver messo in pericolo suo nipote di sei anni?? Maledizione: io non ho sorelle!” E sbatté la porta dietro di sé.
Lo psicologo infantile le aveva dato il consenso: aveva specificato che anzi Gus per superare il trauma l’ avrebbe proprio dovuto affrontare. Per questo motivo Cora e Gus visitarono Mira dietro il vetro della camera dell’ Ospedale.
Ma lei era sotto farmaci e non li vide, dormiva. I familiari le mandarono un bacio dal vetro, e Gus fu contento nel vedere la zia salva. Prima di andarsene, appoggio’ Nuvolina su uno sgabello e le mormorò qualcosa all’ orecchio. Nuvolina sospirò appena fu sola nello stanzone. Aveva accettato di fare la guardia, certo. Però che non pretendesse il suo protetto Gus che cambiasse la zia!
Nuvolina non poteva farci nulla: mai mettere ordine nel disordine. Era l’origine tutte le guerre. Sospirò ancora e vegliò il sonno di Mira. Fino all’alba leggera, dolcemente mescolata a pensieri leggeri.