Sentivo quel meraviglioso rumore che ormai abitava nella mia memoria e si ripeteva quando mi chiudevo là dentro e fuori c’era il sole. Da un po’ di tempo mi sembra che le indicazioni più importanti della mia vita arrivino dall’ignoranza; cioè da persone che per ragioni di povertà e di lontananza dai centri più importanti; sono carichi di una personale visione del mondo. Insomma molto vicini a una vita animale. I loro chiarimenti per un vivere giusto sono il frutto di esperienze maturate nell’ambito del nucleo familiare o spuntano da tortuose riflessioni personali. Consigli e intendimenti che fioriscono sotto tempeste d’acqua o di neve. Pensieri che si muovono nel fango ma restano piantati nel cervello.
É come quando trovi il languore di una tinta rosa “inimitabile” sulla crosta di un legno rotolato sulla spiaggia. Cerco verità nascoste con sempre maggiore insistenza e magari qualcosa di luminoso che può arrivarmi da questa gente sottomessa anche al vento. I miei interessi più precisi vanno a cercare notizie sul vuoto che circonda tutte le cose create e vuole riavvolgerle nel suo silenzio. Mi dispiace chiamare ignorante chi manca di una minima istruzione ed è incolto e spesso analfabeta. Ho rispetto e stupore per tutta la sapienza che ha raccolto dal suo contatto con la natura e le cattiverie delle stagioni e delle malattie. Chi insomma per sfortuna e solitudine ha cresciuto le sue convinzioni e controllare i disagi; da solo.
Anni fa ho visto lungo un calanco di una montagna della valle; una donna che camminava svelta lungo un sentiero. La incontrammo io e Federico che stavamo cercando due alberi di ciliegie bianche. Mi sono permesso di chiederle: – Ma signora dove va così veloce? – Sono in ritardo. Ha già suonato la campanella della nostra celletta. Si allontana in fretta spinta dal suo credere forte. Mi ha stupito questa sua felice sudditanza a una profonda convinzione. L’ho invidiata allora e la sto invidiando anche adesso. Mi è arrivato un segnale di Dio da quel corpo pieno di oscurità. Le grandi idee viaggiano meglio sorrette dall’ignoranza che è quasi sempre innocente.
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