Sociale

L’arte dell’inclusione, un murale allo Spazio Libellula [FOTO]

Il progetto ha coinvolto oltre 300 bambini e bambine, più di 200 famiglie e oltre 100 donne che hanno frequentato percorsi di inserimento lavorativo e di empowerment

MILANO – Mercoledì 25 settembre presso lo Spazio Libellula di Milano si è tenuto l’evento “L’arte dell’inclusione”, realizzato con il coordinamento di Fondazione Libellula a conclusione del progetto SEED – Sviluppo Educazione Empowerment contro le Discriminazioni, volto a promuovere la cultura della convivenza delle differenze e del rispetto.

L’evento ha ospitato alcuni talk che hanno esplorato il legame tra arte, inclusione, empowerment e territorio. Gli stessi sono stati curati infatti da Elisabetta Roncati (ArtNomadeMilan), autrice di “Arte Queer”, Maria Giulia Voltini di innovActionCult (iAC), Angelo Caruso di CityArt e Marzia Scuderi di Fondazione Libellula. A seguire, è stato presentato il murale “La differenza è l’essenza della libertà”, realizzato insieme ai bambini e alle bambine dello Spazio Libellula in collaborazione con CityArt. Alla presenza di Lamberto Bertolè, Assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano, Elena Lattuda, Delegata del Comune di Milano alle Pari opportunità, e Diana De Marchi, Presidente della Commissione Pari opportunità e diritti civili del Comune di Milano, sono stati inoltre approfonditi i punti chiave del progetto SEED. Realizzato grazie al sostegno del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo, il progetto ha visto la collaborazione di numerose organizzazioni, quali Centro PENC, Fondazione Nazionale Assistenti Sociali-FNAS, innovActionCult-iAC, Mestieri Lombardia, Associazione CityArt, Stimulus, Arci Nazionale e CIG Arci-Gay Milano, confermando l’importanza di azioni collettive per contrastare la discriminazione e promuovere una società più inclusiva.

Il contesto globale degli ultimi anni, caratterizzato da fenomeni come la pandemia e conflitti internazionali, ha aumentato l’isolamento e la diffidenza nei confronti delle minoranze, rendendo più evidenti le difficoltà nel riconoscere e affrontare i fenomeni di discriminazione e violenza che colpiscono persone appartenenti a determinate categorie sociali. Per questo motivo, oltre alla promozione della parità di genere e del rispetto della diversità, all’interno del progetto SEED sono state realizzate attività finalizzate alla creazione di dialogo tra beneficiari, enti e comunità, al fine di costruire reti di supporto cittadine.

“Siamo profondamente felici di quanto raggiunto con il Progetto SEED – ha dichiarato Debora Moretti, Founder & President di Fondazione Libellula – Obiettivo delle azioni realizzate è stato quello di promuovere una cultura di convivenza delle differenze, per prevenire e che combattere ogni forma di discriminazione, promuovendo gentilezza e rispetto. Viviamo in un’epoca in cui le tensioni globali hanno esacerbato l’isolamento e la diffidenza. Progetti come SEED sono fondamentali per ricostruire il tessuto sociale, creando spazi di dialogo, comprensione e supporto, dove ogni persona può sentirsi accolta e valorizzata. Continueremo a lavorare instancabilmente per costruire una comunità sempre più inclusiva e solidale”.

Il progetto ha infatti attuato diverse azioni mirate a favorire l’emersione dei casi di violenza, ridurre l’isolamento di persone vittime di discriminazione e promuovere l’empowerment personale e sociale delle donne. Allo stesso tempo, si è focalizzato sulla diffusione di una cultura del rispetto e della genitorialità positiva, oltre a sostenere le nuove generazioni nel contrasto agli stereotipi e alla violenza di genere. Le iniziative si sono rivolte non solo alla singola persona, ma anche ai nuclei familiari e alla rete territoriale del Municipio 2 della città di Milano. In particolare, il progetto SEED ha coinvolto un ampio numero di beneficiari, tra cui oltre 300 bambini e bambine, più di 200 famiglie, oltre 100 donne che hanno frequentato percorsi di inserimento lavorativo e di empowerment, circa 30 uomini in percorsi di empowerment e più di 50 persone volontarie dei Circoli Arci di Milano e hinterland.

Attraverso attività specifiche, come lo sportello di ascolto e orientamento, i percorsi di cura psicologica e i laboratori di socializzazione, il progetto ha creato spazi sicuri per le vittime di violenza e discriminazione. “Rinasheta” ha sostenuto l’inserimento lavorativo e l’emancipazione economica delle donne, mentre EmpowerSEED ha permesso di realizzare laboratori di empowerment coinvolgendo anche la comunità LGBTQIA+. Per le famiglie invece sono stati ideati dei laboratori di genitorialità e di accompagnamento alla nascita, oltre che gruppi di mutuo-aiuto che favorissero la condivisione di esperienze dei genitori.

Parallelamente, il potenziamento didattico e i laboratori esperienziali per i più giovani hanno stimolato una riflessione critica sugli stereotipi e la violenza di genere. Ugualmente il progetto ha offerto momenti di apprendimento per assistenti sociali e operatori del sociale, promuovendo una rete di prevenzione e supporto alle vittime di violenza e discriminazione. Inoltre, EmpowerMEN ha fornito uno spazio di riflessione per gli uomini, incoraggiando la condivisione del proprio vissuto e quindi favorendo la decostruzione degli stereotipi di genere.

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Redazione
Argomenti: Milano

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