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L’arte di Annika Korbitsch, in bilico tra fuga dalla realtà e necessità di affrontarla

Esiste un dualismo che appartiene ad alcune personalità artistiche particolarmente delicate e sensibili, e che non riesce a essere trattenuto e a non manifestarsi sulle loro tele, quasi come se all’interno di quell’ambivalenza si nascondesse la reale essenza, l’equilibrio interiore su cui si forgia non solo lo stile pittorico bensì anche il messaggio poetico e filosofico che dalle opere traspare. La protagonista di oggi vive in bilico tra due tendenze interiori opposte eppure entrambe necessarie a definire la sua personalità e anche la sua espressione creativa.

La fine del primo conflitto mondiale introdusse la necessità per un considerevole gruppo di creativi di entrare in un contatto più intimo con le proprie emozioni, con l’inconscio, con quel mondo al di fuori della realtà che riusciva a costituire un gancio per distaccarsi e distogliersi dai disagi e dalle precarietà che la guerra aveva portato con sé, e al tempo stesso anche un’esigenza di trovare una stabilità che sfuggiva nell’ambiente circostante e che si poteva così trovare solo all’interno di se stessi, di un sentire che alcun evento esterno avrebbe potuto strappare via. Fu proprio su questo concetto di immergersi dentro il proprio intimo, i propri incubi, le proprie paure per affrontarle ed esternarle, che nacque il movimento del Surrealismo, in cui il mondo onirico spesso decisamente inquietante e angosciante era protagonista di tele che trasportavano l’osservatore in un universo parallelo dove il non senso assumeva un importante significato e dove invece ciò che aveva un senso nella realtà si dissolveva completamente all’interno dei paesaggi lunari e irreali dei suoi grandi maestri. Salvador Dalì, Max Ernst, Yves Tanguy nelle loro incredibili tele hanno narrato la ricerca all’interno di un subconsio irrequieto, espressione di quei percorsi psichici inconsapevoli che furono alla base degli studi di Sigmund Freud, e che spesso si tramutavano in incubi in cui la realtà era distorta, deformata in virtù della percezione che di essa ogni artista aveva nel momento cosciente. Tanto irreali i Surrealisti puri, tanto quanto tendenti al concetto, all’interrogazione sul mistero nascosto dentro la realtà, sul valore dell’uomo e sul senso dell’esistenza, erano invece i Metafisici come René Magritte e Frida Khalo, nella quale però l’arte divenne una personalizzazione, un legame più intenso con la propria storia personale, con la vita e con l’amore che hanno contraddistinto e segnato la sua esistenza. L’austriaca Annika Korbitsch interiorizza le tematiche del Surrealismo Metafisico per adeguarle ai tempi moderni e al suo sentire interiore, attualizzando le linee guida del movimento e mescolandole non solo con un Realismo quasi fotografico, bensì anche con le tecniche di modificazione delle immagini appartenenti alle applicazioni dei dispositivi tecnologici attuali, sebbene nel suo caso siano realizzati rigorosamente a mano, in particolare a olio steso con la spatola.

1 Huch, was kriecht denn da (Ops, cosa sta avanzando laggiù)

Le sue opere, i ritratti così come le immagini simboliche a cui lei attribuisce un significato metafisico, esistenziale, sembrano voler fuoriuscire dalla tela per incantare l’osservatore il quale si sente attratto dalle emozioni contrastanti di cui i volti sembrano raccontare e che appartengono all’interiorità della Korbitsch, quel dualismo che la induce da un lato a osservare e biasimare la realtà del vivere contemporaneo, e dall’altro svela il bisogno di evaderne, di rifugiarsi all’interno di un mondo ideale, differente, dove tutto è più semplice, naturale, spontaneo.

2 Feder
3 Entscheidung

Laddove dunque con gli elementi più appartenenti alla Metafisica, come nella tela Feder (Piuma), l’oggetto rappresenta un desiderio, una necessità dell’artista come dell’uomo moderno, di trovare quella libertà e quella leggerezza, intesa nell’accezione più positiva del termine, per liberarsi dal peso e dall’oppressione delle regole e dei compromessi ai quali diventa necessario sottostare, di contro in opere come Entscheidung (La scelta), Annika Korbitsch evidenzia come nonostante l’illusione di avere la possibilità di decidere quale percorso intraprendere siamo in realtà condizionati da mille catene che ci tengono intrappolati all’interno di uno spazio limitato, costituito dalla grande mano, che limita la capacità decisionale e ci colloca all’interno di una zona sicura che ci dà l’illusione di essere al sicuro ma nella realtà dei fatti ci impedisce di andare oltre e di scoprire quali infinite possibilità si nascondono dietro quella barriera.

4 Graf Fenryl’s Tochter

E ancora, nell’opera Graf Fenryls Tochter (La figlia delle Aquile), ispirata da una favola fantasy, la donna sembra esprimere la fierezza e la determinazione necessarie per spiccare il volo ed essere libera, dall’altro però la presenza delle due aquile, una davanti e una dietro, sembrano in qualche modo essere anche un limite, la proteggono certo, ma ha sempre bisogno della loro presenza per realizzare il sogno di poter volare. Annika Korbitsch sceglie di frequente di consegnare ai bambini il compito di esprimere ciò che, nel mondo adulto, resta taciuto perché nascosto sotto strati di convenzioni, di freni e di diplomazia che invece nell’età precedente non esistono.

5 Ihr seid geizig

Ecco dunque che in Ihr seid geizig! (Sei avaro), l’artista pone l’accento sull’individualismo, sull’egoismo che conduce l’essere umano a un arrivismo e alla necessità di accumulare beni e ricchezze senza soffermarsi a guardare o ad aiutare un bimbo che gli tende la mano e che vorrebbe solo attenzioni e affetto. Si sposta su un tema più globale la Korbitsch in quest’opera, quello del divario tra chi ha molto e continua a volere sempre di più, credendo che quello sia il modo migliore per procedere nella vita, e chi invece ha poco e sembra essere invisibile agli occhi dell’altra parte, come se il senso del vivere si riducesse tutto a raggiungere obiettivi a discapito di chiunque si incontri sulla propria strada.

6 Ihr urteilt!

E ancora in Ihr urteilt! (Tu giudichi), la giovane guarda con tristezza verso chi si distacca da lei piuttosto che cercare di comprendere cosa si nasconda dietro quegli occhi infelici; anche in questo caso l’obiettivo dell’artista è puntato sull’egoismo, sulla cecità che impedisce di soffermarsi per andare più in fondo, di osservare con maggiore attenzione e porsi in una posizione di empatia nei confronti dell’altro. La distanza che invece si crea quotidianamente tra gli individui, suggerisce Annika Korbitsch, genera e alimenta incomprensioni, atteggiamenti di tipo egoistico e imposizioni o, al contrario, disinteresse, da cui è difficile uscire, proprio perché radicata profondamente nella società contemporanea.

7 Vom loslassen und wiederfinden fur die Liebe (Di lasciar andare e ritrovare per amore)

Olio su tela, su legno, pastelli e matite su carta, spatola, sono diverse le sperimentazioni artistiche di Annika Korbitsch che divengono funzionali all’argomento che desidera affrontare di opera in opera, sospesa in bilico tra ciò che è e ciò che vorrebbe che il mondo fosse. Ritornata alla manifestazione artistica dopo molti anni in cui aveva scelto una strada diversa, Annika Korbisch partecipa attivamente a molte mostre collettive in Austria, Svizzera e Italia.

ANNIKA KORBITSCH-CONTATTI
Email: annika.korbitsch@gmail.com
Sito web: www.art-of-annika.jimdo.com
Facebook: https://www.facebook.com/artof.annika.92/

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Pubblicato da
Marta Lock

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