“La poesia riveste un’importanza cruciale nella mia formazione scolastica ed artistica. Ho avuto la fortuna di essere guidato da insegnanti che mi hanno fatto amare la parola, declinata nei vari generi, dalla prosa, al verso al testo teatrale. Come scuola superiore ho scelto, infatti, il Liceo Classico che mi ha permesso fin da ragazzino di coltivare una mia sensibilità per l’arte. Se la pittura è una recentissima passione, la poesia mi ha sempre accompagnato. Ovviamente i testi della fanciullezza si rifacevano al canone della filastrocca o delle rime baciate; crescendo l’adolescenza ha introdotto le tematiche proprie di ogni ragazzo che si avvia a diventare uomo. Attualmente, pur avendo cinquant’anni, sento di vivere il mio tempo, di essere immerso in esso, di riconoscermi anche nel linguaggio dei parlanti di oggi.
“Nel 2015 ho avuto la fortuna di conoscere Luigi Profeta, affermato artista di Cormano (MI), con il quale è nato anche un profondo legame di amicizia. Luigi ha proposto a me e ad altri artisti, con parecchia esperienza a differenza mia, di far nascere un movimento artistico che avesse come priorità quella di dare risalto al dialogo interiore che porta alla realizzazione di un’opera. Un dialogo tra ragione e sentimento, tra conscio ed inconscio, declinato nelle diverse cifre stilistiche e aperto a diverse forme artistiche, ma accomunato dall’esigenza di dare respiro e concretezza al sentimento dell’artista, ponendo come prioritario questo e non, come purtroppo spesso accade, l’attenzione al mercato. Una realtà che sia motore di ricerca continua per chi vi aderisce, non uno dei tanti cenacoli artistici. Ciò senza voler peccare di presunzione: semplicemente con uno spirito diverso e con un manifesto in cui riconoscersi, come avveniva per i movimenti artistici”.
“Come sempre alterno la penna ai pennelli (e spatole, schiume, bruciature, tagli…). Mi piacerebbe raccogliere quelle tra le mie poesie che sento maggiormente e sottoporle all’attenzione di qualche editore che non sia un tipografo vestito a festa: sono contrario all’editoria a pagamento. Se meritano e qualche editore ci crede, bene; altrimenti una pubblicazione purchessia, dietro contributo da parte dell’autore, non incontra il mio interesse. Meglio a questo punto la distribuzione di un fascicoletto autoprodotto tra parenti e amici. Per quanto riguarda la pittura ho in mente due progetti in antitesi: alcuni lavori grandi, oltre il metro di lato, per poter dare libertà alla materia e una serie di piccole tavole 10×15, con lo stesso filo conduttore: la trasformazione di ferite passate in speranze future”.
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