Nella società di mercato il lavoro è una relazione giuridica di tipo contrattuale oltre che un bisogno economico e il luogo di una tensione sociale sulla quantificazione salariale fra chi offre e chi cerca lavoro. La centralità assunta dall’occupazione retribuita rispetto ad altre funzioni sociali ha contribuito a cambiare la natura dell’ordine politico. La democrazia moderna si è adattata alla società di mercato, la quale ha bisogno di una moltitudine non di poveri ma di consumatori, di gente cioè né troppo ricca né troppo povera; ciò ha cambiato la natura della cittadinanza che riconosce nel lavoro il contributo sociale fondamentale.
Dignità della persona e lavoro dignitoso hanno dato vita ad un connubio etico dal quale dipende la democrazia. Tutte le democrazie moderne sono fondate sul lavoro. Alla loro base vi è l’idea che l’individuo sia il bene primario, una persona attiva che cerca i mezzi per soddisfare bisogni primari, ma anche per esprimere i propri talenti e le proprie capacità, per realizzarsi ed essere riconosciuto dagli altri.
L’associazione tra lavoro e inclusione politica non ha eliminato le ingiustizie o liberato il lavoro dal peso della necessità. Ha tuttavia contribuito a considerare la fatica del vivere come una condizione che può essere umanizzata. L’avere diritti politici ha contribuito a considerare la fatica del vivere come una condizione che può essere umanizzata.
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