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Le energie dell’Universo nelle opere di Patrizia Pacini

A volte l’espressione creativa diventa necessaria per compiere un percorso di crescita interiore e di scoperta e conoscenza delle energie più sottili, quelle che ci circondano senza che ce ne rendiamo conto. È questo il caso di Patrizia Pacini, l’artista protagonista di oggi.

Si forma come autodidatta la Pacini, scoprendo la passione per la creatività e per l’arte visiva che la conduce a trasformare i semplici e comuni manichini in lampade e complementi d’arredo incredibilmente belli e originali, avvalendosi dell’utilizzo della tecnica del decoupage e dei materiali da riciclo; da quella fase è nato un marchio oggi consolidato dal nome Suryart Firenze che vede busti ornati di cravatte, di perle e accessori di bigiotteria, di conchiglie, di trine e merletti,

lampade in stile anni Trenta, dove i pizzi si mescolano ai tasselli di mosaici usati in modo sobrio, per riflettere la luce stessa e al tempo stesso definire ed evidenziare particolari e dettagli
di quelle che si possono definire vere e proprie opere d’arte.

Solo in una seconda fase affronta il percorso più intimo, riflessivo, interrogativo verso la propria interiorità che l’avvicina allo studio e all’uso dei colori acrilici e si orienta verso la scelta dell’Astrattismo delle opere pittoriche. Sembra voler descrivere, passaggio dopo passaggio, un cammino all’interno di se stessa immergendosi proprio nella realtà che la circonda questa brava e intensa artista fiorentina che della sua terra mantiene la capacità di apprezzare i colori, la semplicità e il fascino di una vita immersa nella storia e la tramuta in profondità di pensiero, di cammino meditativo. Ed è forse proprio grazie alla serenità di vita che può mettersi in contatto con quelle energie troppo spesso nascoste dal traffico cittadino, dai rumori delle strade delle metropoli.

La spinta è quella verso la conoscenza di sé, quel sé che desidera fuoriuscire in maniera quasi prepotente nella fase della sua crescita in cui decide di dedicarsi allo studio e la pratica del tantra e dell’ayurveda, del Taoismo e della bioenergetica, alle terapie olistiche, in particolar modo quelle legate al massaggio. È attraverso il contatto con gli altri che apprende a conoscere se stessa e ad avvicinarsi lentamente a un’altra forma di autocoscienza, quella che passa dall’arte più interiorizzata, dall’atto creativo che si svela per mezzo dei colori e delle tecniche pittoriche. Sceglie l’Astrattismo Patrizia Pacini, forse perché è lo stile più affine alle sue corde, quello che le rende più facile cercare di dare un ordine al caos dell’universo, quello che meglio descrive la sua tendenza verso la ricerca, verso interrogativi in perpetua evoluzione che hanno bisogno di alimentarsi con nuove domande per permetterle di proseguire verso la naturale spinta alla modificazione, allo scorrere e al fluire. Nella strada verso la conoscenza, quella relativa, momentanea, perché dietro l’angolo si nasconderà sempre qualcosa di nuovo da scoprire, la Pacini affronta e racconta temi fondamentali, esortazioni a raggiungere un livello più alto, a scegliere un’esistenza più consapevole e più profonda.

In opere come Verso la luce
sembra voler partire dal principio, da quell’ombra che è la mancanza di coscienza e della propria forza interiore, quella che entra in campo dopo una caduta e che è la spinta a rialzarsi per tornare di nuovo a guardare la luce, appunto, apprezzandola proprio perché si esce dal buio; e ancora in Anima nello spazio, sembra voler narrare del disorientamento dell’essenza quando si pone, e contrappone, in un’area estesa e sterminata come il mondo esterno, che sembra disperdere, disturbare l’universo intimo dentro cui ognuno si muove, apprendendo tuttavia che di quell’esterno non può fare a meno.

Le tonalità scelte non riescono a prescindere dalle emozioni rappresentate, dunque Resilienza è descritto con tratti rossi su sfondo chiaro, come se la forza e la capacità di resistere in modo pacato, mai eccessivo, senza aggressività o prepotenza, debbano essere caratterizzate con tratti decisi, netti, come netta è la fermezza e la determinazione di chi sa come raggiungere un obiettivo che, presto o tardi, verrà raggiunto.

Mentre Florence, realizzato con acrilici e smalti, giocato tra tinte oro, bianche e viola, evoca il passato della città, una storia che è assolutamente visibile, respirabile in un presente attuale e al tempo stesso nostalgico e Patrizia Pacini è bravissima a infondere quella sensazione di tempo sospeso, come se il ricordo dei fasti di ieri si espandesse in un’eco che arriva fino a oggi.

E infine Il mio universo, un luogo non luogo dove tutto nasce, dove ogni cosa ha inizio e tuttavia si realizza, suggerendo a chi osserva che tutto ciò di cui abbiamo bisogno è racchiuso in noi stessi e la necessità di trovarlo al di fuori, in uno spazio più grande, è solo apparente, è solo una fase di una ricerca che prima o poi condurrà all’autocoscienza della forza interiore, della ricchezza emotiva che costituisce la nostra forza, la nostra essenza e il nostro punto fermo. Un messaggio importante forte dunque quello che si cela dietro le vibranti opere di questa energetica artista.

PATRIZIA PACINI-CONTATTI
Email: suryartfirenze@yahoo.com
patrizia_p75@yahoo.it
Sito web: http://www.suryartfirenze.com/
Facebook: https://www.facebook.com/patriziapacini75

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Pubblicato da
Marta Lock

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