Nel corso della storia dell’arte moderna il percorso della manifestazione espressiva si è suddiviso in due modalità distinte, quella del raccontare le proprie emozioni, il proprio sentire interiore, e quella dell’esternare il punto di vista sulla politica, sulla storia sociale e sull’attualità. Un percorso, il secondo, scelto dall’artista protagonista di oggi.
Nasce nei primi del Novecento la corrente del Dadaismo, collocandosi in quel contesto di distacco totale dai dogmi dell’arte Classica che ha caratterizzato tutti i movimenti di quell’epoca; a differenza degli altri stili però il Dadaismo è più irriverente, più dissacrante e decisamente più orientato alla contestazione politica e sociale, dunque rappresentava un modo per staccarsi dal gusto estetico dell’arte dell’Ottocento ma anche per protestare contro la guerra e contro le scelte dei potenti. In qualche modo è stato un movimento anticipatore del Surrealismo prima e dei murales della Street Art poi. Devis Ponzellini, svizzero del Canton Ticino, si forma da autodidatta ma non sceglie la manifestazione intuitiva e impulsiva, bensì presta ascolto alla sua necessità interiore di esprimere il proprio orientamento e interesse verso il percorso sociale dell’uomo ed effettua un profondo studio delle due correnti che più di tutte gli avrebbero permesso di liberare la sua natura: il Dadasimo e il Surrealismo.
La sinergia tra le due correnti pittoriche danno vita a un percorso del tutto personale di Ponzellini, dove non c’è la derisione tipica del primo e neanche il distacco dalla realtà del secondo, tutto in lui sembra essere orientato a una descrizione più che a un grido di denuncia, a un racconto dal suo punto di vista più che a una perentoria protesta sociale, a uno sguardo simbolico sull’essenza della realtà oggettiva eppure pieno di significati legati al corso della storia. La curiosità mentale dell’artista lo induce a esplorare il passato più remoto nell’evoluzione verso quello più recente e poi portarlo nella realtà attuale, con tutte le sue sfaccettature, attraverso quella conseguenza di causa ed effetto che ha portato l’umanità a ciò che è oggi.
L’opera Istantane è significativa di questa sua tendenza, perché in essa sembra delinearsi il cammino che dall’antichità, quando si combatteva con le spade, per poi passare sullo sfondo evolutivo della guerra con la bomba nucleare a cui segue quel progresso tecnologico che ha condotto l’uomo a vivere la realtà come un film, come un’immagine da immortalare senza quasi più viverla, se non all’interno di quello scatto da condividere.
In altri casi invece forse desidera raccontare semplicemente come ci siamo modificati, da dove veniamo e qual è stato il momento più determinante per un cambiamento di rotta che ci ha costretti ad adattarci a un avvenire che non abbiamo scelto, bensì gli altri hanno determinato per noi; nell’opera MD in cui la tranquillità e rilassatezza dell’antichità vengono disturbate dal passaggio degli aerei, venti di guerra che precedono un’altra serenità, quella del periodo a cavallo tra i due conflitti quando la consapevolezza della fine del periodo bellico aveva avvolto le persone, e l’icona retrò protagonista dell’opera, di una gioia di vivere che non sapevano ancora sarebbe presto dovuta finire. Nelle opere di Devis Ponzellini esiste sempre una profonda contrapposizione tra calma e caos, tra pace e guerra, tra armonia e lotta, come se le prime non potessero esistere senza le seconde o ne fossero una naturale conseguenza perché è solo dopo il buio che si può raggiungere la luce.
Il passaggio spesso determina un miglioramento, un’evoluzione positiva, altrettanto spesso però è possibile che da quel balzo in avanti si generino delle conseguenze che portano a una retrocessione nel vivere sociale; eppure i due estremi sono in perenne equilibrio, in costante bilico tra l’eredità di un passato che sembra migliore, e ciò che ne è conseguito nella società contemporanea, realizzando che a volte è necessario rompere uno schema anche con forza per cambiare l’ordine prestabilito.
Ecco dunque che in Memorie future, la lotta corpo a corpo degli antichi soldati, si contrappone alla pace della sensualità dove il corpo non è più mezzo per combattere bensì luogo dove trovare un altro tipo di compimento e appagamento, più naturale, più arrendevole e comunque espressione forte di un sé diverso da quello che spinge al conflitto; oppure in Frammenti Silenziosi in cui Ponzellini desidera porre l’accento sugli invisibili che ci passano accanto ogni giorno, quando prendiamo la metropolitana, o ci dedichiamo alle nostre passioni, a ciò che ci piace fare, dimenticando che quel cuore pulsante che ci permetterebbe di volgere lo sguardo anche verso chi è costretto, o in alcuni casi ha scelto, di vivere ai margini, in controtendenza, contro vento.
La sua pittura con tecnica mista colpisce, racconta, stimola la riflessione sociale e lo fa in modo relativista, possibilista, nella consapevolezza che nessun punto di vista può essere imposto bensì solo esposto, raccontato, descritto con il proprio sentire. Nel corso della sua carriera Devis Ponzellini ha partecipato a molte mostre collettive con gli artisti del Canton Ticino, molte sue opere sono state a lungo esposte presso il Caffè degli Artisti di Bellinzona e, dal 2012 in avanti partecipa a collettive in tutta la Svizzera e in diverse importanti manifestazioni italiane.
DEVIS PONZELLINI-CONTATTI
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