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Le scintillanti atmosfere musicali delle opere Art Déco Pop di Monica Conforti

Molto spesso l’arte è un punto di incontro, una sinergia tra diverse forme espressive che si completano vicendevolmente e si accordano per dare vita a inediti messaggi, a nuovi stili e a inesplorati percorsi; altrettanto di frequente nel corso della storia, l’arte figurativa ha scelto di raccontare altri tipi di manifestazione creativa come la musica e la danza unendo linguaggi completamente differente eppure in totale accordo. La nuova serie di opere della protagonista di oggi crea un’armonica unione tra pittura e musica, trasformando la tela in magica fusione in grado di far affiorare alla memoria le note e le canzoni di un tempo appena passato.

La musica ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale per l’uomo, fin dal passato più remoto, e l’arte non poteva trascurare di narrare momenti ludici e piacevoli di svago e di divertimento a cui le popolazioni di ogni epoca si lasciavano andare ascoltando note melodiche che allietavano le occasioni importanti e di condivisione. L’arte classica ellenica e romana hanno lasciato testimonianze della sua rilevanza nella vita sociale dell’epoca attraverso immagini impresse su anfore, mosaici e affreschi; nel Cinquecento fu il celeberrimo Caravaggio a dedicare molte opere al piacere e alla leggerezza che le melodie generano, opere indimenticabili come Il suonatore di liuto e I musici. Anche nel Novecento, malgrado il distacco dalla figurazione più tradizionale e la necessità di rinunciare spesso all’immagine definita, molti artisti appartenenti a correnti differenti hanno voluto narrare il piacere e l’essenzialità della musica nella vita dell’uomo: dal cubista Pablo Picasso con la sua opera pittorica I tre musici e tutte le serie di disegni e dipinti dedicati alla Chitarra, al Fauves e poi Naif Henri Matisse, di cui indimenticabile è l’opera Musica semplice nelle forme quanto eccessiva nelle tonalità attraverso le quali l’artista voleva esprimere le sensazioni dei protagonisti del dipinto. Dall’astrattista lirico Vassily Kandinsky, la cui Composizione n. VI ha la capacità di avvolgere l’osservatore in un’atmosfera melodica in cui i colori si legano alle note, al rigoroso Piet Mondrian che durante il suo esilio negli Stati Uniti durante la guerra si lasciò conquistare dalle travolgenti atmosfere del Boogie Woogie a cui dedicò l’opera Broadway Boogie-Woogie da cui emerge tutta l’allegria e il divertimento delle sale da ballo di New York. Nell’arte contemporanea vi sono in particolare due artisti, celebri in tutto il mondo, che hanno scelto di dedicare numerose tele alla musica: il francese Pierre Farel che racconta il jazz come momento conviviale di aggregazione e di divertimento, ponendo al centro delle sue opere musicisti mescolati con gli avventori dei locali, e l’olandese Willhelm Hanraets che invece ne descrive, attraverso il suo affascinante Impressionismo, le atmosfere fumose e sognanti che avvolgono i suonatori, di jazz come di melodie più classiche, e che infondono in lui così come nell’osservatore delle sue tele. La marchigiana Monica Conforti invece sceglie la Disco Music, a cui dedica un’intera parte della sua produzione artistica caratterizzata da un personale e affascinante stile un po’ Art Déco per il gusto estetico e raffinato che contraddistingue il suo tratto pittorico e l’utilizzo del chiaroscuro per evidenziare linee e contorni come se le protagoniste fossero davanti a un occhio di bue teatrale che le pone al centro della scena, e un po’ Pop Art per quel tendere la mano a momenti popolari della storia appena trascorsa, rendendo donne comuni protagoniste di un dipinto come se fossero icone, dive, in fondo emblemi di mode e costumi del tempo che l’artista sceglie di ricordare dandone una nuova lettura.

1 Musica

Gli anni Settanta furono un decennio importante nel corso della storia del Novecento, una fase di liberazione dalle rigide regole sociali che relegavano la donna a un ruolo secondario, di comprimaria dell’uomo, apprezzata come madre di famiglia e regina del focolare domestico ma ancora destinata a sottostare ai principi imprescindibili della comunità; dopo il Sessantotto infatti tutto cambiò, le donne acquisirono diritti che contribuirono a renderle consapevoli delle loro possibilità, delle capacità che finalmente potevano liberamente dimostrare al mondo e conquistarono la forza e l’indipendenza per credere di più in se stesse. Monica Conforti racconta nelle sue tele il connubio donne e musica compiendo un percorso nostalgico a ritroso negli anni, quelli del Funky, della Disco Music, in cui la figura femminile era finalmente in primo piano, regina e protagonista sulle piste da ballo come della libertà appena conquistata di essere e di esprimersi.

2 Anni ’70

L’opera Anni ‘70 è una celebrazione di una donna determinata, consapevole, così come del superamento delle barriere razziali che proprio in quel periodo stavano cominciando a sgretolarsi in virtù di un nuovo sentimento di uguaglianza e di pace, prescindendo dal colore della pelle; la donna ha uno sguardo sicuro, determinato, per affermare la propria bellezza e il diritto di contare, sulle piste da ballo come nella vita quotidiana.

3 Fluidfunk

Nel lavoro Fluidfunk, la ragazza sfrontata e irriverente sembra voler sfidare l’osservatore così come le convenzioni da cui ancora deve completamente uscire e liberarsi, quasi sentisse, attraverso la musica, di riuscire affermare la nuova libertà, il nuovo ruolo nella società appena conquistato, come se identificarsi nella cultura musicale dell’epoca la facesse sentire protetta in quella sua inedita identità.

4 Pentagramma

E ancora in Pentagramma la protagonista è di spalle perché forse sente ancora il bisogno di proteggersi e tutelarsi da un nuovo modo di essere di cui lei per prima non si sente sicura, perché uscire dal periodo precedente non è stato semplice e perché in fondo dover combattere per affermarsi è faticoso e dunque la musica diviene, ancora una volta, luogo rassicurante, bozzolo dentro cui lasciarsi andare ed essere protagonista senza la necessità di doversi difendere o affermare con forza le libertà appena ottenute. La necessità di aggiungere il glitter all’acrilico sottolinea il desiderio della Conforti di ricondurre la memoria dell’osservatore allo scintillio di quell’epoca in cui molte conquiste dovevano ancora essere raggiunte pur mantenendo quel legame con un ruolo più tradizionale che poi si è gradualmente andato perdendo.

5 Dragone
6 Maleficent

Le opere Dragone e Meleficent sono invece di più spiccato gusto Art Déco, dove l’estetica diviene elemento fondamentale per narrare una donna sicura di sé, più contemporanea delle precedenti e dunque senza battaglie da combattere né diritti da affermare bensì solo concentrata su una forma esteriore che deve essere impeccabile, protagonista della quotidianità e punto cardine di un approccio che spesso dimentica l’interiorità.

7 Trasformazione

Forse è questo il messaggio velato di Monica Conforti, quella sottile esortazione a non perdersi solo dietro la forma, a non dimenticare quanto duro è stato il percorso della donna per conquistare un posto nel mondo e proprio in virtù delle lotte necessarie non bisognerebbe dimenticare, nella contemporaneità, l’importanza di un ideale, di uno scopo, di una passione che vada oltre, pur affiancandola, alla pura ricerca della bellezza esteriore. Nel corso del suo cammino artistico Monica Conforti ha esposto in molte mostre collettive su tutto il territorio nazionale e le sue opere sono state inserite in molteplici riviste di settore.

MONICA CONFORTI-CONTATTI
Email: monica.conforti1967@libero.it
Facebook: https://www.facebook.com/monica.conforti.338
Instagram: https://www.instagram.com/confortimonica.art/

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Pubblicato da
Marta Lock

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