L’esecuzione delle misure ablative è intervenuta a compendio di un’ampia indagine delegata dallo locale direzione Distrettuale Antimafia che aveva già portato nell’anno 2015 all’esecuzione di nr.27 ordinanze di custodia cautelare ed al sequestro preventivo ex art 12 sexies di beni riconducibili agli indagati per un valore pari ad 12 milioni di euro.
Le investigazioni, che hanno interessato un ampio arco temporale, hanno evidenziato come agli odierni destinatari del provvedimento ablativo fossero riconducibili una moltitudine di società e ditte individuali intestate a prestanome, attraverso le quali distribuivano e mettevano in esercizio in locali pubblici dislocati sull’intero territorio nazionale, “videopoker”, “slot machine” e “totem”, riproducenti il gioco d’azzardo. Le indagini consentivano inoltre di riscontrare come alcuni componenti dell’organizzazione, avvalendosi del “metodo mafioso”, turbassero la libertà di impresa e di concorrenza a tal fine tenendo condotte intimidatorie nei confronti degli esercenti le attività commerciali ove tali congegni erano collocati.
Gli accertamenti svolti dagli investigatori del Drappello Misure di Prevenzione del GICO di Lecce, finalizzati alla individuazione ed alla successiva aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati dal gruppo criminale, facevano inoltre emergere, oltre alla intestazione fittizia di numerosi cespiti a vari prestanome anche l’esistenza di 2 trust fittizi, di cui uno utilizzato per segregare il patrimonio delle suddette società allo scopo di eludere la normativa antimafia in tema di confisca dei beni.
Sulla scorta di dette emergenze investigative, certamente indicative di una abitualità nelle condotte delittuose, il GICO del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Lecce ha quindi eseguito, su delega della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Lecce, approfonditi accertamenti nei confronti dei componenti del citato sodalizio, volti a verificare l’esistenza dei presupposti legislativi per l’applicazione delle misure di prevenzione personali e patrimoniali, ai sensi della vigente legislazione antimafia.
Veniva avviata pertanto una complessa attività investigativa che permetteva di raccogliere numerosi elementi attestanti l’elevata pericolosità sociale degli investigati, la loro propensione a delinquere nonché la loro refrattarietà ad adeguarsi alle regole che presiedono l’ordinato e quieto vivere sociale.
Nel contempo venivano eseguiti approfonditi accertamenti patrimoniali e finanziari, che permettevano di riscontrare l’esistenza di una netta sperequazione tra le elevatissime disponibilità economico – patrimoniali e la ben più modesta posizione reddituale da ciascuno dichiarata.
All’esito delle indagini, le risultanze investigative venivano comunicate al Procuratore Aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia dr. Guglielmo Cataldi il quale, condividendo la proposta formulata, inoltrava al Tribunale di Lecce apposita richiesta di applicazione delle misure di prevenzione personale e patrimoniale disciplinate dal D.lgs. 159/2011.
La Seconda Sezione Penale di Lecce accogliendo la richiesta così formulata ha disposto il sequestro dei beni mobili, immobili e delle disponibilità finanziarie che non hanno trovato giustificazione nei redditi dichiarati e nelle attività svolte dagli indagati e dai loro familiari.
In particolare sono stati sottoposti a vincolo reale società attive nel settore del commercio all’ingrosso di videogames ed apparecchi da intrattenimento, nel settore della compravendita immobiliare, nella gestione di attività turistico alloggiative e nel commercio all’ingrosso di alimentari, nonché immobili di pregio (tra cui una struttura alberghiera ed un castello) e terreni agricoli ubicati nei comuni di Ugento, Racale, Taviano, Gallipoli Melissano, autovetture e disponibilità finanziarie, per un valore complessivamente stimato dei beni posti sotto sequestro quantificato in 15 milioni di euro.
In dettaglio sono stati sequestrati 93 fabbricati (abitazioni, locali commerciali e garage), 33 terreni, 9 società di capitali ed una ditta individuale, 20 automezzi, saldi attivi riferiti a 40 fra depositi bancari e rapporti assicurativi nonché quote societarie del valore di 450.000 euro. I beni posti sotto sequestro sono stati affidati all’amministrazione di un custode giudiziario appositamente nominato dal Tribunale di Lecce.
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