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L’eclettismo pittorico di Ioannis Kaiserlis sotto il segno dell’Espressionismo Astratto (IE)

La scelta di esprimere liberamente sensazioni ed emozioni senza doversi attenere allo schema della figurazione rappresenta per molti artisti la massima forma di libertà, necessaria per comunicare tutto ciò che non può essere spiegato, che spesso non ha un senso compiuto bensì ha solo bisogno di fuoriuscire per estrinsercarsi e affiorare alla consapevolezza. L’artista di cui vi parlerò oggi si muove sul terreno della non figurazione emozionale per assecondarla al suo sentire.

Quando nella prima metà del Ventesimo secolo si configurò l’esigenza di affermare l’indipendenza dell’arte da qualsiasi forma di rappresentazione della realtà, sostenendo che l’atto del creare in sé era già la più pura manifestazione artistica nonché l’unica in grado di allontanarsi dalla realtà contingente, a volte troppo disorientante e altre troppo rapida nella sua evoluzione, venne messa in secondo piano le sensazioni, le emozioni. L’Astrattismo, dal Geometrico allo Spazialismo, dal Suprematismo al Minimalismo, tralasciavano la soggettività per esaltare l’oggettività, lo studio razionale di linee e colori sulla tela per ricercare un equilibrio puramente estetico, mentale e meditato, un approccio quasi scientifico all’opera che doveva necessariamente prendere le distanze da tutto ciò che era osservabile nella realtà. Il paradosso a cui si giunse volle essere superato in Europa da Vassily Kandinsky il quale volle riaffermare l’importanza e la tendenza naturale dell’artista a infondere e comunicare emozioni dando vita all’Astrattismo Lirico, mentre negli Stati Uniti si sviluppò un movimento ben più estremo nel suo ritorno alla pura sensazione interiore che prese il nome di Espressionismo Astratto. Jackson Pollock, suo fondatore, si fece promotore di una pittura immediata, istintiva, senza che nulla fosse trattenuto dalle briglie della razionalità, in cui tutto ciò che era soggettivo, espressione dell’interiorità dell’esecutore dell’opera, doveva fuoriuscire e imprimersi sulla tela in maniera libera, irrazionale, impulsiva. L’Action Painting era funzionale a questa filosofia di pensiero tanto quanto lo furono il Dripping, il Color Field, tutte tecniche utilizzate dagli artisti che aderirono alla corrente, ognuno con il proprio personale approccio pittorico. Dalla pittura segnica di Franz Kline e di Adolph Gottlieb alle opere irrazionali e irruente di Jackson Pollock e di Lee Krasner, dalle atmosfere meditative di Mark Rothko ai monocromi intimisti di Ad Reinhardt, l’Espressionismo Astratto ha dato agli artisti la libertà di essere e di esprimersi con la modalità più affine alla propria inclinazione.

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L’artista greco Ioannis Kaiserlis, in arte KaiZer, si avvicina al movimento statunitense con un approccio molto singolare, muovendosi come un funambolo tra le variazioni stilistiche che lo hanno caratterizzato, dando così vita a un eclettismo che si trasforma nel suo personale segno distintivo; la capacità di esplorare i differenti linguaggi espressivi corrisponde al suo desiderio di coniugare le opere alle modalità espressive, alle sensazioni del momento in cui comincia a dipingere.

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Il suo senso di libertà si manifesta anche attraverso la scelta di non dare titoli alle opere, affidando ai numeri la loro denominazione perché tutto ciò che desidera raccontare ed esprimere deve raggiungere le corde più intime dell’osservatore senza che egli sia influenzato dal legame con la razionalità, dalla guida di un titolo che potrebbe distrarlo dall’approccio immediato e istintivo con la tela osservata.

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L’Action Painting è per KaiZer la scelta più appropriata quando desidera narrare le sensazioni più forti, intense, spesso confuse proprio perché irruente nel loro manifestarsi, quelle che lo inducono a guardare dentro se stesso per essere in grado poi di liberare tutto ciò che diversamente resterebbe impigliato nelle pieghe più profonde.

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Quando invece si trova in uno stato d’animo più tranquillo, meditativo, quello durante il quale ha bisogno di riflettere, razionalizzare e dare un nome e un senso a ciò che sente e percepisce, si avvicina ai segni, alla scala di grigi, alla necessità di un equilibrio tra tela ed emozione, tra esterno e interno che diviene narrazione al fruitore dell’opera.

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E poi improvvisamente si sposta verso uno stile più lirico, quasi tendente alla figurazione, introducendo forme tondeggianti o elementi riconoscibili dall’occhio umano, per esprimere sensazioni più leggere, più vitali e divertite, perché sente il bisogno di uscire alla luce e raccontare momenti rilassanti e frizzanti, magari quelli immediatamente successivi alle fasi più raccolte, e dunque le forme si fanno più morbide, i colori più vivaci.

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A volte sceglie i colori primari altre invece amplia la gamma cromatica pur di raggiungere lo scopo finale, quello dell’esplosività dell’entusiasmo che appare tuttavia ben differente dalla serie di opere più irruente e impetuose in cui le emozioni trattenute hanno bisogno di esplodere ed essere esternate in qualunque forma. Infine, negli attimi più contemplativi, si sposta verso l’Arte Materica, per cui sceglie la monocromia necessaria a lasciar parlare l’oggetto nascosto nella tela che si lascia intravedere per simboleggiare la necessità di Kaiserlis di aggrapparsi a un riferimento, a qualcosa che rallenti il ritmo, che crei un attrito nella fluida e veloce realtà quotidiana e che costituisca una base solida da cui partire per esaminare la realtà silenziosa del non visibile.

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Si alternano le sue emozioni, tanto quanto accade nella vita, e dunque non può non accordare quei passaggi alla sua manifestazione artistica, lasciandosi guidare dall’istinto e dalla libertà di decidere di volta in volta con quale linguaggio esprimersi, raccontarsi e comunicare con l’osservatore che dalle sue opere si lascia conquistare in maniera istintiva, atavica. Ioannis Kaiserlis approda all’arte in concomitanza a un percorso professionale differente eppure affine, in cui si è misurato con le progettazioni di appartamenti e con l’arredamento di interni, campi che lo hanno condotto a sentir crescere dentro di sé la necessità di esprimersi attraverso l’atto creativo e di scoprire quanto l’arte sia in grado di modificare un ambiente attraverso la sua capacità comunicativa e di forte impatto emotivo.

IOANNIS KAISERLIS-CONTATTI
Email: ioanniskaiserlis@gmail.com
Sito web: https://kaizerart.com
Facebook: https://www.facebook.com/profile.php?id=100013878070886
Instagram: https://www.instagram.com/kaizer_ioannis_kaiserlis/

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Pubblicato da
Marta Lock

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