Politica

Legalità e solidarietà accomunano IdV con gli ex 5 Stelle: Scicchitano vuole rilanciare il partito

ROMA – «Da ex dirigente ed avvocato del partito Italia dei Valori in un momento così particolarmente critico per il nostro Paese auspico il ritorno di Italia dei Valori sulla scena politica». E’ quanto dichiara l’avvocato Sergio Scicchitano. «Insieme a quanti dei Cinque Stelle non condividano la linea del partito di Grillo — prosegue il professore — possiamo costituire un gruppo di rilievo e dare un contributo importante nei ranghi dell’opposizione facendoci portatori ed interpreti di interessi ed idee non omologati e non omologabili nell’attuale maggioranza».

«Se poi come mi auguro Antonio Di Pietro dovesse e potesse condividere questa iniziativa con i dissidenti dei Cinque Stelle sono certo che il nostro contributo potrà diventare davvero importante» conclude Sergio Scicchitano, già presidente della Commissione Antiusura della Federazione Internazionale dei Diritti dell’Uomo nel 2001 e dal 2002 Delegato per la Tutela dei Diritti dei Consumatori e degli Utenti su nomina dell’allora sindaco di Roma Walter Veltroni.

Dal 2003 al 2011 Scicchitano è stato inoltre liquidatore giudiziale di Federconsorzi, il più grande crack finanziario dal dopoguerra ad oggi, e dal 2011 ha assunto l’incarico di coadiutore giudiziario nell’amministrazione straordinaria del Gruppo Cirio e di curatore fallimentare della holding capofila del gruppo Aiazzone-Semeraro.

Sempre nel 2011 venne nominato difensore degli eredi esclusi dalla successione Faac di Bologna, il cui valore viene certificato in oltre un miliardo di euro: il caso ereditario più importante d’Italia.

Già candidato al Senato per la lista di Italia dei Valori, Sergio Scicchitano ha ricevuto numerosi incarichi di partito ed è stato presidente del Collegio Nazionale dei Probiviri di IDV. Quando Antonio Di Pietro è poi divenuto ministro, Sergio Scicchitano ha assunto svariati incarichi di nomina pubblica, includendo quello di presidente di Lazio Service, la società “in house” della Regione Lazio che sotto la sua presidenza stabilizzò oltre mille dipendenti fino ad allora precari.

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Redazione L'Opinionista

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