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L’elegante Art Decò di Sara Pezzoni, racconto per immagini del complicato mondo delle donne

Sceglie uno stile femminile per eccellenza l’artista protagonista di oggi, attraverso il quale conquista con l’estetica intesa nel senso più alto del termine, per poi condurre l’osservatore dentro significati e rappresentazioni fortemente realistiche del vivere più attuale, raccontando la donna in tutte le sfaccettature della contemporaneità.

Sara Pezzoni si lascia chiaramente ispirare dall’Art Decò di Tamara de Lempicka, a sua volta grande narratrice di figure femminili iconiche e rappresentative di un’epoca in cui la bellezza e l’estetica erano imprescindibili dalla vita sociale di medio e alto livello, e tanto quanto la grande artista polacca, decide di esaltare la femminilità in tutte le sue declinazioni. Ma non si ferma al racconto di un modo di apparire la Pezzoni, bensì va oltre, indaga e si interroga sulle sensazioni più profonde, si sofferma a volte su disagi e debolezze tanto quanto su scelte consapevoli e forti, caratterizzando le mille sfumature dell’essere donna nella complicata società attuale.

Si avvicina al Metafisico la sua tendenza a nascondere dettagli che fanno riflettere, che stimolano l’osservatore a cercare di capire quale sia il messaggio su cui l’artista vuole puntare l’attenzione, su quale declinazione dell’essere si stia soffermando.

Ecco quindi che in opere come I colori dell’allegria –l’immagine di copertina -, in cui osserva da diverse angolazioni una sensazione che a volte è spontanea, altre leggera, alcune ostentata e poi in alcuni casi apparente, a copertura di una tristezza che si rifiuta di essere rivelata.

Racconta delle maschere che spesso le donne sono chiamate a indossare, come in Donne circensi, dove il circo sembra essere l’allegoria della vita stessa, palcoscenico in cui ogni essere umano, uomo o donna che sia, è chiamato a esibirsi per mostrarsi al meglio di sé e delle proprie capacità rendendo necessario lasciare in ombra le debolezze, il dolore, le lacrime, la paura e la parte più fragile.

In Amiche disincantate invece, l’allusione a strani giochi erotici e provocante, forse non è altro che una confessione sulla competizione che a volte nasce anche tra amiche, e che porta le une a mettere a nudo le altre, svelandone i segreti più intimi e facendole entrare in una lotta senza esclusione di colpi che porterà la più debole a soccombere a quella più forte, come se l’amicizia o le emozioni potessero ridursi a un gioco di forza.

Poi invece in Cielo stellato esalta la parte più eterea della femminilità, quella più sognante, più poetica, quella bella che lega attraverso il delicato filo delle emozioni, personalità differenti eppure capaci di armonizzarsi, di entrare in comunicazione aperta e sincera generando quella solidarietà di genere in grado di combattere battaglie e vincere sfide.

E ancora, in La sottile linea della follia, la Pezzoni sembra voler denunciare la corsa alla perfezione estetica che porta molte donne del nostro secolo a sottoporsi a interventi su interventi per adeguarsi a un modello imposto che predilige la forma alla sostanza, un rincorrere un’eterna giovinezza a cui non si è più in grado di rinunciare, perché le farebbe sentire tagliate fuori da un mondo in cui l’involucro conta più dell’essenza, ciò che si deve mostrare di essere deve prevalere su ciò che davvero si è.

Tema, quello della perfezione estetica, che ripropone anche nell’opera Primavera, in una veste differente però, qui c’è accettazione serena, non c’è denuncia e disagio nel doversi necessariamente uniformare a un ideale imposto dall’esterno, bensì la scelta consapevole ed equilibrata di voler fondere e accordare la bellezza interiore con quella esteriore, senza pressioni e ansie, solo con la volontà di amare se stesse e di mantenersi belle per sentirsi a proprio agio in quella pelle che cambia e che si modifica con il tempo. Predilige i colori acrilici, e le tonalità decise e vivaci, ai quali aggiunge dettagli materici come malte, perline, creta, legno, strass, foglia d’oro e d’argento per dare più rilievo alle sue opere, per evidenziare dettagli che desidera escano dalla superficie della tela in maniera maggiormente palpabile.

Il molteplice sguardo sulla femminilità raccontato dalle opere di Sara Pezzoni, è testimone di uno sguardo fortemente empatico, curioso ed esplorativo delle proprie sensazioni così come quelle delle donne che ruotano, e hanno ruotato, intorno al suo mondo, e rivelano una mano delicata quanto realista nel manifestarne tutto quel ventaglio di emozioni, di stati d’animo e di sentimenti, di disagi a volte, e di modi di essere che non possono prescindere dall’attualità dell’esistenza di oggi.

Sensuali, decise, fragili, competitive, sensibili, provocanti, complicate e insicure, queste e molte altre sono le sfumature narrate da Sara Pezzoni, artista da sempre che però per molti anni segue una carriera completamente diversa fino all’ottenimento del titolo di avvocato, momento in cui decide che non può più far tacere la sua forte inclinazione verso la creatività e, dal 2014, si dedica completamente alla sua nuova carriera artistica. Da quel momento in avanti partecipa a molte mostre collettive in Italia e all’estero, come la Biennale Internazionale d’Arte di Montecarlo, la Fiera Internazionale di Arte Moderna di Innsbuck, l’International Exhibition in Paris, e anche diverse esposizioni personali. Un’imperdibile sguardo sulla donna di oggi.

SARA PEZZONI-CONTATTI
Email: sarapezzoni.sp@gmail.com
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Pagina Facebook: https://www.facebook.com/Sara-Pezzoni-Art-1887231498042126/
Instagram: sarapezzoni.sp

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Pubblicato da
Marta Lock

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