Il panorama artistico moderno ha segnato in molti casi una profonda spaccatura con tutto ciò che c’era stato in precedenza, trasformando la pittura a volte in un atto distante dall’interiorità altre invece in imprescindibile manifestazione dell’essenza, delle emozioni e delle sensazioni profonde dell’autore di un’opera. La protagonista di oggi si lega a quel gruppo di artisti per i quali comunicare ed esprimere è strettamente collegato al concetto di fare arte.
Nel Novecento il movimento dell’Astrattismo ha generato una frattura netta con tutta la produzione artistica sia del passato più classico, dal Rinascimento al Romanticismo passando per il Realismo, sia con le correnti artistiche più vicine nel tempo, che a loro volta avevano portato innovazione stilistica nella rappresentazione della realtà, come il Cubismo, il Surrealismo, l’Espressionismo che tuttavia ancora si mantenevano troppo legati alla figurazione, alla forma definita, sebbene scomposta o interiorizzata. L’Astrattismo si poneva come obiettivo quello di cancellare il legame con la realtà visibile e di suggerire concetti attraverso l’uso di forme, linee e colori, nelle quali nulla doveva ricondurre a ciò che l’occhio conosce per indurre l’osservatore ad andare oltre e connettersi con l’intenzione dell’autore. Intenzione che nel caso dell’Astrattismo Geometrico doveva essere priva dell’emozione e della voce più intima, portando l’opera al livello di pura estetica razionale senza coinvolgimento da parte dell’artista, mentre nell’Astrazione Lirica e nell’Espressionismo Astratto l’annullamento della figurazione era, al contrario, funzionale a mettere in risalto la pura manifestazione di un’interiorità che doveva entrare in connessione con il fruitore dell’opera. Vassily Kandinsky fu il primo a teorizzare l’importanza della tela come mezzo per narrare sensazioni proprio in virtù della rinuncia alla figurazione, perché il sentire interiore, l’espressione personale non doveva aver bisogno dell’immagine definita e realistica per essere manifestata, così come la rinuncia alla rappresentazione della realtà non doveva associarsi alla mancanza di pathos nelle opere.
Eva Watzl, artista austriaca formatasi da autodidatta, appartiene all’Astrazione Lirica pur dando al suo stile un’accezione forse più poetica rispetto a quella dei suoi predecessori del secolo scorso, ammorbidendo le forme e stendendo i colori in modo meno impulsivo, più moderato, morbido, per esplorare e interrogarsi sul mondo della natura, su quello di una spiritualità che può manifestarsi con diverse sfumature, sugli oggetti che catturano la sua immaginazione o si presentano davanti al suo sguardo curioso.
Nell’opera Space craft è palpabile tutta la fascinazione che un’invenzione lontana dalla quotidianità esercita sull’artista, in qualche modo metafora di un desiderio di evasione dalla realtà, di astrarsi dalla contingenza per esplorare un mondo diverso poiché osservato dall’alto, da un’angolazione insolita e inaspettata; i colori sono vivaci, solari, tanto quanto può esserlo l’eccitazione di scoprire qualcosa di nuovo, dell’esterno ma anche in fondo dell’interiorità che si svela di fronte al non conosciuto, e l’energia che la Watzl ha sentito nel momento in cui si trovava davanti alla tela ne fuoriesce per avvolgere l’osservatore.
Appartiene al mondo della scienza anche Big Bang che nell’immaginazione dell’artista non è scuro come l’originaria esplosione circondata dal buio dell’universo bensì variopinto, generatore di vita, speranza di un principio positivo da cui ogni cosa è scaturita e che dunque non potrebbe non avere le tonalità accese e dense di un’esistenza agli inizi. Fuoriesce un approccio positivo dalle opere di Eva Watzl, uno sguardo sorridente su tutto ciò che sceglie di rendere protagonista dei suoi lavori, un’apertura empatica nei confronti delle sfumature e dei differenti punti di vista, la capacità di osservare le cose da un’ottica poliedrica, prismatica, grazie alla quale è in grado di esplorare le molteplici opzioni della vita, dell’individualità, degli eventi. Racconta gli elementi della natura tanto quanto quelli dell’interiorità umana, tutti accomunati dalla presenza fondamentale dei colori accesi, delle tinte forti a volte affini e altre contrastanti proprio per dare il senso della pluralità e delle sfaccettature che mutano sulla base di chi osserva quelle realtà.
L’opera Circulus virtuosus è un chiaro esempio di quanto nell’Astrazione Lirica di Eva Watzl sia importante la voce delle tinte forti, decise, poco sfumate proprio per dare il senso di quel turbinìo di emozioni con le quali l’individuo si trova a dover fare i conti e che, se vissute in maniera intensa e positiva, contribuiscono a generare quel circolo virtuoso di cui parla il titolo, dove le differenze e le opposizioni non generano un distacco bensì una complementarità all’interno della quale ogni forza accresce quella immediatamente contigua.
La tela The fiber of silk narra tutta la delicatezza, la sofficità di una fibra, la seta, che nasconde un’esortazione della Watzl ad abbracciare toni più moderati, a lasciarsi cullare dal ritmo lento delle cose semplici ma in fondo di grande importanza per l’equilibrio verso cui tendiamo; le tonalità sono tenui, sfumate per infondere un senso di rassicurante avvolgenza, quel guscio dentro cui abbiamo bisogno di sentirci al sicuro e da cui partire per affrontare con maggiore sicurezza ciò che c’è fuori. Pur avendo iniziato la sua formazione artistica in maniera istintiva, Eva Watzl negli anni ha frequentato molti corsi di perfezionamento che le hanno permesso di misurarsi con l’utilizzo di diversi materiali come tessuti, vetro, argilla, per poi completare l’apprendistato attraverso il quale ha potuto accedere all’insegnamento della PanArt, un tipo particolare di tecnica pittorica con acrilici; predilige la pittura ma si dedica anche alla produzione di bambole di porcellana, di orsacchiotti e di pupazzi di feltro. Nel corso della sua carriera ha partecipato a molte mostre collettive in Austria, in Germania, in Ungheria, in Cina e in Italia e ha tenuto corsi e seminari per insegnanti di arte e artigianato. È membro del gruppo artistico AKU di Weiz, e dal 2019 membro del gruppo artistico TraunArt di Traun.
EVA WATZL-CONTATTI
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