ROMA – I giovani, la questione femminile e la sostenibilità dello sviluppo sono fra i temi che saranno al centro dell’azione del segretario del Pd Enrico Letta che ne parla in un’intervista al ‘Tirreno’ ripresa da ‘La Stampa’: “Il mio partito vuole parlare giovane. Anche il mio staff sarà formato da quattro studenti universitari che mi porto dietro dalla scuola parigina – spiega – ho capito, stando con loro, che il voto ai sedicenni è una dimostrazione di fiducia, una mano tesa”. Per Letta inoltre c’è un problema enorme “di presenza femminile nel nostro partito: tre ministri sono uomini, io sono un uomo. Penso che per forza di cose due capogruppo debbano essere due donne”. Graziano Delrio e Andrea Marcucci, i due capogruppo uscenti, “sono fra le figure di maggiore rilievo che abbiamo” e “potranno tornare utilissimi in altri ruoli”. Ai gruppi suggerisce “che votino e scelgano senza drammi”.
Per il neo segretario del Pd, il Decreto Sostegni del governo Draghi “interviene sulla protezione del lavoro per chi lo ha perso e per chi lo sta perdendo. Ora dobbiamo fare in modo che non ci vogliano mesi prima che chi deve averli veda i 2.400 euro”. Serve però “una campagna di vaccinazioni che raggiunga tutti il prima possibile”. Le condizioni per la ripresa “ci sono tutte”. Il presidente del Consiglio “è stato bravissimo nel limitare al massimo le richieste della Lega in fatto di condoni.
Draghi e il governo al completo hanno saputo rispondere bene a un segretario di partito che ha tentato di prendere in ostaggio un intero Consiglio dei ministri. Questo anche grazie a un Pd unito che è più forte di prima”. Per Letta sono necessarie “scelte rigorose per proteggere gli anziani, capendo però che non si possono dimenticare i ragazzi. Mi auguro che la chiusura delle scuole possa essere solo temporanea”.
Rispetto alle alleanze “se si va da soli si perde – sottolinea – vogliamo unire la sinistra e lavorare a un discorso comune con i Cinque stelle. Ma senza veti. Battere le destre sarà difficilissimo, non possiamo dividerci”. Quello di Matteo Renzi che dice no ai Cinque stelle, è un “atteggiamento sbagliato. Non è il nostro. Noi vogliamo aprire alleanze. Non mettiamo veti”.