Oggi per curare i piccoli pazienti sono a disposizione terapie efficacissime, come quelle basate su cellule geneticamente modificate in grado di colpire e annientare le cellule tumorali. Questo è uno dei temi affrontati da Momcilo Jankovic, pediatra ematologo, consulente area psico-sociale del centro Maria Letizia Verga dell’Ospedale San Gerardo di Monza, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress. “La leucemia più frequente – ha spiegato Jankovic – si chiama leucemia linfoblastica acuta e rappresenta circa il 75-80%. Poi c’è la leucemia mieloide acuta mentre le forme croniche sono rare, sono più tipiche dell’adulto”.
Quali sintomi bisogna considerare? “Purtroppo i sintomi sono semplici”, ha spiegato, sottolineando però che “le sintomatologie emorragiche devono essere diffuse abbastanza, i dolori sono persistenti e resistono anche a terapie antidolorifiche, la febbre non risponde a terapia antibiotica o antifebbrile. Sono sintomi comuni a tante patologie ma con una persistenza e una insistenza maggiore. Per fare una diagnosi, il sospetto viene dopo due o tre settimane e non c’è bisogno di correre”.
Quanti bambini si ammalano? “Fortunatamente – ha affermato – è una patologia rara perché si ammala uno ogni centomila nati. In Italia sono circa 400-450. Se prendiamo anche la fase adolescenziale dai 14 ai 18 anni il numero è tra 400 e 500. È la forma di tumore più frequente e rappresenta circa un terzo, infatti i tumori infantili in generale sono circa 1.200 o 1.300 all’anno”. Per Jankovic “il grosso progresso della medicina è la caratterizzazione delle cellule leucemiche all’esordio. È molto importante perché le terapie – ha continuato – vengono personalizzate sul tipo di leucemia. Le terapie ingegnerizzate sono quelle in cui vengono isolati linfociti e vengono preparati per andare a combattere le cellule leucemiche. Questo dovrebbe consentire una maggiore precisione nelle terapie e una limitazione degli effetti collaterali. Sono promettenti, non sono ancora così di ampio impiego per tutti”.
In Italia quanti sono i centri che si occupano di leucemia infantile? “Oggi – ha ricordato – i centri in Italia sono più di 50. Sono centri sparsi in tutta Italia perché il nostro obiettivo è curare il bambino vicino a casa. La centralizzazione del materiale biologico avviene in pochi centri ed è il campione che gira, non il paziente. I centri, però, sono certificati – ha concluso – la possibilità di proseguire le cure vicino a casa è stato per noi un grosso successo”.
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