Se l’estate è il momento ideale per perdersi tra le pagine di un libro giallo sotto l’ombrellone, l’opera prima di Paolucci è la scelta perfetta. Con un incipit ipnotico, “L’inchiesta del croupier” cattura il lettore e lo accompagna, capitolo dopo capitolo, attraverso un’indagine intricata, impedendogli di abbandonare la lettura fino alla risoluzione dell’indagine romana – non certo priva di colpi di scena e cambi di direzione.
Un elemento distintivo di “L’inchiesta del croupier” è l’assenza totale di tempi morti: ogni pagina è carica di suspense e azione, con un ritmo incalzante che non lascia spazio alla noia.
La ramificata struttura narrativa del romanzo prende il via da un misterioso capitolo zero, costruito a partire da un incontro singolare attorno a un tavolo da poker dell’unico casinò della città di Roma. Quattro personaggi misteriosi discutono le regole di un’operazione segreta, L’operazione punto tutto; mettono ai voti l’esito di una non precisata proposta e abbandonano il lettore ai fitti misteri della storia.
“I partecipanti hanno l’obbligo di portare nelle tombe i segreti rivelati, altrimenti al cimitero ci andrà chi ha tradito il giuramento. Se leggi questo regolamento, sei uno dei quattro, quindi, caro compagno, tieniti pronto perché anche oggi la tua fedeltà sarà messa alla prova. Non ci deludere, sai cosa rischi. Ricorda: Comes, in arcano”.
Fin dalle prime pagine, Paolucci regala ai lettori un’ambientazione particolarissima: descrivendo gli spazi e i luoghi delle indagini – lontano dalle anguste camere della Stazione dei Carabinieri – permette al lettore di visualizzare chiaramente i diversi scenari del romanzo che si compongono nella sua mente come un mosaico in cui tutti i pezzi sono destinati a trovare la giusta collocazione, indizio dopo indizio, rivelazione dopo rivelazione.
L’indagine di Filippo Bellodì – capitano dei carabinieri a cui viene affidato un caso singolare – comincia dalla lettura di un articolo pubblicato sottoforma di lettera su un celebre quotidiano – che reca la firma di Giovanni Passo, architetto ormai allettato e senza speranze di vita, che allude a strani giri d’affari attorno al tavolo da poker numero 2 del casinò. Già a questo punto, l’ambientazione risulta essere sede di attrattiva per i lettori, poiché le indagini non si svolgono in una sala da poker qualunque, ma su un grande barcone fluttuante, ancorato sul lungo Tevere romano. Questa nave, costruita sul modello dei battelli fluviali del Mississippi, con i suoi “quattro piani di legno bianco ornati di piante stagionali”, dà l’impressione di una tranquilla pensione per anziani benestanti, mentre al suo interno si celano segreti inaspettati.
Nella città di Roma, il capitano dei carabinieri Filippo Bellodì, dal suo elegante bilocale davanti al Colosseo, sorseggiando cappuccino e in fuga dai pensieri che lo attanagliano, si trova a districare un mistero complicato. Quando il cadavere di Fernando Gonzalez, croupier del rinomato casinò, viene rinvenuto negli anfratti del locale – inizialmente catalogato come un delitto passionale – Bellodì decide di approfondire, mettendo in discussione le prime certezze delle indagini.
Ad aiutarlo o a sviarlo dalle indagini c’è un reticolato di personaggi originali e ben delineati: Andrea Lollio, fidato collaboratore e amico di lunga data; il maggiore della scientifica, Vittoria Martini, che sfida le conclusioni del procuratore Colapietra – nella partita investigativa, primo avversario di Bellodì; poi, don Cesare, un prete amico della vittima, che fornisce nuovi dettagli cruciali sulla morte del croupier. E per quanto sembri evidente che non si tratti di un semplice omicidio, il caso si complica quando Bellodì cerca di scagionare Alessandra Benvenuti, fidanzata della vittima e principale sospettata, scoprendo una rete di traffici illeciti legati alla malavita romana.
Degna di memoria è anche la figura della vittima: il passato di Gonzalez emerge come quello di un giornalista straniero esiliato per aver denunciato torture politiche nel suo paese e il coinvolgimento del ministro della Giustizia. Una scoperta che rimescola le carte e spinge Bellodì a credere che Gonzalez possa esser stato preso di mira per aver condotto nel casinò le sue indagini pericolose.
Marco Paolucci: la sua consacrazione come voce da tenere d’occhio nella narrativa italiana.
“L’inchiesta del croupier” è un giallo di alta qualità che consacra Marco Paolucci come una promettente nuova voce nella narrativa italiana. Con una trama avvincente, personaggi ben costruiti e uno stile ben calibrato, anche i dialoghi hanno la capacità di ricalcare le attitudini e lo spessore psicologico dei personaggi da cui vengono affrontati.
Paolucci con il suo “L’inchiesta del croupier” ha concepito un’opera che non solo intrattiene il lettore regalandogli momenti di puro godimento letterario – specie per chi ama il giallo e la capacità del genere di assicurarsi l’attenzione del lettore – ma invita a riflettere su temi importanti come la giustizia e la lotta contro la mafia.
Un libro prezioso, in qualche modo viscerale: imperdibile per gli appassionati del genere e per chiunque sia in cerca di una storia ricca di suspense e mistero, all’interno di cui è possibile rilevare le suggestioni e le contaminazioni di un caposaldo del genere, Leonardo Sciascia; ma anche quel fascino magnetico con cui una grande produzione cinematografica come Ocean’s Eleven ha appassionato milioni di spettatori.
SCHEDA DEL LIBRO
Titolo dell’opera: L’inchiesta del croupier
Autore: Marco Paolucci
Editore: Rossini Editore – Gruppo editoriale Santelli
Genere: Romanzo giallo, thriller, investigativo
Link d’acquisto diretto: https://santellionline.it/products/linchiesta-del-croupier
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